Lingua che parli, particolarità che trovi

Espressioni idiomatiche e parole curiose

Non sono solo semplici modi di dire, le espressioni idiomatiche ci aiutano a capire chi siamo.
Bizzarre, originali e spesso illogiche, le espressioni idiomatiche della lingua italiana fanno parte della cultura nazionale, sono una peculiare modalità di comunicare, di esprimere un concetto con una locuzione alternativa, che ha bisogno di lunghe parafrasi per trovare senso. Sono espressioni che ci divertono tantissimo e, in alcuni casi, sono quasi una filosofia di vita.

Detti anche idiomatismi, i modi di dire regalano colore al linguaggio, identificano e differenziano dagli altri. In un concetto solo: ci rendono unici. Possiamo affermare con assoluta certezza che le espressioni idiomatiche del Belpaese hanno una marcia in più: oltre alle parole anche la mimica italiana è celebre in tutto il mondo. Sì, quel modo tutto nostro di non “stare con le mani in mano”, citando appunto un noto modo di dire del Bel Paese.

Se, invece, volessimo dare una spiegazione più “formale”, suonerebbe più o meno così: gli idiomatismi sono quelle frasi che non trovano senso dalla combinazione dei significati delle singole parole di cui sono composti, ma dall’interpretazione condivisa da tutti i parlanti.

Alcuni esperti sostengono che in origine i modi dire avevano un senso letterale, che oggi non viene più usato, a favore di uno più figurativo. Questa affermazione, però, non trova un riscontro certo… la nascita delle frasi idiomatiche si perde nella notte dei tempi, e risulta difficile disegnare le tappe che queste espressioni hanno fatto per arrivare fino ai giorni nostri.

Ma “bando alle ciance”, scopriamo quali sono le frasi idiomatiche più usate e curiose della lingua italiana.

Non battere la fiacca… scopri i modi di dire in italiano più comuni!

Piove sul bagnato

“Piove sul bagnato: lagrime su sangue, sangue su lagrime”. È Giovanni Pascoli che scrive per primo nelle sue “Prose” l’espressione “piove sul bagnato”. Nella mente del poeta c’era l’urgenza di esprimere che le disgrazie non vengono mai ma da sole, ma sono accompagnate da altre disgrazie.
La frase nel tempo è entrata nel linguaggio comune, e oggi è usata per indicare anche il suo esatto contrario: le fortune capitano solo a chi è già fortunato. Viene utilizzata spesso in riferimento alle condizioni economiche di una persona.

Acqua in bocca

L’importante è non berla! Perché il monito della frase “acqua in bocca” è proprio trattenerla per non lasciarsi sfuggire un segreto inconfessabile. Del resto, con la bocca piena non si può e non si deve parlare. Secondo il lessicografo Pietro Giacci, questo modo di dire trova la sua origine nella storia di una donna devota, che però non riusciva a tenere la bocca chiusa… anzi, aveva proprio la “lingua lunga”. Un sacerdote le consigliò di bere qualche goccio d’acqua tutte le volte che sentiva l’irrefrenabile desiderio di parlare male di qualcuno, aiutandola così a non peccare. Il consiglio ebbe talmente tanto successo che la donna arrivò a pensare che l’acqua fosse miracolosa. Da quel momento in poi l’idiomatismo è entrato a far parte del linguaggio comune.

Non avere peli sulla lingua

E se tenere l’acqua in bocca” vuol dire non parlare, “non avere peli sulla lingua” significa il contrario. Questa espressione è, infatti, associata a una persona che dice tutto quello che pensa, sincera di natura, disposta ad accettare qualsiasi giudizio pur di dire le cose come stanno, con franchezza e schiettezza. Come è facile intuire, se avessimo i peli sulla lingua sarebbe difficile parlare: chi non li ha, quindi, riesce a dire tutto quello che vuole con estrema facilità.

Chiodo scaccia chiodo

In amore la frase idiomatica “chiodo scaccia chiodo” è usata tantissimo e significa che per digerire al meglio una relazione finita – e forse farsene anche una ragione – bisogna buttarsi subito in un’altra relazione. Sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita, no?!

