IIlustrazione di Yaz Al-Shaater
Una delle operazioni più importanti che vengono condotte in ambito letterario e linguistico è rappresentata dalla traduzione. Ed è anche una delle operazioni più complicate.
Grazie alla traduzione, un testo viene interpretato per poi essere tramutato in una lingua differente: un “codice” diverso per raccontare un mondo che deve rimanere – all’incirca – lo stesso dell’originale. Sia per il contenuto, ma anche (per quanto possibile) nello stile…ed è tutto tranne che semplice!
Che cosa fa il traduttore?
Ogni autore ed ogni testo hanno caratteristiche uniche, e sfumature molteplici: oltre ai significati nudi e crudi, ci sono il ritmo, il suono, la metrica (quando si parla di poesia), il tono, il registro (che può essere alto e letterario, formale, informale, colloquiale, in una gamma ampia e spesso sfumata).
Il traduttore deve cercare di “tramandare” (dal latino tradere) tutto questo complesso di caratteristiche e di sfumature dal testo di partenza a quello di arrivo.
Ed è molto comune, per chi fa questo lavoro, imbattersi in situazioni molto difficili: come tradurre, ad esempio, giochi di parole che si fondano su allitterazioni o assonanze? O frasi fatte inglesi in corrispondenti italiani? Proverbi? Filastrocche? Modi di dire? O, ancora, come rendere in maniera fedele ed efficace un concetto tedesco che non ha corrispondenti in spagnolo?
Non a caso – ironia della sorte – il verbo latino tradere significa anche “tradire”.
Quello che certamente è importante, e imprescindibile, è che la traduzione di un testo venga condotta partendo dall’originale, e che non ne venga realizzata sulle basi di una traduzione già esistente.
I requisiti fondamentali di una traduzione
L’atto di tradurre è necessario per trasmettere dei concetti, per comunicare e per diffondere un pensiero a persone provenienti da realtà culturali differenti. Non è, dunque, solo una questione di testo e di testi: ma anche – e soprattutto – di contesto e contesti.
Il traduttore, dunque, deve essere anche un “ponte”, il più possibile solido, tra culture diverse. Deve conoscere il “mondo” da cui nasce il testo originale; ma anche il “mondo” in cui approderà la sua traduzione.
Le due culture possono essere simili tra loro ma possono anche essere molto diverse ed è importante prendere coscienza del possibile confronto che deve essere effettuato.
Proprio da questo punto si deve partire per compiere la traduzione.
Il messaggio che deve essere tradotto non sempre può essere sostituito perfettamente con la traduzione letterale, utilizzando la lingua di arrivo.
Traduzione letterale e traduzione letteraria
Nell’ambito della traduzione letteraria si presuppone che il traduttore sia un professionista il più possibile qualificato, in possesso di un’esperienza e di una conoscenza poetica e letteraria sufficiente al fine di svolgere al meglio il suo delicato lavoro.
Un testo è un “oggetto” molto complesso, presenta aspetti e significati sia espliciti che impliciti: il traduttore deve avere una formazione adeguata per comprenderne le sfumature, la tradizione da cui deriva, gli ammiccamenti letterari, i detti e non detti; e tramutare, infine, tutto questo in un’altra lingua.
In ogni caso, è dimostrato che quando un testo viene tradotto da due individui differenti, le versioni prodotto saranno, inevitabilmente, divergenti. L’oggettività – soprattutto in letteratura – non esiste: e da questo non si scappa!
Un traduttore dev’essere un ottimo conoscitore della grammatica (naturalmente). Della forma, delle sfumature e del “risuonare” delle singole parole. Dei diversi utilizzi della punteggiatura. Della struttura della frase. Della storia della letteratura, ma spesso anche della cultura popolare.
Insomma: quello che ormai vi sarà chiaro è che, se volete tradurre un testo letterario dall’italiano al portoghese – giusto per fare un esempio – non vi basterà conoscere perfettamente sia l’italiano che il portoghese… la vostra sarà una missione ardua; ma anche affascinante!