Ci piacciono le liste perché non vogliamo morire.
– Umberto Eco, Vertigine della lista
La loro popolarità su internet continua a crescere, soprattutto nel mondo anglofono, tant’è che in inglese è stato coniato un nuovo termine per definire questo tipo di contenuti: sono i “listicle”, gli articoli scritti in forma di lista. Vi sarà già capitato di vederne più di uno, magari con titoli come “11 cose da non dire mai a un uomo decapitato da una lastra di vetro” o “25 lesbiche che somigliano a Justin Bieber” (no, fermi lì, non scappate via adesso!).
A seconda del vostro senso dell’umorismo, vi faranno ridere oppure vi daranno solo l’ennesima conferma del declino inesorabile del genere umano. Hanno fatto il successo di siti web come Buzzfeed e Listverse, ma ormai si trovano anche nei quotidiani e inevitabilmente hanno attirato le critiche di chi non sopporta più questa tendenza.
Le liste sono l’espressione testuale più pura dello stato costante di distrazione delle nostre menti moderne. E allora forse val la pena di porsi una domanda: che effetti stanno avendo sul nostro cervello?
1. I più grandi successi
Gli esseri umani sono sempre stati affascinati dalle liste, fin dai tempi del decalogo biblico di Mosè, per non parlare degli antichi Greci con le loro Sette meraviglie del mondo (un numero scelto in base ai cinque pianeti allora noti, più il sole e la luna). Ridurre il mondo intero a una lista della spesa lo rende più facile da assimilare. Manca solo una lista che ci dica quando la fine si avvicina e se avremo ancora tempo di andare in bagno prima.
2. Amore al primo click
I tipici post in stile “listicle” hanno titoli accattivanti che attirano la nostra attenzione, ci dicono subito quanto sarà lungo l’elenco e stuzzicano la nostra curiosità. (“Le liste ci stanno distruggendo il cervello?” Interessante! Leggiamo un po’…). Il cervello è attratto dai numeri nei titoli perché saltano all’occhio, come spiega Maria Konnikovasul New Yorker. I lettori sanno che le liste in genere non richiedono un grande impegno di tempo e, soprattutto, le condividono volentieri in rete.
3. Che carino!
Gli articoli a lista sono un esempio del tipo di testo che attinge sempre più agli elementi e ai principi della grafica: usano molto gli spazi bianchi e sono divisi in sezioni separate, facilitando così la memorizzazione, perché il nostro cervello ama collocare e ricordare le informazioni in base agli spazi visivi. Ogni punto della lista presenta un argomento, un formato ideale da scorrere velocemente mentre si aspetta l’autobus. Visto com’è facile? Siete già a metà strada!
4. Detto tra noi…
C’è un tacito patto tra chi scrive e chi legge una lista. È come se l’autore dicesse: prometto di essere accattivante, di offrirvi argomenti e informazioni in bocconi facili e veloci da assimilare separatamente. Non vi darò una struttura del tipo “se A allora B ma C, conclusione D”; piuttosto, i miei numeri vi aiuteranno a “organizzare quello che altrimenti sarebbe un sovraccarico di contenuti” (David Wallechinsky, autore de Il libro delle liste).
5. Le abitudini di lettura stanno camb… ooh guarda, che carini quei gatti!
Congratulazioni se siete arrivati fin qui: la maggior parte della gente legge solo il 28% delle parole su una pagina web. Le liste sono fatte su misura per questo mondo di interruzioni, perché l’interruzione fa già parte della loro struttura. Avete perso il filo? Potete ricominciare da dove preferite. Avete saltato un punto numerato? Non importa. Ad articolo finito proverete un attimo di soddisfazione per aver portato a termine il compito, un effetto che, secondo lo studioso di psicologia sociale Robert Zajonc, è già sufficiente a ispirare decisioni future. Come ad esempio la decisione di leggere più liste.
6. Pesci rossi contro esseri umani 1-0
La soglia di attenzione media degli esseri umani è calata da 12 secondi nel 2000 a 8 secondi nel 2013, secondo un recente studio condotto negli Stati Uniti. I pesci rossi in media arrivano a 9 secondi. La buona notizia è che il cervello umano è dotato di plasticità: possiamo cambiare la nostra struttura cerebrale cambiando il nostro comportamento, e viceversa. È ormai dimostrato che attività cognitive come la meditazione, l’apprendimento delle lingue e gli esercizi per allenare la mente hanno importanti effetti benefici sulle nostre strutture neurali. I vecchi vizi sono duri a morire, ma il trucco è trasformarli in nuove buone abitudini.
7. Le liste hanno i giorni contati?
Ogni cosa è ciclica: una semplice ricerca sul web in lingua inglese rivela molti articoli e post contro i “listicle”, ma la loro popolarità per ora non accenna a diminuire. Nel frattempo, la scelta spetta a voi. La prossima volta che vi salta all’occhio un titolo del tipo “le 10 cose che” o “5 buoni motivi per”, prima di fare clic fermatevi un momento a chiedervi se è proprio quello che volete leggere (e ammettiamolo, a tutti piace il fast food ogni tanto) o se forse preferite qualcosa di meno veloce ma più sostanzioso e ben più soddisfacente.
Immagini
‘Rua Oscar Freire‘ by IgorSchutz / CC 2.0
‘To-Do List‘ by john.schultz / CC 2.0