Alcune parole francesi molto difficili da pronunciare

Siete sempre indecisi sulla pronuncia francese? Ecco una lista di consigli davvero molto utili messi a punto da una parigina DOC.

La pronuncia francese rappresenta certamente uno dei peggiori incubi dei principianti. Ma perché è così difficile? Dobbiamo dire fin da subito che una delle principali colpevoli è l’ortografia, con tutte quelle consonanti e vocali mute. Al contrario delle altre lingue romanze come l’italiano e lo spagnolo, l’ortografia francese non è per nulla “trasparente”. Con trasparenza intendiamo la possibilità di “indovinare” facilmente la corretta pronuncia nel momento in cui ci troviamo di fronte alla parola scritta.

Per usare altre espressioni, potremmo dire che l’ortografia francese è capricciosa e ama dare del filo da torcere a chi la sta studiando. Pensiamo a parole come “doigt” – dito – (due consonanti mute alla fine), “temps” – tempo – (cinque lettere per una sola sillaba)… ce n’è abbastanza per mettersi le mani nei capelli! Malgrado negli ultimi secoli siano stati fatti degli sforzi di semplificazione, si è ancora molto lontani dal desiderio di Voltaire, secondo il quale “la scrittura è il dipinto della voce: più ci assomiglia, meglio è”.

Alcuni suggerimenti per perfezionare la pronuncia francese

Il francese ha subito allo stesso tempo l’influenza latina e germanica, di conseguenza ha sviluppato delle caratteristiche specifiche che ne spiegano in parte la complessità. Mentre in italiano una doppia consonante indica in genere la lunghezza della vocale che le precede, in francese questa combinazione non fornisce alcuna indicazione sulla pronuncia. E quindi a cosa serve?

La risposta va cercata nelle parole cosiddette omofone, ossia quelle parole che vengono pronunciate allo stesso modo pur avendo significato e ortografia diversi. In questo caso, quindi, l’ortografia aiuta a distinguere parole che vengono pronunciate nello stesso modo grazie alle consonanti doppie.

È per la stessa ragione (ma anche per motivi etimologici) che alcuni suoni vengono scritti con ortografie diverse. Come spiegare altrimenti il fatto che ci sono tre modi per mettere nero su bianco il suono [e] se non per differenziare, ad esempio, “donner” da “donnée” e “donné” (donare, donata, donato)?

In altre situazioni, bisogna attribuire le differenze ortografiche del francese contemporaneo ad uno scarto sempre più marcato tra lingua scritta e orale. Le lettere che oggi sono mute, specialmente quelle poste alla fine delle parole, rappresentano un esempio perfetto di questa evoluzione linguistica. A partire dal XIII secolo circa, alcuni elementi posti alla fine dei vocaboli sono, passo dopo passo, diventati muti, pur essendosi conservati nella forma scritta. Queste lettere e sillabe sono dunque atone (cioè non accentate), come ad esempio la E, che non si pronuncia praticamente mai quando si trova alla fine delle parole.

Questo scarto di cui parlavamo è naturalmente una delle maggiori difficoltà per quelli che stanno imparando il francese. Guardiamo ad esempio i nostri amici mentre provano a pronunciare la parola “houx”: due lettere sono mute (H e X), mentre la combinazione di O e U si legge “u”. Quattro lettere sono una sola sillaba!

L’ortografia, tuttavia, non è l’unico lato insidioso della lingua di Molière: le nasali, ad esempio, sono difficili da riprodurre soprattutto da parte di italiani e tedeschi, che non hanno nulla di simile nella loro lingua. Niente è impossibile, però: con qualche nozione di base e un po’ di allenamento ci riuscirete anche voi. Per aiutarvi, ecco una lista di suggerimenti molto utili per esercitarvi.

Le nasali

QUINCAILLERIE – GROIN

Quando le vocali vengono seguite dalle consonanti M e N (le cosiddette “nasali”), la loro pronuncia si modifica e diventa nasale: mentre nella pronuncia di altre lettere l’aria passa attraverso la bocca, in questo caso il suono si forma in fondo alla bocca e viene emesso in parte anche attraverso il naso. Vi sembra impossibile? Provate a pronunciare parole come “abracadabra” (senza suono nasale) e “chantant” (con suono nasale) mettendo una mano davanti alla bocca. Sentirete immediatamente la differenza!

Le lettere mute

HOUX – QUINCAILLERIE – COQUELICOT

Per le ragioni che vi abbiamo già spiegato, la lettera finale di una parola si pronuncia molto raramente. Allo stesso modo la E, che in genere segnala la presenza del femminile, si pronuncia solo se è accentata. Ad esempio, “né” e “née” (nato, nata) si pronunciano allo stesso modo. Fanno eccezioni alcune regioni della Svizzera, dove il suono della E finale si sente e assomiglia a una I.

