Un po’ di storia: che cos’è l’Europa?
Da dove deriva la parola Europa? L’origine della parola Europa è incerta: potrebbe derivare dal termine semitico ereb (“occidente”) con cui i Fenici facevano riferimento alle terre a Ovest oppure dal greco. Il primo riferimento all’Europa in termini geografici lo troviamo nel VI-V secolo a. C. nell’“Inno ad Apollo delfico”. Qui per Europa si intende la parte continentale a nord del Peloponneso. Se ci chiediamo da dove deriva il nome Europa non possiamo non citare inoltre la mitologia: Europa, in greco antico “grandi occhi”, era una ninfa che fece innamorare Zeus. Per questo il dio assunse le sembianze di un toro bianco e avvicinò la ragazza che, vedendolo calmo e mansueto, gli salì in groppa. A quel punto Zeus la rapì e si tuffò in mare, portandola a Creta. Lì Europa diede alla luce tre figli, tra cui il celeberrimo re Minosse, che darà il via alla civiltà cretese. Questo mito è stata narrato e rappresentato diffusamente nell’arte e nella letteratura e ci racconta dello spostamento di civiltà tra Oriente ed Occidente e un pezzo di storia della cultura occidentale.
Il territorio europeo ha visto nel corso della storia numerosi sconvolgimenti, frammentazioni, conquiste, invasioni e alleanze dall’epoca dell’Impero romano a quella della Guerra fredda. L’idea di un’Europa politicamente ed economicamente unita nasce da un fondamentale bisogno di pace: mettere fine ai conflitti sanguinosi sfociati nelle guerre mondiali. Negli anni Cinquanta alcuni Paesi si uniscono nella Comunità europea del carbone e dell’acciaio, nel 1979 viene eletto a suffragio universale il Parlamento europeo e in quegli anni si intensificano le misure a difesa dell’ambiente. Le distanze tra i cittadini europei si accorciano: gli accordi di Schengen permettono ai cittadini di viaggiare liberamente, vengono implementati programmi di mobilità e politiche culturali comuni, l’euro diventa la nuova moneta per molti europei.
Qual è la capitale dell’Europa? Le sedi del Parlamento europeo a Bruxelles, a Strasburgo e in Lussemburgo possono confondere le idee. Bruxelles, seppur non ufficialmente, può essere indicata come la capitale perché è comunque sede della maggior parte delle istituzioni europee: è qui che si svolgono la maggior parte delle attività degli eurodeputati. I Paesi della comunità europea sono oggi 27. Naturalmente quando si parla di Stati europei va fatta una distinzione tra territorio geopolitico ed Unione Europea. Il territorio del continente Europa conta 48 Stati, circa un quarto di tutti gli stati a livello globale, tra cui c’è anche il paese più grande al mondo, la Federazione Russa.
Alla scoperta delle lingue europee ufficiali e non
Quando parliamo di lingue europee ufficiali, dobbiamo sempre tenere a mente la distinzione tra i Paesi della Comunità europea e i Paesi del continente europeo. In Europa ci sono più di 700 milioni di abitanti e gli idiomi indigeni sarebbero circa 225: le lingue riconosciute ufficialmente all’interno dell’Unione europea sono invece 24 ossia bulgaro, ceco, croato, danese, estone, finlandese, francese, greco, inglese, irlandese, italiano, lettone, lituano, maltese, olandese, polacco, portoghese, rumeno, slovacco, sloveno, spagnolo, svedese, tedesco e ungherese. Le lingue parlate in Europa sono, per la maggior parte, appartenenti al ceppo indoeuropeo (fanno eccezione ad esempio lingue come il basco, che è addirittura pre-indoeuropea, l’ungherese o il maltese, che è una lingua semitica). La maggioranza delle lingue europee appartiene a tre grandi gruppi: lingue neolatine, germaniche e slave. Le lingue neolatine in Europa, dette anche lingue romanze, sono italiano, spagnolo, portoghese e rumeno. Tra le lingue germaniche ci sono danese, norvegese, svedese, islandese, tedesco, olandese, inglese e yiddish. Lingue come il russo, l’ucraino, il polacco, il ceco, lo slovacco, lo sloveno, il serbo, il croato, o il bulgaro appartengono invece alla famiglia slava. Tra gli alfabeti utilizzati c’è quello latino, il cirillico e l’alfabeto greco o armeno.
Le lingue minoritarie in Europa sono più di 60 e vengono usate da circa 40 milioni di persone. Esiste uno strumento giuridico per la loro promozione e salvaguardia, come parte integrante del patrimonio culturale europeo: la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie. Sono una preziosa testimonianza della diversità linguistica del nostro continente e scoprire, tutelarle e utilizzarle può essere un buon esercizio da mettere in atto in occasione della Giornata europea delle lingue. Alcuni esempi? Ci sono le lingue celtiche in Europa, parlate ancora in Bretagna, Irlanda e Gran Bretagna. Ci sono le comunità germanofone al di fuori della Germania oppure le lingue saami, una famiglia di lingue parlate tra Finlandia, Svezia, Norvegia e Russia. Esistono poi lingue slegate dal territorio come quelle dei Rom e dei Sinti.