L’espressione affonda le sue radici ai tempi dei romani: ne troviamo traccia, infatti, nelle “Tusculanae” di Cicerone. Ma non solo, anche Petrarca usa “chiodo scaccia chiodo” nel suo “Trionfo d’Amore” e persino Ariosto nell’ “Orlando Furioso”. Si potrebbe dire che l’amore finito male non risparmia mai nessuno, in nessuna epoca, nemmeno gli intellettuali e gli scrittori più noti.

Le espressioni idiomatiche italiane nel mondo: come si traducono?

Dal carro che non va messo mai davanti ai buoi, alla gatta frettolosa che fa i gattini ciechi a non avere quel fastidioso pelo sullo stomaco, di certo in Italia non mancano le espressioni idiomatiche. Se volessimo, però, tradurre letteralmente una di queste frasi a cena con un amico straniero, vedremmo spuntare sulla sua faccia un grandissimo punto interrogativo. Prima di qualche risata garantita.

Questo succede perché gli idiomatismi di qualsiasi lingua sono quasi sempre intraducibili. Queste frasi fanno parte della cultura di una nazione, della sua filosofia di vita, identificano il suo passato caratterizzandone il presente, e tradurle equivarrebbe a snaturarle. Esistono, però, delle espressioni simili, che vengono usate per esprimere lo stesso concetto utilizzando figure retoriche comuni o vicine tra loro.

Abbiamo raccolto alcune frasi idiomatiche in italiano che hanno il loro corrispettivo in un’altra lingua, e li abbiamo divise per macro tematiche… ce ne sono alcune veramente bizzarre, altre impensabili, altre ancora molto simili.

I modi di dire italiani sugli animali

I modi di dire adorano gli animali. Se vogliamo fare bella figura e tradurre in francese “non svegliare il can che dorme”, per dire di non provocare qualcuno evitando così spiacevoli sorprese, dobbiamo ricordare che non è l’amico fido a sonnecchiare sotto la Torre Eiffel, ma il gatto. L’espressione, infatti, si traduce con “ne réveillez pas le chat qui dort”.

E ancora, “chi dorme non piglia pesci” in spagnolo si traduce “camarón que se duerme se lo lleva la corriente”, che letteralmente vuol dire il gamberetto che si addormenta viene portato via dalla corrente.

Quante volte abbiamo detto “I know my chickens”, strizzando l’occhio per far vedere a tutti che noi l’inglese lo sappiamo alla perfezione. E invece no, la frase “conosco i miei polli”, usatissima in italiano, nel Regno della Regina Elisabetta si dice “I know who I’m dealing with”. Sorry!

I modi di dire italiani sul cibo

In Italia, le espressioni idiomatiche che prendono in prestito il cibo sono tantissime. Se si vuole dire a un francese di “farsi i cavoli suoi”, dobbiamo suggerirgli di badare alle sue cipolle, ovvero: “occupe-toi de tes oignons”.

Come bere un bicchier d’acqua” in Inghilterra è “a piece of cake”… evidentemente per gli inglesi è molto più semplice mandare giù un pezzo di torta, magari con una bella tazza di tè fumante alle 5 del pomeriggio.

Restando in tema pasticceria, in Spagna l’espressione “se non è zuppa è pan bagnato” si traduce con “a falta de pan, buenas son tortas”, ovvero se non c’è pane, andranno bene le torte.

I modi di dire italiani sulla natura

Ora è la volta dei modi di dire che prendono in considerazione il mondo naturale. “Parlare al vento” in Francia si traduce con un’espressione un po’ forte ma sicuramente più suggestiva, ovvero “pisser dans un violon”, che letteralmente vuol dire urinare dentro un violino.

In Spagna, “tra dire e il fare c’è di mezzo il mare” si dice “del dicho al hecho hay mucho trecho”, che tradotto alla lettera è dal detto al fatto c’è molta strada.

Essere “al settimo cielo”, in Inghilterra si traduce, oltre che con il letterale ma meno diffuso “be in seventh heaven”, anche con l’espressione “on cloud nine”… ancora più in alto. Mentre, in tedesco “mettere le mani sul fuoco” si dice allo stesso modo: “die Hand für jemanden ins Feuer legen”.

