Il giro del mondo dei pidgin: Papiamento

Dopo essere stati in Cina e nei mari del Nord Europa, il nostro viaggio intorno al mondo sulle tracce delle lingue pidgin fa tappa ai Caraibi, nelle isole ABC (Aruba, Bonaire, Curaçao). Qui si parla il Papiamento.
Il giro del mondo dei pidgin: Papiamento

Illustrazione di Eleonora Antonioni

I pidgin sono lingue che nascono dalla mescolanza di idiomi differenti, in seguito a migrazioni, colonizzazioni più o meno cruente, oppure più pacifiche relazioni commerciali.
Siamo già stati nell’immensa Cina, per parlare del Chinese Pidgin English; e poi abbiamo fatto una tappa nei freddi mari tra i paesi baschi e l’Islanda (dove è nato il basco-islandese). Ora ci trasferiamo al caldo dei Caraibi.

Isole ABC

Al largo delle coste del Venezuela ci sono tre isole, conosciute come “isole ABC”: Aruba, Bonaire, Curaçao. Bastano i nomi ad evocare quelle sensazioni caraibiche (anche un po’ stereotipate) che sono state esportate in Italia e in Europa da canzoni frou-frou, agenzie di viaggi, amici con il sogno di “lasciare tutto e aprire un baretto sulla spiaggia”… sulla spiaggia bianca, di sabbia finissima che incornicia un mare cristallino. Luoghi che, nella narrazione comune, sono associati all’aggettivo “incontaminati”, ma che sono stati teatro, secoli addietro, dei peggiori orrori del colonialismo europeo.

Siamo poco più a nord dell’equatore, ma qui la prima lingua ufficiale è l’olandese (e le tre isole fanno ancora parte del Regno dei Paesi Bassi). Ma c’è anche il Papiamento, che – in realtà – è la lingua più diffusa tra gli abitanti delle ABC.

Creolo o pidgin?

Il Papiamento è una lingua creola o un pidgin? Bella domanda. In realtà la risposta più esatta sarebbe: tutti e due.
Questo perché ogni lingua creola – che è una lingua ben definita, con regole e strutture precise – ha avuto origine da una combinazione instabile di due o più lingue; dunque, in ultima analisi, da un pidgin. Nel caso del Papiamento la combinazione si basa principalmente sul portoghese e sullo spagnolo, con una pervasiva influenza dell’olandese.

Lo stesso nome deriva dal verbo papia, papear, che significa “parlare”, “chiacchierare”, nel linguaggio colloquiale sia portoghese che spagnolo.

Un’origine incerta e intricata

Le isole di Aruba, Bonaire e Curaçao vennero “scoperte” nel 1499 dall’esploratore spagnolo Alonso de Ojeda, famoso per essere approdato – primo fra gli europei – sulle coste di quel territorio che lui stesso battezzò (per via del suo aspetto lagunare) come “Veneciola”, piccola Venezia… l’attuale Venezuela.

L’arrivo dei colonizzatori sulle isole ABC significò la decimazione dei popoli indignei arawak, che qui vivevano in pace. Dopo gli spagnoli, nel 1634, venne il turno degli olandesi, che fecero di queste tre isole il centro di smistamento del commercio di schiavi tra l’Africa e i Caraibi.
Ed è proprio da questa storia tormentata e cruenta che nasce il Papiamento, di cui sono conservate delle testimonianze scritte, risalenti all’inizio del Settecento, in documenti ufficiali conservati a Curaçao. Nel corso dell’Ottocento in questa lingua erano scritti libri di testo scolastici e innari religiosi, così come il giornale “Civilisado”, pubblicato a partire dal 1871.

Ci sono diverse teorie che provano a fotografare le dinamiche della nascita del Papiamento: c’è chi sostiene che si tratti di una semplice evoluzione della lingua spagnola, portata dai primi colonizzatori, mischiatasi poi con il portoghese (le isole erano un approdo strategico anche per i lusitani) e infine con l’olandese, a partire dal XVII secolo.
C’è poi una teoria che ha a che fare con gli ebrei sefarditi – presenza sorprendente a queste latitudini e longitudini: soprattutto nell’isola di Curaçao, infatti, si stabilirono, tra Seicento e Settecento, dei sefarditi trasferitisi qui dal Portogallo, dall’Olanda, dal Brasile (al tempo, colonia portoghese) e da Capo Verde. Erano soprattutto commercianti, e sull’isola – si ipotizza – trasferirono anche il loro particolare e (in un certo senso) “globalizzato” bagaglio linguistico.
Secondo una delle teorie più recenti, infine, il Papiamento potrebbe essere l’evoluzione caraibica di uno dei pidgin afro-portoghesi che si formarono, tra il Cinquecento e il Seicento, proprio sull’Isola di Capo Verde, al largo delle coste senegalesi, colonia portoghese tragicamente nota per essere uno dei punti di partenza delle navi cariche di schiavi dall’Africa. Era, insomma, la lingua con cui colonizzatori e colonizzati comunicavano tra loro, dalle loro opposte posizioni, tutte squilibrate a favore degli oppressori.

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