I 5 consigli per imparare lo svedese di una poliglotta madrelingua

Lo svedese è più facile da imparare di quanto si possa pensare: questi 5 consigli di un’autentica svedese, lo renderanno ancora più facile.
Imparare lo svedese

Illustrazione di Elena Lombardi

Lo svedese è una delle lingue più facili da imparare se già conoscete l’Inglese, con molti aspetti del vocabolario e della grammatica in comune. Tuttavia, ci sono alcune componenti complicate in questa lingua, dal ritmo melodico a complessi nomi composti, ma non disperate: siamo qui per aiutarvi con questi cinque utilissimi consigli!

En o Ett: l’articolo determinativo alla fine

Gli articoli svedesi en ed ett possono essere fonte di confusione. Perché un frutto è chiamato en banan ma l’altro ett äpple? E perché a volte si dice bananen e äpplet?
Prima di tutto, è un po’ complicato che l’equivalente di “il” o “la”, che è ciò che chiamiamo articolo determinativo, sia incorporato nelle parole come suffisso. Quindi “una banana” è en banan ma “la banana” è bananen. All’inizio sembra strano, ma vi abituerete abbastanza rapidamente ad aggiungere l’articolo alla fine.
Ora, la parte difficile: come si fa a sapere se un nome è una parola-en o una parola-ett? Lo svedese non ha un sistema semantico di genere come le lingue romanze, dove un uomo è maschile e una donna è femminile. Invece, sia man (uomo) che kvinna (donna) sono parole-en. Barn (bambino), tuttavia, è una parola-ett! Come mai?
Aiuta conoscere un po’ della storia dei generi grammaticali svedesi. Più di 700 anni fa, lo svedese aveva un sistema molto simile al tedesco, con tre generi: femminile, maschile e neutro. Nel corso del tempo, il maschile e il femminile si sono fusi insieme e sono diventati il ​​genere comune, le parole-en, che ora conta più del 75% dei nomi.
Non esiste un modo infallibile per sapere se una parola è en o ett (eccetto per l’ipotesi statisticamente valida che la maggior parte sarà en). Tuttavia, ci sono un paio di regole pratiche. Se un nome è usato per una persona o un animale, c’è una buona possibilità che sia una parola-en. Lo stesso vale se la parola finisce in –ing o –are. In questi casi, potete scommettere i vostri risparmi che la parola prende l’articolo en! Ma il miglior consiglio? L’avete di sicuro già sentito, e anche se non è per niente esaltante,  è assolutamente vero: imparate sempre le parole nuove insieme al loro articolo!

Non si pronuncia com’è scritto, e viceversa

Fin dalle prime parole e frasi, come jag (io), det är (è) o god morgon (buongiorno), noterete – e imparerete – qualcosa che vi aiuterà molto nell’imparare lo svedese: non tutte le lettere sono effettivamente pronunciate. La “g” in jag viene spesso omessa nella lingua parlata, det e är si fondono in un “de-e” e god morgon suona più come “gomorron“. Poiché probabilmente volete non solo leggere e scrivere, ma anche parlare svedese, questo è un buon consiglio per integrare fin da subito le cosiddette “riduzioni” nella nuova lingua. Perché esistono per una buona ragione!
Diciamo spesso: “Questa parola non si pronuncia come è scritta”, quando sarebbe effettivamente più accurato dire il contrario: “Questa parola non si scrive come si pronuncia”. La pronuncia segue un insieme di regole più lineare e più facile rispetto a quello della scrittura: le regole della natura (acustica e anatomia), mentre l’ortografia è, come sappiamo, molto arbitraria. Il principio delle molte lettere omesse in svedese è abbastanza logico; se saltare una o due lettere rende più semplice pronunciare una parola o una frase, probabilmente verrà fatto. Poiché è praticamente impossibile dire tutte le consonanti alla fine del fantastiskt (fantastico), diciamo semplicemente fantastist.
Un altro esempio di come l’ortografia faccia sembrare lo svedese più difficile sono i molti modi in cui un certo suono può essere scritto. Prendete il suono “sh” ad esempio: può essere scritto “tj“, “k“, “kj” e “sh“. Questa è una cattiva notizia per l’ortografia, ma una buona notizia per la lingua parlata! Dovete solo imparare un suono per tutte quelle diverse forme scritte.

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Cantate!