I modi di dire italiani su persone e relazioni

Infine, come si traducono le frasi idiomatiche sulle persone e sulle relazioni? “Del tal palo, tal astilla” in spagnolo vuol dire “tale padre, tale figlio”, ovvero tale palo, tale asta. Se siamo a Parigi e vogliamo dire “avere la botte piena e la moglie ubriaca”, riferito alle persone che vogliono avere solo vantaggi senza perdere nulla, dobbiamo pronunciare le parole “avoir le beurre et l’argent du beurre”, ossia avere il burro e i soldi del burro. Per dirlo in inglese basta sostituire il burro con una torta: “have your cake and eat it too”, ovvero tenersi la propria torta e allo stesso tempo mangiarsela.

Sempre sulla stessa scia, “born with a silver spoon in one’s mouth” in Inghilterra vuol dire “essere nati con la camicia”, ovvero essere nati con un cucchiaio di argento in bocca… una bella fortuna, insomma!

Ad ognuno NON il suo: le espressioni italiane intraducibili

Le cose che la lingua italiana ha in comune con le altre sono davvero tante. Si capisce agevolmente che la passione per il cibo unisce indistintamente tutti gli europei (gli italiani non sono gli unici food lovers al mondo, anche se costa ammetterlo), ma abbiamo anche scoperto che nelle culture popolari cani, gatti, polli e cavoli la fanno da padrone.

Se è bello avere così tante cose in comune però, è altrettanto bello sentirsi unici e speciali, e ogni lingua lo è senza dubbio. Esistono infatti delle espressioni e delle parole italiane che sono del tutto intraducibili in altre lingue, modi di dire esclusivi che contraddistinguono i parlanti italiano ovunque vanno. E, ovviamente, nella maggior parte dei casi sono parole famosissime, parole che identificano subito gli italiani e che tutti vogliono imparare non appena si avvicinano alla cultura del Belpaese. Alcune sono così famose da essere finite addirittura… in una canzone!

Spaghettata

Già detto, niente contraddistingue l’Italia quanto l’amore per il cibo, tanto da aver creato anche una parola che nasce da un semplice formato di pasta.
La spaghettata non è altro che un bel piatto di spaghetti (il condimento in questo caso non è importante, si può spaziare da una bella aglio olio e peperoncino ad una ricca pasta al pomodoro), ma in realtà come modo di dire indica piuttosto una cena informale, magari tra amici, come in questo esempio:

“Ragazzi, stasera spaghettata da me?”

Questa espressione è intraducibile in altre lingue ma rappresenta perfettamente la convivialità del sedersi tutti insieme a tavola, con un bel piatto di spaghetti fumanti davanti!

Ti voglio bene

Questa espressione ha un significato ben preciso, che non trova molte corrispondenze in altre lingue, perché ha un senso completamente diverso da “Ti amo”.

Entrambe le espressioni fanno parte della sfera affettiva, ma si usano in modo molto diverso: “Ti amo” indica un sentimento forte ed intenso, che fa riferimento solo alle relazioni romantiche, e può essere tradotto con “I love you”, “Te quiero”, “Je t’aime” e così via.
“Ti voglio bene” invece si usa esclusivamente per esprimere il nostro affetto ad amici, parenti e genitori.

Quindi, se ad un amico inglese si può dire tranquillamente “I love you” senza che si faccia strane idee, attenzione a dire “ti amo” agli amici italiani!

A cosa dobbiamo questa distinzione così marcata? Il merito è tutto di Catullo, massimo esperto di amore e sentimenti dell’antica Roma. Il poeta, già nel Carme 72, distingueva il termine “amare”, inteso come “amare con passione”, dall’espressione “bene velle”, ossia volere bene.

Abbiocco

Ecco un’altra espressione tutta italiana e capace di descrivere con una sola parola una sensazione ben precisa, quella della sonnolenza che ci coglie dopo un pranzo particolarmente abbondante (o quando dopo la pausa pranzo, bisogna ricominciare a lavorare!).

