Ad alta rotazione: i successi italiani all’estero

Da Shanremo alla lingua di Ghali, la canzone italiana nel mondo

Clicchiamo su playlist “Top canzoni italiane all’estero”, in riproduzione (non) casuale: i cantanti italiani dominano i Daily Mix di Spotify in giro per il mondo. Tantissimi grandi artisti, da Ramazzotti a Laura Pausini, passando per Toto Cutugno, sono amati in paesi stranieri, tra lunghi tour e milioni di copie vendute.

Altri, come Ghali, mixano con sonorità e parole che ricordano le loro origini o duettano con gli idoli della Generazione Z, ad alta rotazione e milioni di condivisioni. Da Sanremo a Shanremo, dai grandi big del passato fino a tha Supreme, dai featuring alle cover di grido, l’italiano viene tradotto, duettato, interpretato, stravolto ma sempre valorizzato e apprezzato come lingua dalle sonorità profondamente musicali.

Le hits contribuiscono ad accrescere il fascino della nostra lingua: abbiamo intrapreso un lungo viaggio musicale tra curiosità, ascolti da capogiro sulle principali app di streaming e canzoni italiane cantate a squarciagola in tutto il mondo.

Le canzoni italiane tradotte all estero? Tantissime: scopri l'amore per l'Italia, attraverso la muscia!

  • L'America Latina adora le canzoni italiane d'amore

  • Gli anni '60 italiani sono nel cuore dei russi, soprattutto Albano e Romina

  • Icone italiane della Gen Z come Mahmood hanno riscosso un successo planetario

La diffusione delle canzoni italiane nel mondo

In America Latina spopolano Laura Pausini ed Eros Ramazzotti

La regina italiana di Spotify non ha rivali: Laura Pausini con "Io sì" di Diane Warren ha vinto i Golden Globe 2021 per la migliore canzone originale nel film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti, ed ora candidata al premio Oscar. Non per niente la cantante pluripremiata ha raggiunto un miliardo di riproduzioni in streaming su Spotify, prima italiana a conquistare questo record. Il merito va soprattutto alla sua fan-base in America Latina. Le sue canzoni in spagnolo sono infatti molto amate in Messico, Cile e Argentina ma anche in Spagna e negli Stati Uniti. Nella classifica dei brani della Pausini più ascoltati, troviamo al primo posto “En cambio no” (“Invece no” in versione spagnola), che supera 55 milioni di riproduzioni. Quasi a pari merito, con oltre 53 milioni di stream, c’è la versione spagnola di “Strani amori”, “Amores Extraños”, canzone presentata al Festival di Sanremo nel 1994.
All'estero, soprattutto nei paesi di Centro e Sud America, un altro cantante italiano molto apprezzato è Eros Ramazzotti. Secondo gli Insights della piattaforma video più celebre al mondo, YouTube, nell’ultimo anno il cantante sarebbe stato ascoltato più a Città del Messico che a Milano: 12.6 contro 12.2 milioni di visualizzazioni.

L’incredibile successo della musica italiana nei paesi dell’ex URSS

Fatto curioso: la musica italiana ha lasciato un segno profondo anche nei paesi dell’ex URSS. Fu nel 1983 che si aprì una finestra sulla musica Made in Italy, quando sulla Televisione di Stato sovietica venne trasmessa la serata conclusiva di Sanremo. I cittadini sovietici ebbero così modo di conoscere un mondo fino a quel momento sconosciuto: Toto Cutugno, Celentano, Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina, Pupo e Riccardo Fogli da quel momento divennero delle vere icone musicali. Le loro tournée hanno fatto il tutto esaurito nell’intero territorio sovietico, con milioni di dischi venduti.

Ancora oggi I Ricchi e Poveri si esibiscono regolarmente in Russia in occasione di feste private e manifestazioni pubbliche. La Crocus Hall di Mosca ha ospitato nel 2013 Al Bano e Romina Power in tre grandiosi concerti che hanno registrato il tutto esaurito. Come se non bastasse, nel 2013 a Sanremo Toto Cutugno canta ""L'Italiano"" portandosi dietro l’intero coro dell’Armata Rossa.