Spesso si sente dire che lo svedese è una lingua melodica e musicale. Si dice che il tono vada su e giù, e poi di nuovo su, come quando si riscalda la voce. Un buon consiglio per parlare svedese è di utilizzare il vostro miglior accento gallese. Poi, se, come me, siete incapaci di parlare gallese, trovare il ritmo svedese giusto può essere difficile, ma ascoltare e imitare gli svedesi vi aiuterà molto. Anche ascoltare un podcast o uno show radiofonico senza capire molto può essere utile, dato che vi potete fare un’idea della “prosodia” (è uno specifico termine linguistico che si usa per tutti i fattori che influenzano i suoni di una lingua). Ascoltate e provate a trovare un ritmo: in una frase, quali parole sono accentate, e quali sillabe lo sono all’interno delle parole? Questo vale anche per le prime frasi, come presentarsi, ordinare il caffè o chiedere indicazioni per il museo degli ABBA: prestare attenzione alla lunghezza delle sillabe, alla posizione degli accenti e all’andamento del ritmo vi aiuterà un sacco.
È anche utile saper pronunciare correttamente le vocali per sembrare un madrelingua! Lo svedese ha nove vocali e ognuna di esse ha una versione lunga e una corta. Il suono lungo e aperto della A e la U lunga sono due dei più difficili. 

Aspettate, questa parola ha 32 lettere!

Ah, la bellezza delle parole composte! Guardando nel mio ufficio, vedo un miniatyrplastfläkt, un språkträdsteckning e un rullgardinsupphängningsanordning… ovvero, un ventaglio di plastica in miniatura, un disegno dell’albero della lingua indo-europea e un gancio a cui sono appese le tende. Queste sono parole che non troverete in un dizionario, e forse sono la prima a scriverle, ma esistono davvero!
Lo svedese è una di quelle lingue in cui si possono formare parole molto lunghe semplicemente incollandole l’una all’altra. All’inizio potrebbe terrorizzarvi, ma pensate a quanto sarà avventurosa la vostra prima partita di Scarabeo in svedese! Inoltre, sono perfettamente logiche: dovete solo sapere dove separare i composti, cosa significano le singole parole e come si relazionano tra loro. L’ultima parte della parola è quella che vi dice di cosa si tratta, mentre la prima parte vi dice il tipo di cosa di cui parliamo. Quindi komjölk è latte vaccino (rispondendo alla domanda “che tipo di latte?”), ma mjölkko è il tipo di mucca che usiamo per ottenere il latte (rispondendo alla domanda “che tipo di mucca?”).
Più imparerete lo svedese, più vi renderete conto che anche le parole molto comuni sono, in effetti, parole composte: una considerazione che potrebbe rendervi più facile ricordarle! Ad esempio, un ortaggio si chiama grönsak, letteralmente “cosa verde”, il panino si chiama smörgås, “burro d’oca” e nipotino si dice  barnbarn, “bambino-bambino”. Se mi chiedete perché, tuttavia, è un’altra storia…
Una particolarità problematica dello svedese è che una parola composta può significare qualcosa di completamente diverso dalle due parole che la compongono. Questo può essere difficile per coloro che studiano la lingua (e anche per gli svedesi stessi). Ad esempio, un’infermiera viene chiamata colloquialmente sjuksyster, ma sjuk syster significa “sorella malata”. Oppure, se andate al supermercato per comprare il fegato di pollo (kycklinglever), verrete sorpresi da un cartello che dichiara “il pollo è vivo “(Leva kyckling). Oppure, se vi descrivete come röd hårig invece che rödhårig sul profilo di incontri online, sarete “rosso e peloso” invece che  con “capelli rossi”!

Iniziate con la parte facile

Sto lasciano le notizie migliori alla fine. Se siete interessati a imparare lo svedese, probabilmente conoscete già il principale punto di forza delle lingue scandinave: nessuna coniugazione verbale! Ogni verbo ha la stessa forma, indipendentemente dalla persona, quindi “sono”, “sei” ed “è” si traducono tutti con är. Ciò significa che li troverete estremamente semplici e sarete in grado di esprimere molti concetti con poco sforzo, dal momento che il vostro cervello non dovrà arrovellarsi sui pronomi personali necessari ad arrivare alla forma corretta del verbo (sì, ho studiato l’italiano!)
Sarò anche così gentile da elencarvi subito i primi verbi utili:

  • är (sono / sei / è ) come in Jag är glad (Sono felice).
  • heter (mi chiamo / ti chiami / si chiama) come in Jag heter Elin (Mi chiamo Elin).
  • kommer (vengo / vieni / viene) come in Jag kommer da Sverige (Vengo dalla Svezia).
  • bor (vivo / vivi / vive) come in Jag bor i Stockholm (Vivo a Stoccolma).
  • pratar (parlo / parli / parla) come in Jag pratar engelska (Parlo inglese).

Facile come un “pancake”, come diciamo in svedese! Per riassumere: imitate gli svedesi per trovare il ritmo e la melodia giusti (magari senza che ce ne accorgiamo…), non lasciatevi confondere  dalle parole lunghe e dal fatto che l’ortografia non corrisponde sempre alla pronuncia, e imparate le parole nuove con i rispettivi articoli (o avrete problemi più avanti!)

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