I saluti in tedesco: la guida definitiva

Il modo migliore per iniziare una conversazione è sapere come ci si saluta, no?
Arnold Schwarzenegger | I saluti in tedesco

Tutti quanti, anche senza aver mai studiato il tedesco, sanno che per salutare si dice Guten Tag o Guten Morgen – se è giorno – Guten Abend se è sera, Hallo e Hi per varie situazioni informali. Ma questo è un gioco da ragazzi. Ci sono tante altre opzioni e abbiamo pensato di elencarle tutte: ecco quindi una guida ai saluti in tedesco.

Imparare il giusto registro da adottare a seconda del contesto e della persona che avete davanti rappresenta uno degli ostacoli maggiori quando si tratta di imparare una lingua straniera. Dopotutto, a volte succede di fare gaffe anche nella propria lingua, no? Ma questo è proprio quello che vogliamo evitare. Abbiamo raccolto le varianti tedesche di saluti e forme di cortesia che si prestano a tutte le situazioni e abbiamo deciso di fornirvi qualche consiglio per sapere sempre qual è la forma più adatta al contesto in cui vi trovate.

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La guida definitiva ai saluti in tedesco

Come si dice “ciao” in tedesco

“Ciao” in italiano si usa sia quando ci si incontra, sia quando ci si separa. In tedesco non funziona così: nelle situazioni informali, cioè quando noi useremmo “ciao”, in tedesco si usano parole diverse. Inoltre, i tedeschi hanno la particolare capacità di rendere “dandy” e affettata qualsiasi forma di saluto. Hallo, che è il saluto in tedesco quando ci si incontra, può diventare Hallöchen (-chen è il suffisso diminutivo, quindi questa forma di saluto si traduce letteralmente con un “ciaino!”), mentre Tschüss (il “ciao” in tedesco quando ci si lascia) spesso diventa Tschüssi. Un’altra forma di saluto piuttosto comune è Na?, una “domanda esclamativa” con così tanti significati che non basterebbe un semestre all’università per impararli tutti.

Le varie forme di “na?”

Negli anni ’90, quando ero uno studente delle medie in Inghilterra, si usava mormorare un “alright” (contratto in “right”) per salutarsi tra amici e compagni di classe. (In italiano suonerebbe più o meno come un “tutto ok?”)

Quando mi sono imbattuto per la prima volta nella parola “na” (circa dopo 68 secondi che ero in Germania), l’ho associata al mio vecchio “alright” e non mi sono sbagliato di molto. Si tratta di una forma contratta che traduce più o meno il “hey, ciao, come va?” e che prevede una risposta altrettanto contratta, che quasi sempre è proprio un altro “na?”

Quando i tedeschi si dicono “ciao”, spesso non dicono mai “ciao”. Si guardano in silenzio in una specie di gioco a chi resiste di più e poi uno dei due si arrende ed emette un nitido “na?” Per aggiungere un po’ di affetto, potrebbero decidere di completare il tutto con un “du”. Na, du?

Oltre alla forma di saluto, “na” può anche essere usato come sollecitazione di una risposta nei confronti di un interlocutore che esita. Se viene combinato con ja (“na ja”) diventa un’esclamazione sprezzante, se invece viene completato da un gut (“na gut”), allora comunicherà una sorta di riluttante rassegnazione. La classica parolina piccola ma cattiva, insomma.

I più comuni saluti informali in tedesco

Arriviamo ora al momento in cui vorrete mettere da parte la formalità per guardare il vostro interlocutore dritto negli occhi. È questa l’occasione di usare il “Guten”, aggiungendoci un “Tag “. Se è mattina, potrete tentare un semplice “Morgen”.

Attenzione però: esistono alcune differenze regionali. Ad Amburgo e Berlino, per esempio, verrete salutati con uno squillante Moin moin o Moinsen, in Baviera con un robusto Grüß Gott o Servus! In Austria, aspettatevi un Grüzi, Sei gegrüßt! e Glück auf! saranno i saluti che vi rivolgeranno nel sud. Infine, potrete usare Mahlzeit (letteralmente: “orario del pasto”) per salutare i colleghi che passano per andare in pausa pranzo, oppure un Hallo zusammen per salutare un gruppo di persone senza dover stringere la mano a tutti.

La lista dei più comuni saluti in tedesco

Ed ecco quali sono tutti i saluti in tedesco quando ci si incontra.

  • Hallo: Ciao
  • Guten Morgen: Buongiorno (o più correttamente “Buona mattina”, si usa infatti solo nelle prime ore del mattino)
  • Guten Tag: Buongiorno, da usare fino al tramonto
  • Guten Abend: Buonasera
  • Servus: Ciao (usato al sud della Germania)
  • Grüß Gott: la versione bavarese e austriaca di Hallo/Guten Tag
  • Grüezi: la versione svizzera diHallo/Guten Tag
  • Hi: Ciao (molto in voga tra i giovani, preso in prestito dall’inglese)
  • Moin/Moin moin: il Guten Morgen che si è diffuso in alcune zone a nord della Germania
  • Mahlzeit: Buon appetito ma è anche semplicemente un saluto che si usa a orario di pranzo in alcune parti della Germania
  • Na?: è una specie di hey, una domanda a cui non si deve davvero rispondere, se non con un altro Na!

Questi invece sono i saluti in tedesco quando ci si congeda:

  • Tschüß: Ciao
  • Auf Wiedersehen: Arrivederci, più formale di Tschüß
  • Tschao/Tschau: Ciao, preso in prestito dall’italiano (o dal veneziano, a dirla tutta)
  • Auf Wiederschauen: Arrivederci (usato in Baviera, principalmente)
  • Gute Nacht/Schlaf gut: Buona notte/Dormi bene
  • Mach’s gut: Stammi bene

📸 by Gage Skidmore | Flickr | CC BY-SA 2.0

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Ed M. Wood

Ed M. Wood è originario di Wells, la città più piccola dell'Inghilterra, e oggi vive a Berlino. Ha studiato psicologia all'università di Southampton prima di lavorare come insegnante e traduttore in Spagna, Inghilterra e Germania. Ha poi proseguito gli studi con un Master in Scienze Politiche a Bath, Berlino e Madrid. I suoi interessi principali sono le lingue, le culture e i viaggi e sono proprio queste tre cose che lo hanno portato fino alle torri di Babbel, la sua residenza attuale.

Ed M. Wood è originario di Wells, la città più piccola dell'Inghilterra, e oggi vive a Berlino. Ha studiato psicologia all'università di Southampton prima di lavorare come insegnante e traduttore in Spagna, Inghilterra e Germania. Ha poi proseguito gli studi con un Master in Scienze Politiche a Bath, Berlino e Madrid. I suoi interessi principali sono le lingue, le culture e i viaggi e sono proprio queste tre cose che lo hanno portato fino alle torri di Babbel, la sua residenza attuale.