Scenario tipico: siete all’estero e, con tutta l’ingenuità del mondo, volete prenotare un tavolo al ristorante per telefono, peccato che dall’altra parte della cornetta non sappiano scrivere il vostro cognome. Vi chiedono quindi, cortesemente, di fare lo spelling (in italiano “compitazione”: lo sapevate?) dei vostri dati. Ah, pensate a come sarebbe bello se per ogni lettera si potesse prendere una parola a caso, la prima che ci viene in mente… E invece no! Ci sono delle regole da rispettare, quelle del cosiddetto “alfabeto telefonico”.
L’alfabeto telefonico esiste proprio per evitare fraintendimenti ed errori, anche se in realtà per la maggior parte delle persone è motivo di gran confusione. Oggi scopriremo come vengono decisi i termini corretti per ogni lettera e come funziona la compitazione telefonica in diverse lingue.
L’alfabeto telefonico italiano
In italiano compitiamo, come si sa, con i nomi delle nostre città: Ancona, Bari, Como… Praticamente chi studia l’italiano prende due piccioni con una fava: impara a compitare mentre sceglie dove fare le prossime vacanze! Il modo migliore per impararlo a memoria è certamente quello di recuperare su Internet qualche spezzone del programma televisivo “La ruota della fortuna”: alzi la mano chi ha imparato “D di Domodossola” in questo modo!
L’alfabeto telefonico nel resto del mondo
L’alfabeto telefonico tedesco
La storia dell’alfabeto telefonico tedesco è particolarmente intricata. Le tabelle di compitazione risalgono agli inizi delle telecomunicazioni, quando le connessioni erano ancora di pessima qualità e capirsi poteva risultare davvero difficile. La prima tabella che venne stampata nel 1890 per l’elenco telefonico di Berlino sostituiva ogni lettera con… un numero! A era 1, B era 2, C era 3 ecc. Ai tempi, quindi, il cognome tedesco “Maier” si sarebbe compitato così: 13, 1, 9, 5, 18. Per qualche ragione questa complicata soluzione non ha mai preso piede…
Nel 1903 venne quindi sostituita con l’aggiunta di parole: “Albert” per la A, “Berta” per la B, “Citrone” per la C. Quando nel 1933 giunsero al potere i nazisti, l’alfabeto telefonico venne aggiornato e “epurato” dai nomi ebraici. Così, “Albert” passò ad “Anton”, “David” divenne “Dora” e “Nathan” venne sostituito con “Nordpol”, così da rendere invisibile la popolazione ebraica. Nel 1948, dopo la caduta del Terzo Reich, molti dei vecchi nomi furono ripristinati, mentre alcuni dei nuovi rimasero. Poiché però le tabelle di compitazione di molti elenchi telefonici non furono aggiornate fino alla Caduta del Muro di Berlino, ci sono ancora molti tedeschi di vecchia generazione che usano (involontariamente) i nomi della “tabella nazi”.
Quando si fa lo spelling in tedesco però, bisogna anche fare attenzione al Paese da cui viene la persona con cui si sta parlando. Se infatti quanto appena detto fa riferimento alla Storia della Germania – dove la questione è regolata dal DIN (Deutsches Institut für Normung, trad. “Istituto Tedesco di Standardizzazione”) – l’alfabeto telefonico austriaco ricade invece sotto la giurisdizione dell’ÖNORM, ed anche in Svizzera vengono usate parole diverse. Ad ogni modo, tutti questi Paesi condividono la maggior parte dei termini. In Austria, però, per la K si utilizza per esempio “Konrad” invece di “Kaufmann” e in Svizzera dicono “Daniel” invece di “Dora”. Per una panoramica, eccovi una tabella di facile consultazione.
Curiosità: una tavola di compitazione è sempre impostata in modo tale che nessuna parola rimi con le altre, per evitare possibili malintesi.
Questo alfabeto telefonico è rimasto per molto tempo e, secondo il DIN, già non rispecchia la realtà contemporanea del Paese. Basti pensare per esempio al numero di nomi maschili (16) e femminili (solo 6) che ne fanno parte. Il DIN afferma però che sarebbe impossibile riuscire rappresentare la diversità culturale all’interno dell’area di lingua tedesca e per questo ha proposto di utilizzare, al posto dei nomi propri, quelli dei luoghi. Al momento si sta lavorando a una nuova tavola che dovrebbe essere pubblicata a metà del 2022.
L’alfabeto telefonico nel resto del mondo
L’alfabeto telefonico internazionale (Standard)
La ITU (International Telecommunication Union) ha introdotto la prima tavola di compitazione diffusa e riconosciuta in tutto il mondo nel 1927. Dopo le migliorie apportate nel 1932, questo alfabeto venne utilizzato dall’aviazione fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale mentre la IMO (International Maritime Organization) lo ha mantenuto fino al 1965.
Oggi, invece, le navi comunicano tramite un “codice internazionale nautico” che invia messaggi visivi tramite bandiere. Ad ogni bandiera è quindi assegnata una specifica lettera assieme ad altre che hanno invece differenti funzioni. Per esempio, la bandiera A segnala i sommozzatori e la bandiera B simboleggia un carico pericoloso o una protesta.
L’alfabeto fonetico NATO
La polizia, i militari, l’aviazione e i vigili del fuoco utilizzano oggi l’alfabeto di compitazione internazionale detto NATO. Questo è composto da parole che sono comuni alla maggior parte delle lingue. A di “Alpha”, B di “Beta”, C di “Charlie”: sicuramente vi sarà capitato di ascoltarlo in qualche film o nella famosa canzone della Bloodhound Gang. Quindi, avete capito finalmente cosa significhi “Foxtrott Uniform Charlie Kilo”?!
In francese
Dagli anni 20 del secolo scorso esiste in Francia una tabella di compitazione ad uso degli impiegati postali. Questa però non è mai stata stampata sugli elenchi telefonici o diffusa al pubblico, quindi viene usata solo nei documenti ufficiali delle Poste. Per questo nessun francese la conosce! Anche questo alfabeto di compitazione si basa, per la maggior parte, su nomi propri, come per esempio “Gaston” per la G, “Henri” per l’H, o ”Isidore” per la I. Proprio nel 1939 alcuni di questi nomi vennero cambiati per “migliorarne la comprensione”, almeno in teoria: di fatto, anche qui sparirono alcuni nomi ebraici o quelli di persone riconosciute come appartenenti a ideologie politiche di opposizione.
Qui troverete una panoramica degli alfabeti telefonici nel resto del mondo così da essere sempre perfettamente preparati a fare lo spelling al telefono!
Questo articolo è apparso originariamente nell’edizione tedesca di Babbel Magazine.