“Abbiocco” nasce come voce regionale che dall’Italia centrale si è diffusa poi nell’italiano comune e deriva dalla “biocca”, ossia la “chioccia”. “Abbioccarsi” significa quindi rannicchiarsi come la gallina che cova le uova, ma presto ha assunto il significato di “assopirsi”.

La sensazione di sonnolenza dopo un pasto è molto comune e infatti altre lingue si trovano espressioni come “food coma” in inglese oppure “Schnitzelkoma” e ”Suppenkoma” in tedesco, ma forse nessuna rende l’idea e la sensazione come il nostro “abbiocco”. Inoltre, in italiano la parola si è talmente diffusa da non essere più legata solo al cibo, ma da poter essere utilizzata in diverse situazioni: niente che una bella tazza di caffè non possa risolvere, comunque.

Mamma mia

Forse qui si cade in un cliché, ma nessuno ama la mamma come gli italiani. Tanto da aver inventato un’espressione che ci permette di nominarla sempre: se qualcuno o qualcosa infastidisce, in Italia si esclama “Mamma mia, che noia!”, se si passa davanti al Colosseo e lo si trova incredibile: “Mamma mia, che bello!”, se si mangia un piatto particolarmente gustoso ecco un altro: “Mamma mia, che buono!”.

Insomma, “Mamma mia” si presta ad ogni situazione: stupore, paura, gioia, contrarietà, tutto dipende dal modo in cui viene pronunciata. Ed è probabilmente tra le espressioni italiane più famose, tanto che gli ABBA, famoso gruppo pop svedese, nel 1975 le ha dedicato una canzone, il cui titolo è proprio “Mamma mia!”:

Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again?
My my, just how much I've missed you

Boh

Ecco un’altra parola italiana famosissima, intraducibile e che assume sfumature diverse in base al tono con il quale si pronuncia.

La parola “boh” è usata spessissimo dagli italiani, soprattutto nei contesti informali ed esprime incertezza ma anche incredulità. Può quindi essere resa con un “non lo so” o un “non ne ho idea”, ma nessuna di queste frasi ha la stessa espressività di un bel “boh!”.

La particolarità di questa interiezione (tra le parole italiane preferite dall’attore e insegnante Peter Sloan) è che può esprimere un significato leggermente diverso in base al contesto e al tono di voce: dall’impossibilità di conoscere la risposta ad una domanda allo scetticismo.

E non dimentichiamo il gesto di accompagnamento tipico del boh: bocca all’ingiù, scrollata di spalle e alzata di mani. Inequivocabile.

Espressioni idiomatiche comuni nelle varie lingue

Ora che abbiamo visto le peculiarità della nostra lingua, si può tornare alle cose che non solo si hanno in comune, ma che praticamente esprimiamo allo stesso modo in più lingue.

Alcune frasi idiomatiche italiane sono identiche se dette in spagnolo, inglese o francese e quindi mostrano, semmai ce ne fosse davvero bisogno, le comuni radici linguistiche.

Queste espressioni sollevano gli incauti parlanti anche, per una volta, dal terrore di fare errori quando si traduce in modo letterale (paura quasi sempre giustificata). Nella maggioranza dei casi la struttura di una frase italiana non si può tradurre letteralmente in inglese, perché risulterebbe innaturale o addirittura senza senso. Questo è particolarmente vero quando si tratta di espressioni idiomatiche (ricordi l’esempio “I know my chickens”?!), perché profondamente legate alla cultura del luogo in cui sono nate.

Ci sono però delle eccezioni a questa regola: ecco alcuni esempi.

La ciliegina sulla torta

Si tratta di un’espressione, utilizzata per lo più in modo ironico, che indica ciò che completa un’opera o una situazione. In spagnolo si dice “La guinda del pastel” e in francese “C’est la cerise sur le gâteau”, anche se i nostri cugini d’Oltralpe usano questa fase con una connotazione negativa, come per dire “ci mancava solo questo!”.
Gli inglesi hanno invece ben due varianti per questo modo di dire: “The cherry on the cake”, identico all’italiano”, oppure “The icing on the cake”, ossia “la glassa sulla torta”. Stesso concetto, gusti diversi.

Meglio tardi che mai

Con questa espressione si indica il ritardo con cui finalmente avviene qualcosa di molto atteso o desiderato, ma per la quale si erano quasi perse le speranze.

