Illustrazione di Olga Trinova
L’inverno è la stagione più nostalgica dell’anno. Gli alberi sono scheletri spogli, il cielo è quasi sempre nuvoloso e l’aria diventa gelida. Siamo coperti da strati di coperte e maglioni morbidi e passiamo molto più tempo al caldo in casa con una tisana, guardando una serie tv o leggendo un libro. Questa è la stagione che ci rende malinconici, con le giornate che diventano più corte e una voglia immensa di comodità e intimità. Comunicare i sentimenti e gli stati d’animo che si provano in inverno, legati alla natura, alle situazioni o alle persone che abbiamo vicino, non è sempre facile, soprattutto se ci troviamo a parlare una lingua che non è la nostra.
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Ecco, quindi, una lista delle parole che vi potrebbero essere utili in questa stagione.
Hygge (danese)
Avete presente quella voglia di stare al calduccio in un ambiente con le luci soffuse che creano un clima intimo e sereno in cui trascorrere piacevolmente del tempo insieme? Con il termine danese hygge si vuole sostanzialmente descrivere un’atmosfera, una sensazione particolare: quella che si prova quando ci si sente a casa, al sicuro, in totale relax e benessere.
Viitsima (estone)
Quelle giornate in cui fuori fa freddo e non ci alzeremmo più dal letto, quando ci sentiamo sonnolenti e abbiamo solo voglia di stare sdraiati sul divano con il nostro amico a quattro zampe che ci scalda o con la persona che ci fa stare bene: questo, per gli estoni, è viitsima ovvero il sentimento di pigrizia che accompagna le giornate piovose.
Herbstmelancholie (tedesco)
È innegabile quel senso di tristezza che sopraggiunge con l’arrivo della stagione invernale, con le giornate che si accorciano e i primi freddi. Quando siamo sopraffatti dalle piogge, smarriti dagli sbalzi di temperatura e corrucciati per il cielo grigio che imperversa sopra la nostra testa. La malinconia e la depressione autunnale si traducono in tedesco con la parola Herbstmelancholie.
Soare cu dinti (rumeno)
Immaginate che sia una giornata di fine dicembre, fuori fa freddo ma il sole splende alto. Prendete la coperta per fare un picnic al parco, pronti a godere del tempo soleggiato. Vi sedete e state tutto il giorno con il cappotto infreddoliti perché, nonostante i raggi che scaldano, tira un vento freddo che vi congela il naso come se “il sole avesse i denti”. È proprio questo il significato di Soare cu dinti, espressione che, nemmeno a farlo apposta, arriva proprio dalla terra di Dracula, la Transilvania.
Wintercearig (inglese antico)
I fan dei racconti di Canterbury conosceranno già questo termine coniato dall’inglese antico, che tradotto significa “la tristezza dell’inverno”. Al giorno d’oggi viene usata molto l’espressione colloquiale inglese “winter blues”, ma i nostri romantici predecessori anglosassoni avevano inventato il termine wintercearig proprio per spiegare la profonda tristezza che la stagione fredda porta con sé.
Zhaghzhagh (persiano)
Uscite di casa al mattino presto e rimanete ad aspettare l’autobus per quegli interminabili minuti in cui il vostro corpo si gela e i denti cominciano a battere incontrollabilmente. In quei momenti state provando quello che i persiani chiamano zhaghzhagh, anche se sembra impossibile che in Iran si raggiungano certe temperature.
Waldeinsamkeit (tedesco)
La stagione fredda è quella in cui la natura dà il meglio di sé. I rami prima si colorano dei loro toni più caldi, poi restano spogli e passare il tempo all’aperto ad osservare i cambiamenti della natura diventa un’esperienza in cui perdersi da soli, tra gli alberi ormai senza foglie. Questo è Waldeinsamkeit, che in tedesco si traduce con “la sensazione di solitudine che si prova quando si sta da soli nei boschi”.
Kuraskymning (svedese)
I migliori tramonti arrivano proprio quando le giornate si accorciano. Capita spesso di rimanere imbambolati di fronte ai colori irreali che il cielo ci regala. Questa parola svedese significa “stare seduti e riflettere al tramonto” ripensando alla giornata trascorsa, ricordandoci di rallentare e goderci questi brevi momenti.
Sólarfrí (islandese)
In Islanda, nella stagione fredda, piove o nevica quasi tutti i giorni e il sole si vede raramente. Per questo motivo, quando la giornata è soleggiata, gli islandesi si concedono il Sólarfrí, che non è altro che un giorno libero dagli impegni lavorativi per godersi il sole. Chissà perché non istituiscono una celebrazione simile anche in Inghilterra, notoriamente patria del brutto tempo. Se abitate a Londra, la prossima volta che vi svegliate con il sole, mandate una e-mail al vostro responsabile con oggetto Sólarfrí e andate al parco.