Anche la H, così come in italiano, è muta. La U invece è muta se segue una Q. Queste lettere, tuttavia, sono tutt’altro che inutili… Ma teniamoci questa parte per un punto successivo.

Le combinazioni di lettere

ŒIL – BREDOUILLE – YEUX – TILLEUL

Quando le lettere si combinano tra loro, amano cambiare suono. Ecco una lista dei casi più comuni. Attenzione, però, il francese è ricco di eccezioni!

La E dentro la O:

La nostra amata Œ che si trova in “œil” e “cœur” è una O oppure una E? Nessuna delle due: questo suono deriva dal dittongo greco OJ che in latino è diventato OE e poi in francese si è trasformato in Œ, dove le due vocali si sono fuse assieme in una cosiddetta “legatura”.

La Œ si pronuncia in due modi:

  • [ø] se la Œ è seguita da una U

Esempi: nœud, vœu

  • [œ] se la Œ è seguita da U e F, R oppure L

Esempi: œuf, cœur, sœur

Le altre vocali e il modo per pronunciarle correttamente:

E > EU:

  • [ø], con le labbra quasi chiuse

Esempi: joyeux, peureux, deux

  • [œ], con le labbra che formano una O

Esempi: tilleul, filleul, neuf

E > ER: si pronuncia [e] a fine parola

Esempi: manger, nouer, pérorer

U > OU: la differenza è spesso difficile da individuare perché i due suoni non esistono in tutte le lingue. Quando è “da sola” la U si pronuncia a fior di labbra. Quando è preceduta da una O, il suono è netto.

Esempi: fourbu, voulu, moussu

O > OI: [wa] Esempi: oisiveté, choisir

A > AI: [e] Esempi: maison, raison

A > AI: [ɛ] Esempi: chair, volontaire

A > AU/EAU: [o] Esempi : aurore, roseau

Le consonanti:

Anche le consonanti cambiano suono se sono seguite da certe lettere o vengono raddoppiate.

L > LL: [j] Esempi : famille, babilles

T seguita da I: [s] Esempi: péripétie, obstruction

G seguita da A, O o U: è una G dura [g] come nella parola italiana “gatto”

Esempi: guitare, gaffe, gomme

G seguita da I o E: diventa una G dolce [ʒ] e produce un suono simile alla J francese

Esempi: geôle, Georges, gitan

G seguita da N: [ɲ] Esempi: montagne, oignon

Accenti, cediglie e dieresi

Gli accenti

In francese, ce ne sono tre: l’acuto, il grave e il circonflesso.

É : [e] Esempi: gérer, étoile

È : [ɛ] Esempi: grève, délétère

Ê : [ɛ] Esempi: tête, fête, bête

Per allenarvi, provate a pronunciare la parola “extrêmement” che comprende quattro diverse realizzazioni della E.

La cediglia

Questo suono – uno dei più semplici da imparare – diventerà subito uno dei vostri preferiti: la cediglia si trova sempre sotto la C e trasforma il suono duro [k] in una morbida [s] davanti a O, A e U.

Esempi: glaçant, garçon, déçu

La dieresi

La dieresi serve a separare due vocali che normalmente dovrebbero essere pronunciate assieme.

Esempi : naïf, héroïque

I legamenti

Ecco un’altra eccezione! Ma non temete: se vi dimenticate il legamento, i francesi vi capiranno comunque. Il legamento si opera nel momento in cui una parola che termina per consonante è seguita da una parola che inizia per vocale. La rivincita delle mute?

Esempi: « J’ai beaucoup appris pendant ce voyage », « Je suis allée au cinéma »

La H gioca un ruolo particolare nei legamenti: è un po’ la diva capricciosa della lingua francese. Cambia idea molto spesso e, e, nel caso del legamento, pone il veto nonostante sia muta: nella frase “Les | haricots sont cuits” la S non va letta. Questa regola però non si applica sempre perché, come sappiamo, il francese ama le eccezioni, e in una frase come “Les__heures passent” il legamento c’è, eccome. Ve l’avevamo detto che era una capricciosa!

Non vale la pena di preoccuparsi!

Sì, è vero, la pronuncia francese costituisce quasi un universo parallelo pieno di regole e di eccezioni! È indispensabile fare pratica e abituarsi ai suoni: iniziate dai nostri corsi online nella sezione “Comprensione e produzione orale”. Le lezioni sono pensate a seconda della vostra lingua madre e vi forniscono numerosi esempi di pronuncia per imparare velocemente e senza sforzi!

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