Le parole latine che usiamo tutti i giorni (o quasi)

Il latino è spesso considerato una lingua morta. Ma è davvero così? Non si parla, dunque non evolve, è vero; ma ne conserviamo memoria e uso nel nostro linguaggio quotidiano. Sono tantissime le parole latine che usiamo nella vita di tutti i giorni. A volte sono espressioni latine dotte, a volte sono parole che nemmeno ci rendiamo conto che l’italiano ha conservato tali e quali com’erano più di 2000 anni fa!
Il latino è in effetti una lingua molto affascinante che, oltre a rendere più flessibile la nostra mente, permette anche di raggiungere una conoscenza più approfondita di quelle lingue – chiamate “romanze” – che derivano proprio dal latino; tra queste: l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese e il romeno (e diverse altre meno diffuse, soprattutto nell’Europa mediterranea). Chi, dunque, conosce il latino ha decisamente più facilità nell’apprendimento di queste lingue, ne conosce in un certo senso la radice – e non è certo un vantaggio da poco!
In ogni caso, potreste rimanere sorpresi nel rendervi conto di quanti termini latini siano quotidianamente utilizzati nella lingua corrente (e non solo in italiano); e di quanto voi stessi li usiate. Ne vediamo qualcuno insieme?
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Illustrazione di Eleonora Antonioni
Le parole latine usate più spesso
Absit iniuria verbis
Anche se forse non l’avrete sentita dire così spesso, “Absit iniuria verbis” (letteralmente: “sia lontana l’ingiuria dalle parole”) è una delle locuzioni latine che si leggono di frequente nei giornali. Il suo significato è, più o meno, simile a “sia detto senza offesa”.
A priori
Letteralmente: “da ciò che è prima”, si usa per indicare un concetto che si dovrebbe conoscere a prescindere dall’esperienza.
A posteriori
Questa locuzione latina è l’esatto opposto di “a priori”. “A posteriori” (letteralmente: “da ciò che è dopo”) indica una conoscenza raggiunta proprio attraverso l’esperienza.
Ad hoc
Letteralmente significa per questo e viene utilizzata per dire che qualcosa è stato creato per una particolare circostanza. Per esempio: quando si disegna un progetto unico su richiesta di un cliente, si dice che è un progetto ad hoc.
Bis
Di certo una delle parole latine più note. Solitamente, alla fine di un concerto, per manifestare entusiasmo e apprezzamento per l’esecuzione, usiamo chiamare a gran voce un bis (letteralmente: “due volte”) affinché il musicista o l’orchestra accontentino il pubblico con un altro pezzo.
Carpe diem
Letteralmente “cogli il giorno“, è una delle espressioni latine più celebri. La usò Orazio (Odi I, 11) e in italiano viene spesso tradotta in cogli l’attimo. È considerata il manifesto della «teoria del piacere», un invito a cogliere le occasione che la vita ci dà.
Curriculum vitae
C’è un’altra espressione che prima o poi abbiamo usato o dovremo usare tutti: curriculum vitae (letteralmente “corso della vita”; cui può seguire “et studiorum”, cioè “e degli studi)”, che abbreviamo semplicemente in curriculum, come alternativa più diffusa all’italiano “curriculo”, che pur esiste.
Deficit
Viene da “deficere”, cioè “mancare”. Quante volte ci tocca sentire questa parola? Si usa generalmente in ambito economico, medico e relazionale: è una mancanza o carenza. Da qui, anche l’etimologia della parola difetto.
Do ut des
Letteralmente “io do, affinché tu dia”: descrive bene l’idea di un contratto, ma in italiano indica l’idea di volontà e opportunità; ovvero, essere disposti a cedere qualcosa per ottenere uno scambio vantaggioso. Attenzione: lo stesso concetto viene espresso nel mondo anglosassone con quid pro quo (letteralmente “qualcosa al posto di qualcos’altro”), da non confondere con il qui pro quo usato nei paesi di lingue neolatine, ma lo vedremo più avanti.
Eccetera
Spesso abbreviato in ecc. o etc. è un avverbio che deriva dal latino et cetera (letteralmente “e le altre cose”). Si può rafforzare l’idea di lunghezza, ripetendolo due volte, eccetera eccetera significa «e via dicendo».
Facsimile
Ecco una di quelle parole latine di cui alcuni nemmeno sospettano l’origine. Facsimile deriva dal composto latino “fac” (imperativo del verbo fare) e “simile”; in senso figurativo, sta a significare una copia esatta di qualcosa, parola che diede il nome al sistema di trasmissione di immagini telefax, proprio lui, il fax dei meravigliosi anni ’80.
Gratis
È la forma contratta di “gratiis” (letteralmente “per i favori”), ablativo di “gratia”. Significa, com’è noto, gratuitamente o senza compenso.
Grosso modo
Forse non ve ne eravate mai accorti ma “grosso modo” (o “grossomodo”) è un’altra locuzione latina (seppur di origine medievale) che significa “fatto in maniera grossolana”; si usa oggi per intendere un’approssimazione, più o meno, o all’incirca.
