Storia della lingua ebraica e della sua rinascita

Com’è facile immaginare, una storia molto travagliata.
Una mano che regge una lente per leggere l'Antico testamento in lingua ebraica

Tutti noi, bene o male, abbiamo sentito parlare della lingua ebraica, ma si tratta in gran parte di nozioni molto confuse e vaghe, perché si tratta di una lingua a dire il vero misteriosa, a partire dal suo alfabeto. È un vero peccato, perché la lingua ebraica è unica nel suo genere e ha delle particolarità molto affascinanti; una di queste è che è stata riportata con successo nella vita di tutti i giorni e oggi è parlata da milioni di persone.

Che cos’è la lingua ebraica? 

L’ebraico è una lingua millenaria appartenente al gruppo nordoccidentale delle lingue semitiche ed è quindi imparentato con l’arabo. La lingua ebraica antica, conosciuto anche come ‘ebraico biblico’, è la lingua del Tanakh (la bibbia ebraica, che corrisponde all’incirca all’Antico Testamento cristiano) che costituisce la base dello sviluppo linguistico dell’ebraico.

Le prime scritture del Tanakh risalgono al primo millennio a.C. e sono state rinvenute e codificate solo alla fine del secolo scorso grazie alla scoperta dei Rotoli del Mar Morto, un insieme di antichi manoscritti giudaici appartenenti a un periodo compreso tra il terzo secolo a.C.  e la fine del primo secolo d.C. Il più antico testo ebraico conosciuto, tuttavia, è  il calendario di Gezer, che risale al 925 a.C.

L’ebraico mishnaico, la lingua franca degli ebrei eruditi

La lingua ebraica smise di essere una lingua parlata quotidianamente intorno all’anno 200 d.C., in concomitanza con la diaspora degli ebrei, ma continuò ad essere utilizzato nella liturgia, nelle dottrina e nella letteratura ebraiche. Per questo motivo, in questa fase si parla di ebraico mishnaico, l’ebraico in cui è stata scritta la Mishnà, il primo corpus della legge orale, redatto all’inizio del terzo secolo d.C.

La lingua ebraica moderna (ivrit), una lingua rinata con successo

Alla fine del diciannovesimo secolo,  dopo quasi due millenni, non esisteva nessuno tra le popolazioni che parlasse l’ebraico come lingua madre; veniva utilizzato solo per motivi di studio, come seconda o terza lingua, dagli ebrei istruiti.

Il punto di svolta avvenne grazie al “padre” dell’ebraico moderno, Eliezer Ben-Jehuda (1858 – 1922), che ebbe un ruolo primario nell’inserimento della lingua ebraica nelle scuole e, di conseguenza, nella vita quotidiana, diventando lingua ufficiale della comunità ebraica nell’Israele pre-statale (Yishuv). Grazie alla spinta verso una rinascita della coscienza nazionale ebraica, conosciuta prima come “shivat Zion” (ritorno a Sion) e poi come Sionismo, l’ebraico venne progressivamente reintrodotto nella produzione letteraria, sia in prosa che in poesia, in politica e nel giornalismo.

Pensate che Ben-Jehuda sposò la sua prima moglie Deborah solo a condizione che i loro  futuri figli venissero educati esclusivamente in ebraico. Nel 1882, a Gerusalemme, nacque il loro primo figlio Ben-Zion… probabilmente il primo bambino di lingua madre ebraica dopo quasi 2000 anni.

L’ebraico, però, era rimasto “congelato” per molto tempo e non si prestava più alla comunicazione della nuova era. Ben-Jehuda iniziò così a condurre la sua ricerca sulla lingua ebraica dando vita a diversi neologismi per consentire la comunicazione quotidiana contemporanea.

Nel 1910, i primi sei volumi del suo dizionario vennero pubblicati dalla Langenscheidtschen Verlagsbuchhandlung di Berlino. Appena un mese prima della sua morte, avvenuta nel 1922, Ben-Jehuda riuscì finalmente a convincere l’Alto Commissario del Mandato britannico per la Palestina a fare dell’ebraico la lingua ufficiale di Israele, insieme all’arabo e all’inglese.