A proposito di Toto Cutugno, sapevate che su YouTube ha raggiunto 1.73 milioni di visualizzazioni nell’area oramai ex-sovietica? Città come Tbilisi, Kiev e Mosca hanno registrato circa mezzo milione di visualizzazioni dei suoi video musicali. Non è da meno Pupo, che nel 2020 ha ottenuto oltre un milione di visualizzazioni in Russia.

Le icone italiane senza tempo ascoltate nel mondo intero

Tra i cantanti più amati di sempre non si può non citare Mina che viene apprezzata tanto nel Belpaese quanto all’estero: Spagna, Germania, Francia, Stati Uniti, Argentina, Svizzera, Regno Unito e Messico. I dati di YouTube parlano chiaro ancora una volta: nel 2020 i video di Mina presenti sulla piattaforma hanno ottenuto in questi Paesi un range di visualizzazioni che va dal mezzo milione fino ad arrivare quasi ai due milioni. Ovviamente in testa alla classifica non potevano non comparire canzoni molto amate come “Amor mio”, “Oggi sono io” e “Ancora, ancora, ancora”.

Un’altra icona femminile senza tempo è ovviamente Raffaella Carrà, con il suo entusiasmo contagioso riesce a far ballare sempre tutti. La versione spagnola della celebre “Tanti Auguri”, “Hay Que Venir Al Sur”, è in cima alla lista delle canzoni della cantante più ascoltate nell’ultimo anno insieme a “Fiesta”. Neanche a dirlo, in Spagna e in Argentina i suoi video superano i 2 milioni di visualizzazioni su YouTube, un successo dovuto probabilmente anche al nuovo musical “Ballo ballo”.
Altro pilastro della musica del Belpaese è Adriano Celentano che con il ritornello distintivo sulle note di “Azzurro” è molto apprezzato oltre che in Russia anche in Germania, Ucraina, Francia, Georgia, Stati Uniti e Spagna.

Come si traduce un successo?

Fedeltà all’originale o cambiamento: le traduzioni dei titoli e dei testi

Le canzoni italiane, ok, sono un successo planetario, ma come vengono tradotte? Il passaggio tra una lingua e l’altra, tra una cultura e l’altra lascia due possibili alternative: tradurre - letteralmente o meno - testi e titoli o lasciarli in lingua originale.
Da Laura Pausini a Eros Ramazzotti, spesso i titoli delle canzoni italiane in spagnolo non differiscono troppo dall’originale. Il titolo di “La solitudine” è stato tradotto in “La soledad” in Spagna, Sud America e negli Stati Uniti, ma anche in portoghese, francese, greco e olandese in maniera letterale. La versione inglese - che ha subito un adattamente di Tim Rice - è semplicemente “Loneliness”. Per fare un altro esempio, “Laura non c’è” di Nek viene tradotto anche qui senza troppi pensieri in “Laura no está”. “Un’altra te” di Ramazzotti diventa letteralmente “Otra come tu”, oppure “Dove c’è musica” passa a “Donde hay musica”.

Il titolo di “A far l’amore comincia tu” (utilizzata anche da Sorrentino in “La grande bellezza”) di Raffaella Carrà diventa “En el amor todo es empezar”, che letteralmente significa “in amore tutto sta nell’iniziare”. Variazione sul tema per “Più bella cosa”, sempre di Ramazzotti, che viene resa in maniera leggermente diversa in “La cosa mas bella” (la cosa più bella). I testi (o i ritornelli) delle canzoni italiane più famose sono stati tradotti anche in maniera più libera, adattandoli alle specifiche esigenze musicali, altre volte le traduzioni sono praticamente letterali. Ad esempio, a proposito di “Dove c’è musica”, l’inizio in spagnolo viene reso in questa maniera :

Ti porto dove c'è musica
Saremo tutti di noi
E il mondo per una volta farai
Girare come tu vuoi

che rimane senza troppe modifiche:

Te llevo donde hay mùsica
que entre nosotros està
el mundo, por una vez, haràs
que gire a tu voluntad

