Parla come mangi!

Una mappa dello street food europeo, tutti i consigli per gustarlo in sicurezza e una ricetta speciale per viaggiare con la mente e con il gusto.

Si parte!

Street food: i sapori più autentici

Babbel aiuta da sempre i suoi utenti a viaggiare ed esplorare il mondo, ma in giorni come questi bisogna saper aspettare: presto torneremo a scoprire nuovi luoghi e immergerci in culture diverse. Nel frattempo, quello che possiamo fare è prepararci, viaggiare con la fantasia… e con il gusto! La nostra infografica “Parla come mangi” vi propone un itinerario fra le capitali europee dello street food, dandovi anche delle importanti dritte riguardo all’igiene e alla qualità del cibo “da strada”. Dai souvlaki greci ai ćevapčići croati, passando per gli squisiti pastéis de nata portoghesi, ecco come ordinare e consumare in sicurezza i migliori street food dolci e salati all’estero. E l’Italia? Non potevamo dimenticarla, ci mancherebbe! La nostra selezione di street food italiano vi farà venire l’acquolina in bocca. Buon appet… ops! Buona lettura!

Parla come mangi

E tu, parli come mangi? La sfida portoghese!

Pronti a visitare Lisbona? Ecco una ricetta che vi regalerà un pizzico di atmosfera della splendida freguesia (località) di Belém. Profumi di cannella e golosa crema sono i punti forti di questi pasticcini, originari della capitale, ma diffusi in tutti i Paesi dove si parla la lingua portoghese, come il Brasile, l’Angola, il Mozambico, Capo Verde, São Tomé e Príncipe, la Guinea-Bissau, Timor Est, Goa e Macao. Un vero e proprio giro del mondo! Fate partire un sognante Fado di accompagnamento, indossate il grembiule e accendete il forno: si viaggia con il gusto

Ricetta Pastel de nata o Pastel de Belém

  • Difficoltà: Media
  • Preparazione: 60 min
  • Cottura: 20 min
  • Costo: Basso

Dosi per 12 pastéis (plur. di pastel)

  • 100 gr di zucchero
  • 4 tuorli
  • 1 cucchiaio di maizena
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 250 ml di panna fresca
  • 2 rotoli di pasta sfoglia
  • cannella

In una ciotola a bagnomaria montate i tuorli d’uovo con lo zucchero, aggiungendo senza mai smettere di mescolare la maizena, l’essenza di vaniglia e la panna a filo fino a ottenere un composto piuttosto denso - ci vorranno circa 10 minuti. Se lo avete, utilizzate un termometro per dolci: la crema sarà pronta quando avrà raggiunto gli 80°C.

Raffreddate il composto travasando la crema in un’altra ciotola e velocizzate il procedimento immergendola in una ciotola più grande con ghiaccio o acqua fredda. Mescolate qualche minuto per favorire il raffreddamento e coprite con della pellicola. Ungete degli stampini di alluminio per dolci o uno stampo per muffin con il burro.

Allargate la pasta sfoglia, ritagliate 12 dischi e foderate gli stampini o le vaschette dello stampo per muffin alzando anche i bordi. Riscaldate il forno ventilato a 220° C. Riempite gli stampini con la crema, passateli nel forno caldo e fate cuocere per 12-15 minuti. Per dorarli in superficie, passateli ancora qualche minuto con il grill. Fateli raffreddare a temperatura ambiente, poi spolverizzateli di cannella in polvere e serviteli subito.*

Un viaggio culturale tra i sapori più autentici

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I nostri esperti incoraggiano a fare dello studio un percorso diversificato, immergendosi in nuove esperienze culturali.

Lo street food, tipicamente gustato in modo informale e rappresentativo dei sapori più autentici di ogni cucina, ci dice molto di un Paese, della sua lingua e dei suoi abitanti. Imparare a conoscerlo è un ottimo modo per avvicinarsi a una nuova lingua e comprenderne le sfaccettature.

Domande frequenti

Il significato letterale dell’espressione inglese “street food” è “cibo di strada”, che sta a indicare tutti quegli alimenti (dolci e salati) che vengono preparati, serviti e mangiati all’aperto, solitamente in piedi e per strada.

Lo street food ha origini antichissime: già nel 4000-3000 a.C. alcune popolazioni erano solite vendere cibo da consumare per strada.

Secondo alcune testimonianze risalenti agli antichi Greci, gli Egizi avevano l’usanza di friggere il pescato e venderlo nel porto di Alessandria. In seguito, questa particolare tradizione fu adottata anche dai Romani: erano soprattutto le classi più povere a rifornirsi di cibo per strada, recandosi al thermopolium più vicino, una versione rudimentale degli attuali food truck.

I food truck sono i classici camioncini itineranti che preparano e vendono i cibi di strada. Si tratta di veicoli a 3 o 4 ruote che presentano spesso forme e colori molto particolari, al punto da essere famosi in tutto il mondo.

Secondo la FAO (Food and Agriculture Organization) sono circa 2,5 miliardi le persone che ogni giorno consumano cibi da strada in tutto il mondo. Secondo la Coldiretti, in Italia quasi 2 persone su 3 consumano street food, preferendo quelli legati alla tradizione culinaria locale.

La filosofia dello street food risponde da sempre a due esigenze ben precise: consumare cibo in maniera veloce e allo stesso tempo economica. Per questo i cibi di strada vengono scelti ancora oggi da un numero di persone che non fa che crescere anno dopo anno.

I cibi di strada non sono pericolosi per la salute di per sé, a patto che per la loro preparazione siano sempre rispettate tutte le norme igienico-sanitarie previste, destinate sicuramente ad aumentare. Affidatevi a rivenditori noti e consigliati dalla gente del posto, dando sempre un occhio ai certificati di qualità e controllo igenico sanitario, solitamente esposti al pubblico. Ora come ora una cosa è certa: provare a cucinarli in casa è il modo più facile di gustarli!

Per essere sicuri di mangiare i migliori street food, soprattutto quando ci si trova all’estero, è consigliabile recarsi in quelli abitualmente frequentati dagli abitanti del posto. In generale, poi, è meglio evitare latticini e cibi crudi.

La città dove la filosofia street food è più viva è Bangkok: la capitale della Thailandia si aggiudica il primo posto in classifica, totalizzando ben 20.000 rivenditori di cibi di strada.