Megan lavora nel team di Public Relations di Babbel. In questo articolo ci propone le sue riflessioni sulle difficoltà legate all’uso di riempitivi e interiezioni in una nuova lingua e su come l’immersione in un dialogo reale sia essenziale durante il processo di apprendimento.
Le parole usate con la funzione di riempitivi e interiezioni, anche se essenziali in ogni lingua, sono quasi sempre assenti dal curriculum tradizionale delle competenze linguistiche. Sapere però quando usare in inglese parole che danno diverse sfumature di significato a un discorso, come “umm”, “er” o “yippie”, fa la vera differenza tra un turista imbranato e un astuto linguista.
Qual è il metodo migliore per imparare i riempitivi e le interiezioni? La risposta è semplice: chiacchierare con i madrelingua! Esporsi a conversazioni reali assicura l’apprendimento della pragmatica linguistica (presente in maniera solo limitata nei libri di testo), come gli usi colloquiali, l’ironia e l’enfasi, tipici della lingua parlata e disseminati nelle conversazioni.
Cosa sono i riempitivi e le interiezioni? Un riempitivo è un elemento privo (o svuotato) di contenuto semantico autonomo, inserito nel discorso per prendere tempo, per esprimere esitazione, incertezza o altre emozioni in modo sottile e indiretto. In inglese, si usano normalmente riempitivi come “errr” o “umm”. Un’interiezione o esclamazione è una parte del discorso che dà alla frase una particolare intonazione e intensità. Ad esempio, sempre in inglese, espressioni come “Holy cow!” o “wow”, traducibili in italiano con “Santo cielo!” o “Accidenti!”, indicano un generico senso di sorpresa. I riempitivi e le interiezioni hanno valore grammaticale autonomo: possono essere usate da sole o all’interno di una frase ma non modificano le altre parole. Non sono tipiche del linguaggio scritto, tranne quando l’obiettivo della lingua scritta è quello di riprodurre la lingua parlata. Per questo motivo la loro ortografia è in genere molto variabile.
I riempitivi e le interiezioni rendono il parlato più colloquiale e autentico. Esemplificativo è il fatto che qui da Babbel, durante le registrazioni delle nostre lezioni, i madrelingua modificano leggermente il testo originale, inserendo esclamazioni e riempitivi per evitare che i dialoghi suonino ingessati, innaturali e privi di fluidità.
Lars, Editor del team di Didactics per il russo, ci spiega qual è la difficoltà principale nell’insegnare riempitivi e interiezioni: “I riempitivi, le interiezioni e le loro diverse sfumature di significato sono legati al contesto. Per questo motivo, insegnarli con metodi formali, come ad esempio l’apprendimento mnemonico in classe o la traduzione dai libri di testo, è quasi impossibile.”
Se prendiamo, ad esempio, la frase inglese: “Aww, look at that puppy!” (letteralmente: “Oh, guarda quel cucciolo!”), potrebbe darsi che il parlante si riferisca a un piccolo cucciolo adorabile nelle vicinanze. Ma potrebbe anche darsi che il parlante sia contrariato nell’aver visto un cucciolo che veniva maltrattato. Nel primo caso, “aww” (“oh”) esprime meraviglia, mentre nel secondo caso esprime compassione.
I riempitivi e le interiezioni vengono quasi sempre appresi in modo passivo, ovvero senza uno sforzo attivo da parte di chi parla. Durante una conversazione con un madrelingua, per esempio, chi impara si imbatte in parole nuove. Quando ascolta per la seconda volta queste nuove parole all’interno di diversi contesti, inizia a capirne il senso senza ancora essere in grado di usarle attivamente nel parlato o nello scritto. Solo dopo una prolungata esposizione alla nuova lingua verrà quasi automatico usare riempitivi e interazioni in maniera attiva.
Birte Dreier, Project Manager del team di Didactics per il danese e l’italiano, ci parla della sua esperienza con lo studio del danese: “Usare riempitivi e interiezioni in una nuova lingua è un processo a due fasi: prima bisogna capire dove piazzare queste parole all’interno di un discorso e poi usarle. Per imparare il danese ascoltavo i madrelingua parlare tra di loro e poi provavo a usare i riempitivi inserendoli dove credevo che potessero funzionare. Si è trattato di un processo basato su tentativi ed errori, ma più ascoltavo i madrelingua più imparavo istintivamente come usare ogni parola e in quale contesto”.
Gli studi sull’apprendimento della seconda lingua hanno rivelato che l’assimilazione dei riempitivi e delle interiezioni è la naturale conseguenza dell’immersione in dialoghi reali. Nella vita di tutti giorni, però, dedicarsi a questo tipo di immersione richiede un investimento in termini di tempo e/o denaro. Le nostre agende fitte di impegni non ci permettono sempre di guardare un film in francese, leggere un quotidiano in tedesco o partecipare a un corso di lingua intensivo in Spagna e quindi ripieghiamo sullo studio via app, libri di testo o corsi di lingua nel nostro paese d’origine. Purtroppo, la maggior parte degli utenti delle app si blocca di fronte alla memorizzazione del vocabolario, mentre chi invece si iscrive a una scuola di lingua tende a ripetere meccanicamente frasi tratte dai libri di testo. Entrambi i metodi hanno lo svantaggio di non permettere l’immersione in dialoghi reali.
Imparare a usare riempitivi e interiezioni è un processo inevitabilmente legato alla pratica e all’esercizio attivo della lingua parlata. È proprio per questo motivo che una delle priorità di Babbel è quella di aiutare chi studia a creare fin da subito le basi per sostenere una conversazione.
Parlare ai madrelingua intimidisce: ci confondiamo, facciamo errori… Ma una cosa è certa: riuscire a fare una battuta brillante in lingua piazzando il riempitivo esattamente al posto giusto e nel giusto contesto è molto più che motivante! Persino il più impacciato dei turisti si sentirà a casa come uno del posto.