Le mie parole preferite in francese

Tra cui “topo calvo” e “ombelichismo”.
Foto di un cavolo

Quando state imparando una lingua straniera, per varie ragioni, ci sono parole che rimangono impresse nella memoria più di altre: io, ad esempio, ho una lista di belle parole in francese che amo molto.

Alcune esprimono un concetto culturale oppure un’idea intrinsecamente legata alla lingua e alla cultura che si sta studiando, altre trasmettono significati che possono esserci familiari ma che, allo stesso tempo, non hanno un equivalente esatto nella nostra lingua.

Altre ancora, infine, colpiscono semplicemente per la loro bellezza, per il loro suono soave e poetico e perché ci toccano nel profondo. È impossibile elencare tutte le parole francesi più belle e significative, perciò ne ho selezionate solo alcune: buona lettura!

Parole belle in francese

Illustrazioni di Catherine Dousdebes

La lista delle parole in francese che preferisco

1) Nombrilisme

Traduzione: egocentrismo, egoismo, narcisismo

Nombril significa ombelico, quindi la corrispondenza pedissequa di nombrilisme dovrebbe essere “ombelichismo”. La parola viene comunemente tradotta con “egocentrismo, egoismo o narcisismo”, e indica l’atteggiamento di chi è limitato, pedante, fissato su qualcosa in modo puerile.

Malgrado l’espressione esista anche nella lingua inglese (“fissare il proprio ombelico”), è nombrilisme a spiegare in modo incisivo il concetto, elevandolo all’ennesima potenza.

L’“ombelichismo” è anche un fenomeno collettivo, a volte addirittura nazionale, che si verifica quando si tende a confrontare qualsiasi cosa con quello che avviene entro i confini del proprio paese (nombrilisme américain, nombrilisme français, ecc.)

Nombrilisme

2) Vachement

Traduzione: molto, veramente

Tra i simboli distintivi della cultura e dell’identità francesi, il più preponderante è sicuramente la mucca – la vache – un animale che non può certamente essere ignorato in questo Paese di formaggi e latticini e che, data la sua importanza, è addirittura diventato un avverbio da utilizzare per aggiungere enfasi a verbi o aggettivi.

Il vocabolo “vachement”, la cui traduzione letterale è “vaccamente”, significa “molto, estremamente, veramente” e rappresenta un’alternativa più colorita al tradizionale très. L’espressione è così diffusa da aver ormai perso qualsiasi collegamento con il significato della parola da cui deriva (la vache).

Vachement - belle parole in francese

3) Chauve-souris

Traduzione: pipistrello

Chauve significa calvo e souris significa topo, quindi un chauve-souris – un pipistrello – è letteralmente un “topo calvo”. Ma siamo sicuri che la mancanza di pelo sia la differenza principale tra questi due animali? Ci siamo dimenticati che, a differenza del topo, il pipistrello è in grado di volare?

Non sarebbe più corretto chiamarlo souris volante (“topo volante”)? Probabilmente, chi ha scelto il nome francese del pipistrello, lo ha visto per la prima volta addormentato. Ma, anche in questo caso, il nome sarebbe dovuto essere “topo a testa in giù” invece che “topo calvo”. Quel che è certo è che si tratta di un topo molto strano. Anzi… vachement strano!

ChauveSouris

4) Avoir le cafard

Traduzione: essere tristi, depressi (letteralmente: avere lo scarafaggio)

Vi sentite un po’ tristi? Giù di corda? Forse… avete lo scarafaggio. Già, perché avoir le cafard letteralmente significa proprio quello: “avere lo scarafaggio”. E in effetti, chi non si sentirebbe un po’ giù di morale a ritrovarsi addosso uno di quei cosi? Direi che questa espressione rientra di diritto nelle mie parole in francese preferite!

Avoir le cafard - belle parole in francese

5) Chou

Traduzione: cavolo (sostantivo), carino (aggettivo)

Questa è una di quelle parole francesi che non sono solo belle, ma sono anche divertenti. Chou significa cavolo e, come in italiano, si usa anche in combinazione ad altre parole per indicare le diverse varietà di questo ortaggio: chou de Bruxelles è il cavoletto di Bruxelles, chou chinois è il cavolo cinese, chou-fleur è il cavolfiore, chou-rave è il cavolo rapa, e così via.

In francese, però, la parola “cavolo”, è anche utilizzata con un’accezione che va ben oltre l’ambito culinario: si usa, ad esempio, quando si vuole vezzeggiare un bambino (mon petit chou = “il mio cavoletto”), un neonato (bout de chou = “pezzetto di cavolino”) oppure la propria dolce metà (je t’aime, mon chou ! = “ti amo, cavoluccio mio!”).

