Tradizioni e parole da conoscere per prepararsi al carnevale brasiliano

Il carnevale più famoso del mondo è certamente quello brasiliano, che unisce musica, danza, storia, allegria e libertà. Ecco le più importanti tradizioni e parole da conoscere per essere pronti a un vero Carnaval do Brasil!
Carnevale di Rio de Janeiro
Vivo in Brasile da poco più di sei anni; questo significa che i miei occhi hanno già visto sei carnevali, che le mie orecchie li hanno ascoltati al ritmo del pandeiro e della batucada e che le mie gambe li hanno ballati seguendo le note della samba.
Tutti questi carnevali li ho vissuti, ammirati, amati e a volte anche odiati. Per il traffico che rende impossibile spostarsi in città, ad esempio, e per il senso di paralisi che creano in chi aspetta soltanto che questo momento passi per cominciare ad attivarsi. Perché qui l’anno sembra che inizi davvero soltanto “depois do carnaval”, ovvero dopo il carnevale, quando le feste si chiudono, i carri escono di scena e la vita di tutti i giorni riprende il suo corso abituale.
Detto ciò, forse per rispetto nei confronti dei brasiliani, mi sento di dire che credo di non aver ancora capito davvero fino in fondo il carnevale, perché non mi appartiene. Mi spiego meglio: quello che per gli stranieri come me è infatti uno spettacolo, bellissimo e carico di energia, per chi è nato qui è tutto questo e molto di più. È cultura, tradizione, ricordi, storia, vita vissuta.
Tra stelle filanti e coriandoli (che qui si chiamano serpentinas e confetes), si sfila e si balla sin dall’infanzia, nei bloquinhos de rua (gruppi di persone che si radunano spontaneamente per strada a festeggiare), senza avere come obiettivo principale quello di sporcarsi di schiuma a vicenda, ma solo per celebrare insieme. Poco importa anche il costume, basta essere colorati, avere voglia di divertirsi ed essere circondati da gente felice. Infatti, gli ingredienti principali del carnevale qui sono soltanto due: la musica e l’allegria condivisa.
In questo periodo dell’anno ci si dimentica di ciò che divide e i problemi vengono temporaneamente messi da parte, perché solo in questo modo è possibile unirsi in una grande festa che celebra la democrazia e l’uguaglianza e rispetta le diversità, perché quando tutti scendono in strada, diventano improvvisamente simili.
Questa è la mia personale esperienza del carnevale in Brasile, ma scrivendo questo articolo, mi sono venute in mente anche tante ispirazioni, parole e immagini utilizzate da altre persone, famose e brasiliane, che hanno raccontato a modo loro questo speciale momento dell’anno.

Il carnevale è:

  • Il momento in cui cade la maschera. La scrittrice Clarice Lispector, brasiliana di adozione, nel suo racconto Restos do Carnaval, parla di questa festa come della liberazione che le permette di poter essere finalmente se stessa: Naquele carnaval, pois, pela primeira vez na vida, eu teria o que sempre quisera: ia ser outra que não eu mesma, ovvero “In quel carnevale, per la prima volta nella mia vita, io sarei dovuta essere quella che avrei sempre voluto: me stessa”.
  • L’evento in cui è proibito proibire. Il poeta e cantante Vinicius de Moraes non ha dubbi e assolve peccati e peccatori durante il carnevale: O carnaval. A festa onde os tabus perdem foça e as permissões tornam-se hiperbólicas (“Il carnevale. La festa dove i tabù perdono forza e le concessioni diventano iperboliche”).
  • Gloria, storia e spettacolo. Una canzone dei Tribalistas, Carnavalia, è davvero un capolavoro nel descrivere l’emozione e l’adrenalina del momento, quasi solenne, che precede l’inizio della sfilata. Vem pra minha ala que hoje a nossa escola vai desfilar, vem fazer a historia que hoje é um dia de gloria nesse lugar“Vieni vicino a me, che la nostra scuola adesso sfila. Vieni a far parte della storia, che oggi è un giorno di gloria in questo posto”.
  • Musica. La cantante di musica popolare brasiliana (MPB) Roberta Sá, in Alô Fevereiro, parla dell’atteso momento in cui la musica comincia e le percussioni danno il via alla festa. Tamborim avisou, cuidado. Violão respondeu, me espera. Cavaquinho atacou, dobrado. Quando o apito chegou, já era, ovvero “Il tamburo avvisa, attento. La chitarra risponde, aspettami. L’ukulele attacca, più forte. Quando il fischio arriva, è iniziato”.
  • Colori, costumi e tradizioni. Per concludere, il cartone della Disney, Rio, descrive in modo fedele questa festa, raccontandone colori, costumi e suoni e il documentario della cantante Maria Bethânia, Fevereiros, celebra le tradizioni del carnevale della Bahia, la regione di cui lei e il fratello Caetano Veloso sono originari: Santo Amaro.

