Ebbene sì: dopo settimane di didattica a distanza e di (dis)avventure annesse e connesse, è arrivato il momento della tanto temuta – zan zan zan zaaan – sessione estiva. Inutile dire quanto tutto ciò abbia travolto la nostra routine universitaria, quanto sia importante e insostituibile il contatto umano etc. etc. etc… O siamo millennials o facciamo addirittura parte della cosiddetta Generazione Z, quindi cerchiamo di limitare al minimo le lamentele (non servono a nulla e, a dirla tutta, “invecchiano” pure) e teniamoci per noi le nostre – numerose e comprensibilissime – perplessità.
Ecco 5 consigli per preparare al meglio gli esami di lingua – quarantena edition:
1- Alla ricerca della normalità
Il primo consiglio che mi sento di darvi (e darmi) per questa “smart sessione” è, molto semplicemente: fare finta il più possibile che sia una sessione uguale a tutte le altre. Quando cerco di ragionare razionalmente, mi ripeto che, alla fine, non potrà mica trattarsi di esami di ingegneria degli scavi per studenti di lingue, e nemmeno di teoria e tecniche della traduzione audiovisiva per studenti del Politecnico. Insomma, tutti noi possiamo continuare a dedicarci al “nostro” e a studiare per la facoltà che abbiamo scelto senza perdere troppo tempo in domande dalla dubbia utilità del tipo “ma i prof saranno più buoni o più cattivi?”. Possiamo passare direttamente allo step successivo: di solito siete abituati a studiare evidenziando il libro e poi scrivendovi dei riassunti? Benissimo, studiate evidenziando il libro e poi scrivetevi dei riassunti. Normalmente preferite studiare dai vostri appunti ripetendo a voce alta? Ottimo, studiate dai vostri appunti ripetendo a voce alta. Solo se saremo noi i primi a prendere questa sessione come una sessione normale, questi esami online avranno qualche chance in più di sembrare degli esami come tutti gli altri.
2- Benedetta routine
Proprio in relazione a questa “ricerca della normalità”, credo sia particolarmente importante crearsi una sorta di routine. Lo è sempre, ma lo è ancor di più in sessione e soprattutto in questa sessione. Anche se biblioteche e aule studio sono chiuse e non possiamo uscire quanto e come vorremmo, evitiamo di confondere il giorno con la notte e di scambiare il divano per una scrivania solo perché “eh ma c’è la quarantena”. Mettiamoci una sveglia tutti i giorni. Non alle 6, ovvio. Ma mettiamola. Al massimo, a sto giro, possiamo posticiparla di quei 10 minuti che di solito non possiamo permetterci. E magari possiamo staccarla il sabato e la domenica, così, oltre all’alternanza giorno-notte, manteniamo anche l’alternanza infrasettimanali-weekend. Usiamo letti e divani per dormire e guardare la tv e troviamo un tavolo con quattro gambe e una sedia per studiare. Questi cappuccini che tanto ci mancano, facciamoceli a casa durante le pause ed evitiamo di trasformare le giornate in pause uniche che iniziano verso le 10 e finiscono intorno alle 18. In tempi di lockdown, tutto ciò può sembrare più difficile del solito, ma è – come al solito e forse più del solito – necessario.
3- Un nuovo vocabolario
Ma veniamo ora ai consigli più specifici per gli studenti di lingue. Soprattutto per gli esami orali (ma anche per gli scritti con sorveglianza via webcam) si è aggiunta al programma – in modo più o meno esplicito – una nuova parte: il vocabolario relativo al Coronavirus. Nulla di che, in realtà. Basta cercarsi quelle parole che, anche in italiano, sono attualmente sulla cresta dell’onda. Ad esempio: chi di noi ha mai pronunciato la parola “mascherina” una media di 15 volte al giorno prima d’ora? Ecco…
A me, la curiosità di cercare queste parole in altre lingue, era venuta anche prima di realizzare che, forse, potrebbero tornarmi utili per rompere il ghiaccio agli esami. Poi, se almeno agli esami potremo parlare d’altro, tanto meglio.
Consiglio per gli amici ispanisti: il sito della Fundéu BBVA spiega, ad esempio, che in spagnolo in questo momento si parla di Gran Confinamiento e che esiste il verbo cuarentenar. Potete anche iscrivervi alla loro mailing list: fortunatamente non si occupano solo di vocabolario virus-related.
4- BBC, El País e “affini”
Per fare nostro questo vocabolario possiamo tranquillamente navigare su siti come BBC, CNN, El País e “affini” (giusto per rimanere in tema…) a seconda delle lingue che studiate, andando a spulciare sia tra gli articoli scritti che tra i video da guardare e, soprattutto, ascoltare. Si tratta anche, ovviamente, di un buon modo per sapere cosa sta succedendo nei Paesi in cui si parlano le lingue che studiamo per ore e ore sui libri.
5- Noi!
Il mio ultimo ma non meno importante consiglio riguarda esattamente… Noi! Cioè Babbel, sì insomma, quei 15 minuti al giorno al cellulare più produttivi di Instagram e più interessanti delle stories di pizze e biscotti fatti in casa. Se già prima, dire di non avere 15 minuti al giorno era una scusa che poteva reggere fino a un certo punto, ora non potete davvero inventarvi più nulla. Qui trovate tutte le informazioni sul mese gratuito che abbiamo messo a vostra disposizione.
Buon divertimento, buono studio e in bocca al lupo a tutti noi!