Le cover delle canzoni italiane all’estero

Il successo delle hit italiane si misura anche nel numero di cover generate, e per la fascinazione che hanno saputo ispirare. Spesso le cover scavano una lunga distanza dall’originale. “Gloria” di Umberto Tozzi è uno dei successi più tradotti e cantati all’estero. Ecco il ritornello in inglese nella cover di Laura Branigan, che ottenne un incredibile successo:

Gloria (Gloria), I think they got your number (Gloria)
I think they got the alias (Gloria) that you've been living under (Gloria)
But you really don't remember, was it something that they said?
Are the voices in your head calling, Gloria?

Molto diverso dall’originale:

Gloria, manchi tu nell'aria
Manchi come il sale
Manchi più del sole
Sciogli questa neve
Che soffoca il mio petto
T'aspetto, Gloria

A proposito di titoli, l’apprezzatissima “O sole mio” diventa “It’s now or never”, cantata da Elvis Presley (ma anche da Frank Sinatra, Brian Adams, Pavarotti, Elton John e Lady Gaga), mentre “L’italiano” di Totò Cutugno è stato tradotto e interpretato da diversi artisti in varie lingue, dal finnico al cinese, fino ad arrivare in Israele e in Iran.
Il cantante finlandese Kari Tapio ne fa una cover intitolata “Olen suomalainen” (“Sono finlandese”). In portoghese la cover è invece intitolata “Faz de Conta”, “Una finzione”. Un cantante israeliano, Doron Mazar ha inciso in ebraico la sua versione dal titolo ""Ani Hozer HaBayta"", ovvero ""Sto tornando a casa"".

L’italiano nei successi stranieri

La lingua italiana ha sempre avuto un grande fascino per i cantanti e i cantautori nel resto del mondo. Per questo motivo nei testi di artisti stranieri si possono trovare parole italiane, spesso un tributo (a volte un po’ stereotipato) alla cultura del Belpaese. Dean Martin canta un brano di grandissimo successo dal titolo “That’s amore”. In “Sun King” dei Beatles ci sono delle frasi senza senso costruite con parole in italiano e spagnolo:

Cuando para mucho mi amore de felice corazón
Mundo paparazzi mi amore chicka ferdy parasol
Questo obrigado tanta mucho que can eat it carousel

In una canzone dei Pink Floyd, ""Not now John"", alla fine Roger Waters dice: ""Scusi, dov'è il bar?"" in italiano, una frase che potresti trovare utile praticamente ogni lunedì. Per cambiare genere, i Dream Theater inseriscono una citazione di “Nuovo cinema Paradiso” in “Take the time”: “Ora che ho perso la vista, ci vedo di più”. La popstar dal successo mondiale Lady Gaga ha dedicato a Donatella Versace “Donatella”, in cui cita tra le altre parole italiane nel testo “La dolce vita”.

Infine una curiosità musicale-calcistica: per omaggiare - in maniera nemmeno troppo velatamente ironica - l’attaccante italiano Luca Toni, il comico tedesco Matze Knop incide “Numero uno”, forse il più alto concentrato di stereotipi in lingua italiana in una sola canzone (in testa alle classifiche per 9 settimane). Forse una piccola vendetta per i Mondiali vinti dall’Italia in Germania nel 2006 - sappiamo che in molti la conoscete - di cui agevoliamo l’illuminante testo:

Fritti, Scampi, et Chianti, calamari
Luca sei per me - numero uno
Cannelloni, Luca Toni, Pepperoni
Luca sei per me - numero uno
Bella Donna, Mama Mia, Alimente
Ciao, Roma Roma, Ribery, Amore Mio
Mozzarella, Mortadella, Mit Nutella
Luca sei per me - numero uno

