Siete finalmente arrivati in Brasile e magari, come dopo ogni lungo viaggio, siete anche particolarmente affamati. Ma, prima di cominciare a mangiare, che ne dite di dare un’occhiata alle principali differenze tra le abitudini dei nostri paesi a tavola?
Che per noi italiani la cucina e il cibo siano importanti non è di certo un mistero. Credete davvero che tutte le mamme del mondo abbiano abituato i propri figli, in partenza per un lungo viaggio – o anche per un’andata e ritorno in giornata – a essere salutati con un: “Divertiti. Copriti. E, mi raccomando, mangia.”?
Siamo cresciuti in compagnia di una vocina interiore che non faceva altro che ripeterci in continuazione quanto fosse importante nutrirci. E adesso, forse anche per questo, prima di visitare paesi lontani (ma anche quelli più vicini), ci informiamo diligentemente sulla qualità dei ristoranti nei pressi del luogo in cui pernotteremo. Morir d’amore si può, ma di fame certo no.
Immagino quindi che chi di voi si stia preparando a sorvolare l’Atlantico Meridionale, per venire in Brasile per la prima volta, si sia già chiesto, magari con una certa apprensione, come si mangia da queste parti. Quel che vi sto per dire è chiaramente molto soggettivo, ma fortunatamente incoraggiante.
Da tutti i miei sondaggi realizzati nel corso degli anni con amici stranieri, posso confermarvi che non ho ancora trovato qualcuno che non si sia detto soddisfatto della qualità e della varietà del cibo locale. Qui si trova veramente di tutto: dalla carne, al pesce, a verdura e frutta eccellenti.
Oltre a cucine di ogni dove. Sì, perché il Brasile accoglie da sempre ondate migratorie da tutto il mondo e i brasiliani sono un popolo molto ricettivo e aperto riguardo a usi e costumi diversi dai loro.
“Davvero possiamo stare tranquilli, quindi, su tutto e per tutto (e non siamo costretti a portare in valigia scorte di spaghetti e di parmigiano)?”. Davvero. L’importante, ovviamente, è essere aperti a sperimentare e ad accettare le piccole diversità.
I formaggi locali non saranno buoni come quelli italiani. La pasta non sarà cotta sempre esattamente al dente come la nostra. Va bene, ma ad essere sincera, ciò che mi ha stupita di più, quando sono arrivata qui, non sono stati questi dettagli; bensì le vere differenze tra le nostre abitudini a tavola. Ad esempio?
Um, dois: feijão com arroz
“Uno e due, fagioli e riso, tre e quattro, fagioli nel piatto”. Purtroppo la rima in italiano zoppica un po’ e la traduzione non suona bene quanto la sua versione originale. Si tratta della strofa di una canzoncina infantile con cui i bambini imparano i numeri all’asilo.
Il riso e i fagioli fanno parte della culturale alimentare locale, sin dalle prime pappine. Per intenderci, qui, i personaggi dei racconti, dei cartoni e dei fumetti, non mangiano gli spinaci come Braccio di Ferro, per crescere sani e forti, ma riso e fagioli.
Il riso e i fagioli sostituiscono per i brasiliani il nostro pane e la pasta. Provate a chiedere a uno di loro se sopravviverebbe senza. Impossibile! Sopravviverebbe benissimo però senza pane e pasta, quello sì.
Infatti, qui in Brasile, è rarissimo trovare un cestino di pagnotte ad aspettarvi al tavolo, come spesso succede da noi in molti ristoranti e nelle nostre case. Se davvero lo desideraste, dovreste chiederlo. E potreste anche non venire accontentati, dipendendo dalla disponibilità del posto.
Ma il riso e i fagioli come vengono preparati e come si mangiano? Si tratta di due ingredienti separati, mai cotti insieme. Il riso, normale o integrale. E i fagioli, di solito marroni o neri, molto raramente bianchi. I brasiliani li consumano quasi a ogni pasto e, quando li mettono nel piatto, cominciano a godere soltanto nel momento in cui si accingono a mischiarli insieme.
Mistureba: sì, la vita è tutto un mix
Mistureba è una parola la cui definizione può essere trovata solo all’interno delle pagine di un dizionario informale, ed è il risultato che si raggiunge mettendo insieme diversi elementi eterogenei.