Habitat
Una delle parole latine che sentiamo dire più spesso no? In latino significa “lui, lei abita”, mentre noi la utilizziamo per indicare un particolare luogo le cui caratteristiche permettono a una specie di vivere.
Hic et nunc
Letteralmente “qui ed ora”, viene utilizzata per intimare a qualcuno di sbrigarsi, che ulteriori ritardi non saranno concessi.
Honoris causa
Letteralmente “a motivo di onore”, l’avrete sentita dire milioni di volte. La laurea honoris causa viene assegnata a personalità che si sono distinte in uno specifico campo.
Horror vacui
La locuzione indica letteralmente l’orrore del vuoto.
Humus
Letteralmente “terra”, questa parola latina indica un complesso di sostanze organiche presenti su un terreno. In senso lato, viene anche utilizzata per descrivere un particolare ambiente che ha creato le condizioni ideali per la nascita di un fatto, di una situazione o di una tendenza (il cosiddetto “humus culturale”, per esempio).
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In primis
Letteralmente significa “per prima cosa”: può sostituirsi a “innanzitutto” ed è comunemente usato per rimarcare l’importanza di un concetto o qualcosa che è posto all’inizio di una lista.
Lapsus
Si tratta di una parola che deriva dal verbo latino “labare”, cioè “scivolare”. Curiosità: un esempio di lapsus ricordato da Freud riguarda proprio le parole straniere che spesso ci sfuggono!
Mala tempora currunt
Letteralmente significa “corrono tempi cattivi” ed è un’espressione del latino volgare (o almeno così si pensa, visto che non è registrata in nessuno degli autori classici) che si usa per lamentare la situazione dei tempi storici che si stanno vivendo.
Mirabile dictu!
Letteralmente “cosa meravigliosa a dirsi”, questa espressione viene utilizzata per esprimere sbalordimento.
Non plus ultra
Non plus ultra (letteralmente “non più avanti”) indica il massimo grado di perfezione, in diversi ambiti e contesti. Tradizione vuole che questa sia anche l’iscrizione posta sulle mitiche Colonne d’Ercole, il limite estremo del mondo conosciuto alla civiltà classica occidentale.
Nota bene
Spesso abbreviata in N.B, sembra italiano a tutti gli effetti, ma è una locuzione latina che che invita a porre particolare attenzione a qualcosa, a un testo sintetico che, solitamente, segue o sta poco prima.
Obtorto collo
“A collo torto”: è una di quelle espressioni latina che sono poco immediate ma che sentiamo ripetere molto spesso. Significa, in sostanza, che si sta facendo qualcosa per imposizione altrui, contro la propria volontà.
Opera omnia
È la raccolta di tutte le opere di un autore, presentate nella loro forma più completa e definitiva.
Per aspera ad astra
Nessuno degli autori classici l’ha scritta esattamente così, ma “Per aspera ad astra” è una di quelle locuzioni latine che ha avuto più successo: la si trova nei libri, nei giornali, sugli stemmi, nei film, addirittura nei videogiochi. Significa “attraverso le asperità, verso le stelle” e descrive la condizione degli eroi mitologici, che dovranno passare molte difficoltà prima di poter salire sull’Olimpo con gli dèi. È insomma una formula di incoraggiamento.
Pro bono
Letteralmente “per il bene”: si usa in riferimento a un’attività che si compie a titolo gratuito, o come servizio reso volontariamente alla comunità.
Qui pro quo
Sta a significare un equivoco o un malinteso (letteralmente significa “qualcosa al posto di qualcos’altro“). Curiosità: sembra che nel tardo Medioevo questa locuzione venisse usata da medici e farmacisti per sostituire o prescrivere un medicamento invece di un altro, di eguale effetto.
Relata (rè)fero
Letteralmente “riferisco cose riportate” e si sottintende “da altri”: si usa per sottolineare estraneità a fatti o situazioni di cui si sta parlando.
Statu(s) quo
L’ellissi dell’espressione latina “in statu quo ante” (letteralmente: “nella situazione precedente”) con la quale si fa riferimento a una situazione di un dato momento. Generalmente, si sottintende uno stato di equilibrio di forze (economiche, sociali, politiche) che può essere mantenuto o dissolto.
Tertium non datur
Vuol dire letteralmente “una terza cosa non è data” stabilisce che non esiste una terza opzione o una soluzione alternativa alle due che sono state dichiarate in precedenza. L’espressione ben rappresenta il principio logico del terzo escluso (altro principio formulato da Aristotele, questa volta nella Metafisica.
Ultimatum
Dal latino “ultimus”, cioè “ultimo”: indica l’ultima decisione o l’ultimo avvertimento prima che una situazione (solitamente diplomatica) degeneri.
Vademecum
“Vade mecum” significa “vai, vieni con me” e in italiano viene sostantivata in “vademecum”: parola che si riferisce a un’agile pubblicazione, un manualetto di istruzioni da consultare facilmente, un prontuario… proprio come questo!