Curiosità sul mondo della musica

Da Sanremo a Shanremo: il Festival fa il giro del mondo

Il Festival della canzone italiana è l’evento musicale più atteso in Italia (Amadeus, ci leggi?). Dopo l’esordio in radio nel 1951, il Festival di Sanremo è sbarcato sul piccolo schermo nel 1955 e già a partire dal 1956 la serata finale è stata trasmessa in eurovisione, per far sentire un po’ più a casa i tanti italiani emigrati all’estero in quegli anni. Quello che in pochi sanno è che il nostro Festival ha dato il via a una serie di cloni in tutto il mondo, quasi come fosse una specie di franchising da esportare.
Dal 1960 in Cile si svolge ogni anno il Festival di Viña del Mar, che è ufficialmente gemellato con il Festival di Sanremo. La particolarità di questa manifestazione, unica nel suo genere in tutta l'America Latina, è che possono partecipare cantanti provenienti da tutto il mondo.

In Cina non si sono limitati a prendere ispirazione al Festival della Canzone nostrano, ma hanno coniato un Festival “Made in Shangai”: “Shanremo” si è tenuto per ben 5 edizioni. A salire sul palco 5 cantanti locali e 5 italiani in una sfida a colpi di grandi classici italiani (da “Nessun dolore” a “La canzone del sole”). Se qualcuno tra voi, un po’ maligno, potrebbe subito pensare al classico karaoke tra amici, va aggiunto ad onor del vero che si tratta di un evento di beneficenza.

Eurovision: traduzioni e diffusione del contest

La musica e la televisione come mezzo per unire e coinvolgere le diverse nazioni appena uscite dal Secondo Conflitto Mondiale, queste sono le basi che hanno portato alla nascita dell’Eurovision Song Contest, che ha preso come modello proprio il Festival di Sanremo.
La prima edizione (maggio 1956) è partita da 7 nazioni ed è arrivata a 43 nel 2008. Anche il numero di spettatori è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, tanto da essere ad oggi l’evento non sportivo più seguito del mondo (oltre 200 milioni di ascoltatori) e uno dei programmi TV più longevi. Non solo in eurovisione, questo festival viene trasmesso in moltissimi altri paesi, compresi quelli asiatici, africani e oceanici, e dal 2016 è visibile in diretta streaming su Youtube.

Le canzoni partecipanti vengono adattate per rispettare alcune regole e per essere più accattivanti per il grande pubblico internazionale. Molti artisti in gara hanno scelto di tradurre in inglese i loro brani (spesso in maniera del tutto letterale): la regola di dover presentare la canzone nella propria lingua nazionale fu introdotta e rimossa diverse volte, fino ad essere eliminata nel 1999. Oltre a un grande utilizzo della lingua inglese non mancano le particolarità, come Cipro che nel 2007 presentò una canzone in francese e la Lettonia che nel 2007 partecipò con una canzone in italiano e nel 2009 con una in russo.

Passione lirica: da Pavarotti a Il Volo

Se c’è un luogo in ogni città del mondo in cui si sente risuonare la lingua italiana è il teatro d’opera. Da New York o a Sidney, probabilmente nelle varie rappresentazioni presenti in cartellone ci sarà un’opera italiana (se ancora non ne avete vista una, prima o poi dovrete rimediare).

Da Verdi a Puccini, sino a Bellini, Mascagni e Vivaldi, i grandi maestri italiani continuano tutt’oggi ad affascinare gli spettatori. Corea, Russia, Cina, Giappone ma anche America e Canada sono tra i paesi che recentemente stanno dimostrando grande interesse per i nostri cantanti lirici. I due fuoriclasse indiscussi in questa categoria sono il compianto Luciano Pavarotti e il grande Andrea Bocelli. Il primo, voce potente e carismatica, ha lasciato un segno indelebile con concerti memorabili tra cui l’indimenticabile Pavarotti & Friends, punto d’incontro tra lirica e pop che ha visto il tenore modenese duettare con i grandi nomi della musica internazionale tra cui Sting, gli U2, Elton John e molti altri.