L’ebraico moderno (Ivrit) sviluppato da Ben-Jehuda è molto simile all’ebraico biblico per quanto riguarda la scrittura e la morfologia, ma nella sintassi e nel vocabolario presenta diverse discrepanze. Ciononostante, può essere considerata l’unica lingua ad essere stata riportata in vita con successo da lingua sacra a lingua standard moderna.

Quante persone parlano la lingua ebraica?

In totale, sono circa 5 milioni le persone di madrelingua ebraica (9,4 milioni i parlanti totali, secondo Ethnologue). Come mai, visto che Israele ha più di 8 milioni di abitanti? La prima, ovvia, ragione è data dal fatto che circa il 20% della popolazione israeliana è araba e, nella maggior parte dei casi, parla l’arabo (la lingua araba è riconosciuta come lingua minoritaria in Israele).

C’è anche una percentuale considerevole di residenti ebrei in Israele provenienti dall’ex Unione Sovietica, alcuni dei quali sono anziani e non hanno mai imparato la lingua ebraica. Inoltre, molti ebrei ultra-ortodossi rifiutano l’ebraico per parlare nel quotidiano e ritengono che dovrebbe essere impiegato solo per pregare e per lo studio dei testi sacri. Oltre a queste grandi minoranze, ci sono numerosi altri gruppi più piccoli della popolazione che non parlano l’ebraico.

L’alfabeto ebraico: da sinistra a destra e senza vocali

L’alfabeto ebraico ha 22 lettere. Per chi ha familiarità solo con l’alfabeto latino, l’ebraico è completamente diverso sotto molti aspetti: la sua scrittura si legge da destra a sinistra e non c’è distinzione tra lettere maiuscole e minuscole. 

Anche se l’alfabeto ebraico è di base consonantico, sono comunque presenti due consonanti che possono assumere il ruolo di vocali per agevolare la lettura. I segni delle vocali, costituiti da punti e trattini,  vengono segnati al di sotto, al di sopra oppure dopo la consonante. Ad esempio, i dizionari, le poesie e i libri per bambini  sono vocalizzati.

Per quanto riguarda lo yiddish (la lingua parlata dagli ebrei aschenaziti e nata in Renania nell’undicesimo secolo), la scrittura in ebraico non è più consonantica e tutte le vocali sono scritte come lettere.

Parlate già la lingua ebraica senza saperlo?

Anche se l’ebraico sembra molto lontano dalle lingue romanze, questa lingua è saldamente legata alla nostra vita quotidiana attraverso l’Antico Testamento. Daniele, Davide, Elisabetta, Jacopo, Giovanni, Maria, Michele, Sara, Susanna sono solo alcuni  dei nomi di origine ebraica entrati a far parte del bagaglio linguistico italiano… in fin dei conti, l’ebraico non è una lingua così lontana dalla nostra.

Questo articolo è apparso originariamente nell’edizione tedesca di Babbel Magazine.

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Katrin Sperling

Katrin (Kat) Sperling è nata e cresciuta a Potsdam, Germania, e dopo il liceo si è trasferita a Toronto, Canada. Non avendo ancora ricevuto la sua lettera da Hogwarts per il suo ventesimo compleanno nel 2011, ha deciso di affrontare finalmente la realtà e andare a studiare linguistica inglese e tedesca a Berlino. Fortunatamente, la linguistica si è rivelata altrettanto magica e ora Kat è felicissima di scrivere articoli sullo studio delle lingue per il magazine di Babbel.

Katrin (Kat) Sperling è nata e cresciuta a Potsdam, Germania, e dopo il liceo si è trasferita a Toronto, Canada. Non avendo ancora ricevuto la sua lettera da Hogwarts per il suo ventesimo compleanno nel 2011, ha deciso di affrontare finalmente la realtà e andare a studiare linguistica inglese e tedesca a Berlino. Fortunatamente, la linguistica si è rivelata altrettanto magica e ora Kat è felicissima di scrivere articoli sullo studio delle lingue per il magazine di Babbel.