Illustrazione di Julie Guillot
Le espressioni idiomatiche rappresentano forse la parte più interessante di ogni lingua. Spesso non basta l’intuito per capirne il significato, ma una volta che le avrete imparate, potrete dire di avere un quadro ben più completo della lingua che state apprendendo e non vedrete l’ora di utilizzarle. Se poi si tratta di espressioni che riguardano l’ambito del divertimento, conoscerle è quasi un obbligo.
Qualche tempo fa vi abbiamo dato alcuni consigli per divertirvi con l’inglese, ma veniamo ora a un’altra delle lingue più diffuse in Europa e nel mondo: il francese.
Pronti? Via!
Festeggiare
L’espressione francese usata quando si festeggia un avvenimento importante è “marquer le coup”. Ad esempio, organizzare una cena per la fine degli esami o regalare un anello al proprio partner in occasione di un anniversario sono gesti che si fanno pour marquer le coup.
Attenzione però, perché la stessa espressione può anche voler dire “accusare il colpo”, “non riuscire a restare impassibile”.
Inoltre, in francese esiste un’espressione specifica da usare quando si tiene una festa per inaugurare una nuova casa, ovvero “prendre la crémaillère”. La crémaillère è infatti la catena del camino: nel XVI secolo, quando questa veniva installata significava che la casa era abitabile.
Di solito, in queste occasioni “ci si mette in ghingheri”; in francese ci si può invece “mettere sul 31” ( “mettre sur son trente et un”). L’espressione potrebbe derivare dalla deformazione del termine “trentain”, un drappo lussuoso che tra il XII e il XV secolo veniva indossato dai più ricchi nei giorni di festa. Un’altra ipotesi riguarda invece i militari prussiani, che il 31 del mese ricevevano una somma di denaro extra e festeggiavano vestendosi in modo elegante. L’ultima possibile spiegazione riguarda un gioco molto popolare nel XIX secolo, chiamato appunto “le trente et un”, in cui il numero 31 permetteva di vincere ed era quindi considerato la più bella cifra.
In italiano si dice anche “mettersi in tiro”, mentre in francese si è “tirés à quatre épingles” (“tirati con quattro spille” e quindi “molto tirati”).
Buttarsi
Così come – in italiano – è bene a volte “prendere il coraggio a due mani”, in francese è bene “prendre son courage à deux mains” o “ne pas avoir froid aux yeux”. Quest’ultima espressione corrisponde all’italiano “avere fegato”, anche se letteralmente significa “non avere freddo agli occhi” (mentre nel gergo dei briganti francesi del XVI secolo “avoir froid aux dents”, ovvero “avere freddo ai denti”, significava “avere fame”).
Agire senza esitazioni e quindi “buttarsi” si dice invece “ne faire ni une ni deux”.
Essere al settimo cielo
“Essere di buonumore” in francese si dice “avoir le moral” o “avoir le moral au beau fixe”.
Le espressioni italiane “essere al settimo cielo” o “toccare il cielo con un dito” possono invece essere tradotte con “être aux anges” (“essere dagli angeli”), espressione che ha però un significato piuttosto specifico perché si riferisce esclusivamente alla gioia provata per un successo ottenuto o per un complimento ricevuto.
Inoltre, mentre l’espressione “essere felice come una Pasqua” non può essere tradotta letteralmente, “être gai comme un pinson” è la precisa trasposizione di “essere allegro come un fringuello”, il cui canto festoso si è evidentemente distinto sia in Italia sia in Francia.
Godersela
In francese, a chi ha intenzione di “godersela” viene associata un’immagine molto significativa, vale a dire quella di una candela che brucia da entrambi gli estremi. “Brûler la chandelle par les deux bouts” significa infatti godere a pieno dei piaceri della vita senza porsi alcun limite, talvolta anche sfociando in situazioni di pericolo. La stessa espressione può anche essere tradotta con l’italiano “spendere e spandere”.
Spaccarsi dalle risate
Quando si ride talmente tanto da contorcersi, in francese si ride “come un gobbo” (“rire comme un bossu”) e bisogna quindi “tenersi le costole” (“se tenir les côtes”) perché si è “pliés en quatre” (“piegati in quattro”, e non “in due” come in italiano).
Si può anche ridere “comme une baleine” (“come una balena”, animale a cui probabilmente si fa riferimento per le sue dimensioni mastodontiche) o “à gorge délpolyée” (“a gola spiegata”, espressione che in italiano esiste anche se non è molto usata).
Inoltre, mentre in italiano ci si può “spaccare dalle risate”, in francese si ride fino a “spaccarsi la bocca” ( “se fendre la gueule”, “se fendre la pipe” o “se fendre la poire”).
Gueule significa appunto “bocca” e, per estensione, “viso” (“faire la gueule” vuol dire infatti “fare il muso”). Oggi è riconosciuto come un termine dello slang, ma viene comunemente usato, mentre fino agli inizi del XX secolo, a causa della sua origine popolare, era considerato un termine volgare e nello scritto compariva solo come “g…”. Pipe e poire sono sinonimi, anch’essi popolari, di gueule.
Con il termine poire esistono anche altre espressioni informali come “se payer la poire de quelcu’un” (“prendere in giro qualcuno”) e – se si intende poire con il significato di pera – “laisser murir la poire” (letteralmente “lasciar morire la pera” e quindi “aspettare il momento favorevole”) e “être entre la poire et le fromage” (“tra la pera e il formaggio”, vale a dire in un momento di distensione come quello del fine pasto).