Pensate al Bianconiglio di “Alice nel paese delle meraviglie”, che esclama: “In ritardo sono già! Non mi posso trattener!”. Probabilmente è lo stesso pensiero che passa per la testa dell’investitore o del potenziale datore di lavoro con cui vi trovate a interagire. Come fare dunque a comunicare le informazioni fondamentali e risvegliare il loro interesse nel poco tempo a disposizione? L’obiettivo dell’elevator pitch è proprio questo.
L’elevator pitch: che cos’è?
Quello dell’elevator pitch è un concetto molto in voga nel mondo del lavoro anglosassone. Consiste nel preparare una brevissima argomentazione in vista di una conversazione della durata inferiore al minuto. Il termine elevator, che significa ascensore in inglese, fa riferimento alla seguente situazione: vi ritrovate in ascensore con una persona da cui vorreste ottenere qualcosa e avete solo qualche piano a disposizione per convincerla!
Si tratta di un esercizio più difficile di quanto sembri: bisogna trovare le parole giuste per coinvolgere il proprio interlocutore e invogliarlo a continuare la conversazione. Come per tutti gli esercizi, sarà necessario prepararsi ed esercitarsi, ma vi assicuriamo che non si tratta di una missione impossibile. Vi presentiamo dunque la nostra guida definitiva per preparare un elevator pitch efficace e di grande impatto!
Prima fase: preparate il contenuto del vostro elevator pitch
Per essere convincente, un buon elevator pitch va preparato in anticipo. Non c’è spazio per l’improvvisazione, è essenziale definire un obiettivo chiaro:
- a chi sarà indirizzato il vostro elevator pitch?
- quale sarà l’argomento che cercherete di portare avanti?
- quale azione sperate che il vostro interlocutore compia in seguito al vostro scambio?
Un elevator pitch ben studiato può tornare utile in numerose situazioni: ottenere un colloquio di lavoro, un appuntamento con un cliente, una presentazione, un invito… Sta a voi definire l’obiettivo del vostro approccio e il messaggio che volete far passare. Una volta che li avrete chiari, non vi resterà che attenervi a una modalità di argomentare tutto sommato abbastanza semplice.
– L’attacco dell’elevator pitch
Prima di tutto, l’attacco: è la parte cruciale del vostro discorso! L’attacco del pitch è come le prime dieci parole di un’e-mail o i primi sette secondi di un video: dovete invogliare chi c’è dall’altra parte a continuare! Provate a trovare un attacco di grande impatto, in modo da colpire il cliente o il datore di lavoro.
– Lo svolgersi del pitch
Si tratta di presentare il progetto o la candidatura a grandi linee, senza entrare troppo nei dettagli. Ogni frase deve apportare nuove informazioni: eliminate il superfluo. Il segreto sta nell’essere il più chiari possibile, utilizzando termini semplici ma precisi e puntando all’essenziale.
Ad esempio, parlate delle vostre competenze ed esperienze in relazione alla posizione per cui vi state candidando. Illustrate il vostro percorso e i vostri successi in ambito professionale. State presentando le soluzioni che ritenete valide per un dato problema?
Qualsiasi sia la situazione, assicuratevi di mettere in evidenza il vostro valore aggiunto, ossia i vantaggi che potete offrire al vostro interlocutore. Il punto del pitch è far emergere i potenziali punti di forza della vostra candidatura. Fate però attenzione ai tempi: tenete d’occhio il cronometro ed evitate di superare i 30 secondi, per non far calare l’attenzione del vostro interlocutore.
– La conclusione
Per concludere in bellezza, la fine del vostro elevator pitch non va trascurata! Le vostre argomentazioni sono ben rodate e il vostro approccio è professionale. Bravi… ma adesso cosa vi aspettate? È il momento di coinvolgere il vostro interlocutore proponendo un’azione precisa. Nel marketing, si parla di CTA: una call to action (“chiamata all’azione”) efficace può tradursi nell’ottenere un numero di telefono, un biglietto da visita, un appuntamento, un colloquio di lavoro…
Seconda fase: esercitatevi!
Trasformare la teoria in pratica richiede un attimo, ma è un passaggio che non va trascurato. È tempo di prepararvi per il giorno X!
– La comunicazione non verbale
Per fare una buona prima impressione, curare la propria comunicazione non verbale è indispensabile! Adottate una postura dritta e attiva. Ricordatevi di guardare il vostro interlocutore negli occhi, per trasmettere sicurezza in voi stessi. Infine, naturalmente, siate cortesi e sorridenti!
– Personalizzate il vostro elevator pitch
Ora che avete gli elementi fondamentali dell’elevator pitch, è importante che lo rendiate davvero vostro.
L’obiettivo? Essere in grado di personalizzarlo in pochi secondi. La personalizzazione è un elemento chiave della vostra argomentazione. Per affascinare il vostro interlocutore è necessario che siate voi i primi ad essere convinti.
Se dovete affrontare un colloquio di lavoro, cercate informazioni chiave sull’azienda in questione, mostrate il vostro interesse o la vostra conoscenza del settore. Il vostro interlocutore deve sentirsi partecipe e coinvolto dal vostro pitch e deve essere invogliato a dare seguito alla conversazione!
Terza fase dell’elevator pitch: cogliete le opportunità!
Eh già, l’elevator pitch può essere un modo straordinario di ottenere il lavoro dei vostri sogni o di dare una svolta alla vostra carriera. Indipendentemente dal paese di riferimento o dalla lingua parlata, se vi limitate a monologhi davanti allo specchio, non andrete molto lontano.
Individuate le persone che vi piacerebbe incontrare, partecipate a eventi durante i quali potreste incontrarle e abbiate fiducia in voi stessi!
Non abbiate timore di usare questo metodo anche quando scrivete le vostre lettere motivazionali o quando contattate un recruiter per e-mail o su LinkedIn. Le prime frasi restano le più decisive! Avete solo una chance per fare una buona prima impressione.
Preparare con cura un elevator pitch vi offrirà un grande vantaggio, in qualsiasi situazione e in qualsiasi lingua: ora sta a voi!