Chou si usa, inoltre, come aggettivo per indicare qualcosa di adorabile, incantevole, carino, dolce, grazioso, ecc. Tu m’as apporté des fleurs?! Comme tu es chou! – “Mi hai portato dei fiori?! Ma come sei cavolesco!”. Regarde ce bébé-là, comme il est (vachement) chou – “Guarda quel bimbo, è così (vaccamente) cavolesco!”

Chou

6) Ronronner

Traduzione: fare le fusa, ronzare

Oltre ad essere un modo ottimo per far pratica con la erre moscia, il verbo ronronner è perfettamente onomatopeico. Il suono di questo vocabolo, infatti, ne richiama il significato: fare le fusa (come un gatto) o ronzare (come un motore).

Ronronner

7) Dépanneur

Traduzione: meccanico, tecnico riparatore (francese europeo); negozietto all’angolo, minimarket (francese del Québec)

Per una lista di tutte le parole ed espressioni più affascinanti del francese parlato in Québec ci vorrebbe un articolo intero: in questa sede, tuttavia, è interessante ricordare il particolare uso del sostantivo dépanneur.
In francese, come anche in italiano, panne indica un’avaria o un guasto meccanico.

Il verbo dépanner significa “riparare”, ma assume anche il significato più ampio di “aiutare, dare una mano, venire in soccorso”. Un dépanneur (nel francese europeo) è per estensione il meccanico o il tecnico che ripara il guasto.

Gli abitanti del Québec fanno un passo in più, arrivano alla conclusione logica di questo concetto e chiamano dépanneur anche il tipico negozietto all’angolo che vende patatine e bevande.
Se vi capita di andare in panne quando rimanete senza birra e snack… il dépanneur arriverà in vostro soccorso!

Depanneur - belle parole in francese

Altre belle parole in francese

È impossibile elencare tutte le più belle parole francesi, l’ho già detto, ma a parte le mie 8 preferite ce ne sono altre su cui non mi dilungherò ma che secondo me non possono mancare da un elenco delle parole francesi significative, vuoi per il loro suono, vuoi per l’etimologia, vuoi per il significato. Eccole!

  • Bougie (candela): che bougie, molto simile all’italiano “bugia”, voglia dire “candela” in francese, potrebbe non essere una totale sorpresa; “bugia”, in italiano, non vuol dire solo “menzogna” ma anche “portacandele”; ma conoscete l’etimologia di questa bellissima parola francese? Viene dalla città di Béjaïa, in Algeria, celebre nel Medio Evo per la produzione di cera per le candele.
  • Retrouvailles (la felicità nel ritrovarsi, il ricongiungimento): da “retrouver”, cioè “ritrovare”. Retrouvaille è una di quelle parole intraducibili, perché indica il momento di gioca in cui ci si ricongiunge con qualcuno dopo una lunga assenza; in italiano, abbiamo “ricongiungimento”, una parola però molto più “burocratica” e che trasmette poche emozioni rispetto alla parola francese.
  • Zinzinuler (cinguettare): dal latino “zinzilulare”, una parola che più onomatopeica non si può!
  • Coquelicot (papavero): per alcuni è addirittura la parola francese più bella che c’è. Che cosa la rende così affascinante? Beh, in francese “coquelicot” assomiglia moltissimo al verso del gallo, coquerico o cocorico, e non è un certo un caso che la cresta del gallo sia rossa come un… papavero.

Vi sono piaciute queste parole in francese? Ecco le liste delle più belle parole italiane, tedesche e inglesi.

Grazie mille a Julie P., Patrick R. e Agathe C.

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Brandon Johnson

La nascita di Brandon Johnson provocò il terremoto di San Tonterías del 1983 e da allora le sue avventure hanno lasciato il segno sul paesaggio americano: da “la vasca da bagno di Brandon” (il mare di Cortés), a “la sedia pensatoio di Brandon” (Devil’s Tower) a “quel posto dove Brandon inciampò un giorno in Arizona” (il Grand Canyon). Avvistamenti di Brandon vengono regolarmente segnalati a Los Angeles, nella regione del Pacifico Nord-Occidentale, a Berlino ed in luoghi sperduti della campagna francese.

La nascita di Brandon Johnson provocò il terremoto di San Tonterías del 1983 e da allora le sue avventure hanno lasciato il segno sul paesaggio americano: da “la vasca da bagno di Brandon” (il mare di Cortés), a “la sedia pensatoio di Brandon” (Devil’s Tower) a “quel posto dove Brandon inciampò un giorno in Arizona” (il Grand Canyon). Avvistamenti di Brandon vengono regolarmente segnalati a Los Angeles, nella regione del Pacifico Nord-Occidentale, a Berlino ed in luoghi sperduti della campagna francese.