85 milioni di dischi venduti, una stella sulla Walk of Fame hollywoodiana, 5 nomination ai Grammy e molti altri riconoscimenti internazionali, sono solo alcuni numeri e record della straordinaria carriera di Andrea Bocelli, una delle voci italiane più conosciute all’estero: è l’unico artista italiano insieme a Domenico Modugno (1958) ad aver raggiunto la prima posizione nella classifica americana Billboard, oltre ad esser finito per ben dieci volte nella Top Ten.
Un altro esempio più recente è quello del trio vocale Il Volo: una carriera fulminante quasi più all’estero che in Italia, partita nel 2010 con l’album di debutto subito finito nella Top Ten Billboard 200 e arrivata nel 2019 a celebrare i primi dieci anni di carriera con un tour intercontinentale.

Musica bilingue e featuring internazionali: le icone della Generazione Z

Da Youtube a Spotify, da Twitch a Instagram, TikTok e altri social network, le possibilità di ascolto sono praticamente infinite e si aprono nuovi scenari fatti di collaborazioni internazionali e nuovi fenomeni moderni, soprattutto nel campo della musica rap e trap, quella più apprezzata dalla Generazione Z.

Gli esempi sono diversi, da Ghali a tha Supreme, da Guè Pequeno a Fedez, fino ad arrivare a quello che è probabilmente l’esempio più rilevante nel panorama italiano, Sfera Ebbasta, che nei suoi ultimi album (da Rockstar a Famoso) ha ospitato grandi nomi della musica internazionale. Tra le tante, l’ultima uscita “Baby” vede il featuring con il protagonista della musica latinoamericana e 3° artista più ascoltato al mondo, J Balvin, e ha già superato i 45 milioni di streaming su Spotify e i 25 milioni su YouTube.
Passando a tha Supreme, va citato il featuring con bbno$, rapper canadese che ha preso parte a “0ffline”, canzone che fa parte dell’album 23 6451 che ha regalato a tha Supreme il primo posto tra gli artisti più ascoltati su Spotify in Italia nel 2020.

Quando si parla di canzoni internazionali e mix di linguaggi non si può non citare il rapper Ghali, che nel suo curriculum vanta collaborazioni con Ed Sheeran e Travis Scott (Antisocial Ghali Remix), col rapper britannico Stormzy e con diversi artisti della scena francese (Soolking, Lacrim). Ghali si è affermato sulla scena italiana anche per la sua particolare abilità nel mixare diversi linguaggi, anche legati alle sue origini: in “Wily Wily”, “Jennifer” e “Habibi” è possibile sentire alcune strofe rappate in arabo. Sulla stessa scia troviamo anche Mahmood che ha arricchito con l’arabo alcune parti di “Soldi”: Waladi Waladi Habibi Ta’aleena è la strofa che ha portato il giovane cantante a vincere Sanremo.
Infine chiudiamo con una piccola curiosità a tema featuring musicali: c’è addirittura chi ha creato molto hype con una collaborazione misteriosa. Izi nel suo penultimo album Aletheia ha inserito il brano Weekend featuring ???, artista che si è rivelato poi essere lo stesso Izi. Con questo trick l’ultimo artista di questa nostra lunga playlist rappa sia in italiano che in inglese, creando un mix del tutto innovativo.

Quali sono le canzoni italiane più famose all’estero?

  1. La solitudine - Laura Pausini

  2. A far l’amore comincia tu - Raffaella Carrà

  3. En cambio no - Laura Pausini

  4. Più bella cosa - Eros Ramazzotti, Luca Bignardi

  5. Io sì - Laura Pausini

  6. Laura non c'è - Nek

  7. Felicità - Al Bano And Romina Power

  8. L'italiano - Toto Cutugno

  9. Amore mio - Mina

  10. Tanti auguri - Raffaella Carrà

  11. Gloria - Umberto Tozzi

  12. Con te partirò - Andrea Bocelli

  13. Vivo per lei - Andrea Bocelli, Giorgia

  14. Baby - Sfera Ebbasta, J Balvin

  15. Nel blu dipinto di blu - Domenico Modugno

  16. Soldi - Mahmood

  17. Grande Amore - Il Volo

  18. Jennifer - Ghali, Soolking

  19. Ancora, Ancora, Ancora - Mina

  20. Enrico Caruso – O’ sole mio

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