In questo caso la traduzione è letterale in ben cinque lingue europee:

In spagnolo si dice Más vale tarde que nunca
In francese Mieux vaut tard que jamais
In inglese Better late than never
In tedesco Besser spät wie nie
In portoghese Antes tarde do que nunca.

La speranza è sempre l’ultima a morire, in tutte le lingue!

Siamo sulla stessa barca

Quando ci si trova nella stessa situazione insieme a qualcun altro, solitamente una situazione spiacevole, lo si può consolare dicendogli che “siamo nella stessa barca” e spingerlo così a collaborare per uscirne insieme.

Anche gli inglesi utilizzano un’espressione simile, “To be in the same boat”, insieme agli spagnoli, che dicono “Todos en el mismo barco” e ai francesi con l’espressione “Être dans le même bateau”.

Segno che, in caso di problemi, si possono sempre unire le forze, al di là di qualsiasi differenza.

Battere il ferro finché è caldo

Se invece la situazione in cui ci si trova è molto positiva, è meglio approfittare subito delle circostanze favorevoli, perché potrebbero cambiare. In Italia si consiglia di “Battere il ferro finché è caldo”, ma farebbero lo stesso anche:

Gli inglesi, con “To strike while the iron is hot”
I francesi, con “Battre le fer pendant qu'il est chaud”
I portoghesi, con “Bater enquanto o ferro está quente”
Gli spagnoli, con “Al hierro candente batir de repente”
I tedeschi, con “Das Eisen schmieden, solange es heiß ist”.

Un concetto che in latino si può esprimere in due semplici parole: Carpe diem!

All’estero non scherzano: le espressioni straniere più bizzarre

Per concludere in bellezza questa carrellata sulle espressioni idiomatiche ecco i modi di dire più bizzarri e strani presenti in altre lingue, europee ma non solo.
Alcune fanno davvero sorridere, altre hanno un qualcosa di inquietante, ma sono tutte interessanti perché riflettono pienamente la cultura della nazione che le ha inventate.

Ecco le migliori:

Hair op per tanden hebbe

È un’espressione olandese che, letteralmente, si può tradurre con “avere i capelli sui denti”. Con questo modo di dire si indica una persona particolarmente decisa e determinata, pronta a tutto per ottenere i propri obiettivi. In Italia si potrebbe dire, come visto, “avere pelo sullo stomaco”.

Musztarda po obiedzie

Con questa espressione i polacchi comunicano che ormai è troppo tardi per fare qualcosa, perché ormai gli eventi sono già accaduti. Si traduce letteralmente con “mostarda dopo pranzo” e l’espressione italiana che si avvicina di più è “inutile piangere sul latte versato”: sempre in tema cibo!

Glida in på en räckmacka

Avanzare scivolando su un panino di gamberetti”: con questa immagine, davvero unica e colorata, gli svedesi indicano chi ha una vita facile, senza problemi. In Italia scivolare su un panino di gamberetti potrebbe sembrare tutt’altro che facile, ma in Svezia deve essere una situazione comune!

He Það pylsuendanum rúsínan í

Per gli islandesi, “trovare l’uva alla fine dell’hotdog” vuol dire ricevere una sorpresa inaspettata. Se positiva o negativa, dipende dai propri gusti in fatto di uva!

Å svelge noen kameler

Quando in Norvegia si dichiara di “ingoiare qualche cammello”, vuol dire che è arrivato il momento di arrendersi. In Italia va molto meglio, i rospi sono decisamente più facili da ingoiare!

صوم وأفطر على بصلة

In arabo, quando si dice “rompere il digiuno con una cipolla”, si intende dire che si è ottenuto meno di quello che ci si aspettava: e se si immagina quanto sia faticoso restare a digiuno tutto il giorno in tempi di Ramadan, capiamo benissimo la delusione di ricevere per cena, dopo il tramonto, solo una misera cipolla!

ほっぺたが落ちる

Il miglior complimento che può fare un giapponese ad un piatto? Dire “le mie guance stanno cadendo”, ossia questo cibo è davvero ottimo!

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