A questo punto, dato che avete ormai diverse informazioni sul carnevale, perché non testare le vostre conoscenze con un vero o falso sull’argomento?

Vero o falso?

  • Il carnevale è uguale in tutte le città del Brasile. FalsoQuello di Rio de Janeiro è conosciuto per la sua scenografia pazzesca e i suoi carri variopinti, quello di Olinda per i suoi fantocci giganti, alti anche due metri (tra cui il famoso Uomo di Mezzanotte), quello di  São Luiz de Paraitinga per le sue marce e quello di Ouro Preto per gli universitari che si riversano nelle strade della città per festeggiare.
  • Il carnevale in Brasile dura 4 giorni. Vero. Ufficialmente sì, ma la festa che comincia il sabato e precede la quarta-feira de cinzas (il mercoledì delle ceneri),tra festeggiamenti pre e post carnevale, dura in realtà molto di più.
  • Esistono diverse scuole di samba rivali che competono per il titolo e per il premio in palio. Vero. Tra le  più note ci sono il Beija Flor e la Mangueira di Rio de Janeiro e la Pérola Negra, la Mocidade Alegre e il Vai-Vai di San Paolo. E sì, le scuole, oltre ad essere patrocinate dal comune in cui si esibiscono e ad incassare i biglietti di accesso agli ensaios (“prove”) e al sambodromo (il luogo in cui, in alcune città, sfilano i carri), si sfidano per vincere un premio di alcuni milioni di reais.

Per concludere, ecco a voi le parole più utili da conoscere riguardo a questa festa.

Mini-dizionario del carnevale:

  • Alas: sezioni, formate da centinaia di persone, in cui si dividono le scuole di samba durante la sfilata.
  • Axé: ritmo tipico del carnevale di Salvador, che unisce raggae, percussioni africane, frevomaracatu (una danza ritmata dai suoni dei tamburi).
  • Batucada: musica africana che si basa sul suono delle percussioni.
  • Batuque: danza africana che si basa sul suono delle percussioni.
  • Blocos e bloquinhos: gruppi di persone che si riuniscono spontaneamente per strada in diverse zone della città per ballare, cantare e festeggiare insieme.
  • Desfile: sfilata dei carri e dei ballerini.
  • Destaques: persone che occupano posti ben visibili sui carri e che generalmente hanno dei costumi molto elaborati che attirano l’attenzione.
  • Ensaios: prove delle scuole di samba prima dello spettacolo ufficiale di carnevale.
  • Fantasia: è un falso amico e non significa “fantasia”, bensì “costume”.
  • Frevo: il carnevale non vive solo di samba e di axé, ma anche di frevo (dal portoghese ferver, “andare in ebollizione”), una danza che unisce gesti della marcia, del maxixe (una sorta di tango brasiliano) e della capoeira (tipica del nord-est del Brasile).
  • Mestre-sala e porta-bandeira: il “caposala” e la “portabandiera” sono una coppia di ballerini che portano la bandiera della scuola di samba che rappresentano durante la sfilata.
  • Pular carnaval: festeggiare con energia (letteralmente “saltare durante il carnevale”).
  • Purpurina: polverina colorata, a volte dorata e argentata, con cui ci si cosparge guance e corpo per essere pronti per la festa (nemmeno dieci docce riescono a toglierla).
  • Rei momo: è il “re” del carnevale che, aiutato dalla “regina”, governa simbolicamente la città nei giorni della festa. In passato si esigeva che fosse in carne, ma la regola negli anni è poi cambiata per privilegiare la salute del re.
  • Samba no pé e passistas: i più bravi ballerini di samba.
  • Trio elétrico: è il camion su cui vengono montati tutti gli strumenti che servono per creare le musiche e gli effetti sonori del carnevale.

A questo punto, non mi resta che augurarvi buon carnevale!

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Viviana Venneri
Viviana è una viaggiatrice urbana. Metropolitana, bicicletta, monopattino o All Star? Non importa il mezzo, ma lo stupore che continua a provare percorrendo le vie caotiche della megalopoli in cui vive, San Paolo. Adora osservare le persone, fotografare graffiti, origliare le conversazioni degli altri e scoprire posti nuovi da esplorare. Da inguaribile curiosa, non si stanca di ripetere che per viaggiare non è sempre necessario salire su un aereo. 
Viviana è una viaggiatrice urbana. Metropolitana, bicicletta, monopattino o All Star? Non importa il mezzo, ma lo stupore che continua a provare percorrendo le vie caotiche della megalopoli in cui vive, San Paolo. Adora osservare le persone, fotografare graffiti, origliare le conversazioni degli altri e scoprire posti nuovi da esplorare. Da inguaribile curiosa, non si stanca di ripetere che per viaggiare non è sempre necessario salire su un aereo.