Nel contesto culinario, indica l’effetto che si ottiene nel piatto dopo aver mescolato vari ingredienti, anche quelli apparentemente poco affini tra loro. È una pratica che fa generalmente storcere il naso ai visitatori esteri che si stanno approssimando alla cultura locale; ma che, man mano che vi ci si abitua, finisce col dare piacere e gusto (come è successo proprio alla sottoscritta, e vi assicuro che non sono l’unica!).
Qui in Brasile mi è già stato chiesto più volte, con non poco stupore, se è vero che noi italiani ordiniamo pietanze diverse in piatti separati. Per intenderci: primo, secondo e contorno.
Ma perché non mettere insieme, invece, risotto e pesce? O risotto e carne? E non aggiungerci anche dell’insalata, due cucchiai di fagioli, delle patatine fritte e un uovo strapazzato? La creatività dei brasiliani indubbiamente si esprime anche a tavola.
La carne: benvenuti nel paese del churrasco
Quando torno a casa per le vacanze, mi rendo conto della quantità elevata di carboidrati che noi italiani assumiamo regolarmente e che anch’io trovavo naturale ingerire prima di trasferirmi all’estero. So che non è così per tutti, esistono le debite eccezioni, come in ogni cosa; ma di certo è abbastanza frequente incontrare persone che da noi si nutrono di pasta almeno una volta al giorno.
In Brasile, invece, insieme al riso e ai fagioli, a tavola difficilmente può mancare la carne, soprattutto quella rossa, che al mercato spesso costa meno dell’insalata ed è generalmente buonissima.
Essere invitati a un churrasco, la grigliata di carni miste tipica della cucina brasiliana, qui è tanto facile quanto fare amicizia. Il primo a cui si partecipa funziona un po’ come un rito di iniziazione. Una volta sopravvissuti ai chili di proteine a cui noi, con la nostra dieta mediterranea, non siamo molto abituati, sarà più facile riuscire a riconoscere le diverse varietà di tagli di carne esistenti in natura, fino ad allora probabilmente ignorati. Picanha, fraldinha, maminha, costela, alcatra. E chi più ne ha più ne metta.
Il ghiaccio: a qualcuno piace (molto) freddo
Siete a tavola. Avete una sete incredibile e ordinate da bere. Un’acqua, una cola, un succo. Poco importa. Indipendentemente dalla scelta finale, vedrete procedere, con passo fermo nella vostra direzione, un cameriere con un bicchiere in mano. E, dentro quel bicchiere, un vero e proprio iceberg di ghiaccio.
I brasiliani amano bere tutto molto freddo. O meglio, come dicono loro stessi: estupidamente gelado, ovvero stupidamente (= anche loro si accorgono di aver esagerato, ma ne sono anche molto compiaciuti) freddo. Questo vale soprattutto per la loro amata birra, ma anche per qualsiasi altra bevanda, a eccezione del caffè e del tè.
Anche il vino rosso, per esempio, viene spesso consumato molto freddo. Quindi, se avete deciso di omaggiare un vostro amico brasiliano con un’ottima bottiglia di Barolo d’annata, da degustare durante la vostra cena, prima di offrirla pensate che potreste doverla bere fredda. Esageratamente fredda. Se il brivido non vi dovesse passare e la cosa a questo punto non vi convincesse, presentatevi con un elegante Gewürztraminer e sarete tutti più contenti.
Bibite: save water, drink Coke
Una delle cose che più mi diverte fare quando sono seduta in un ristorante o al bar è osservare cosa bevono a tavola i brasiliani. Ci credete se vi dico che sono in pochi, ma davvero pochissimi, a consumare acqua durante i pasti?
Le loro bibite analcoliche preferite sono, nell’ordine (perlomeno dalle mie osservazioni):
- i refri, diminutivo di refrigerante, ovvero Coca-Cola (al primo posto senza ombra di dubbio), Sprite, Fanta e in generale tutte quelle bibite che sono industrializzate, dolcificate e gassate;
- i succhi, sia quelli confezionati che quelli naturali (e buonissimi) in diverse varianti di gusto.
Quando invece si tratta di bibite alcoliche, senza dubbio i brasiliani non tradirebbero mai la loro bionda chiara: la birra, per cui hanno una vera passione. Come dicevamo prima, pur che sia estupidamente gelada. Altrimenti, se solo fosse a temperatura ambiente, preferirebbero rimanere a bocca asciutta.