Sindromi rare di cui sono vittime turisti e viaggiatori

Avete mai sentito parlare della Sindrome di Stendhal? Beh, non è l’unica condizione psicologica che può colpire chi si reca all’estero “impreparato”.
Sindrome di Stendhal

Avete mai sentito parlare della sindrome di Stendhal?

Viaggiare inevitabilmente comporta, nell’eccitazione dell’esperienza, alcuni momenti spiacevoli. Ma cosa succederebbe se queste sensazioni negative compromettessero l’intero viaggio? Vi presentiamo quattro diverse sindromi psicologiche provocate unicamente dalla voglia di viaggiare.
Se il “virus” del viaggio vi ha contagiati, avrete sicuramente vissuto le esperienze più disparate, da disavventure imbarazzanti a shock culturali, sia che abbiate deciso di viaggiare da soli sia che lo abbiate fatto in compagnia. Ripensare a quegli equivoci culturali a volte vi fa sicuramente rabbrividire. Ma se finora avete pensato che le vostre disavventure all’estero fossero terribili, continuate a leggere per scoprire alcune delle più rare sindromi psicologiche legate al viaggio.

La sindrome di Stendhal non è l’unica a colpire i viaggiatori!

Sindrome di Parigi

Città della luce, dell’amore, della letteratura e dell’arte, nonché patria della dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Sconosciuti per strada fanno battute spiritose quando chiedete loro indicazioni, mentre donne filiformi vestite in Chanel e Louis Vuitton sfilano sui viali come fossero in passerella – o non lo fanno, nel qual caso potreste subire uno shock culturale tale da scatenare un crollo psicologico. Con sintomi che vanno da vertigini e insonnia ad allucinazioni e dispnea, può portare a una vera e propria depressione e, in alcuni casi, al ricovero in ospedale. Tutto questo fa parte della cosiddetta sindrome di Parigi.
Il fenomeno fu scoperto per la prima volta nei turisti giapponesi, la cui idealizzazione della cultura parigina, alimentata da immagini su riviste e media, veniva smontata dopo aver visitato la città. Invece che con fascino e charme, i parigini li servivano infatti con l’acidità sgarbata dei camerieri e degli sconosciuti per i viali (tutt’altro che immacolati). L’ambasciata giapponese viene contattata ogni anno da, in media, una dozzina di cittadini che richiedono un intervento medico per questa sindrome. Queste persone vengono in genere diagnosticate con schizofrenia e sbalzi d’umore, di solito all’Hôpital Sainte-Anne, un’istituzione che lavora in collaborazione con l’ambasciata.

 

Sindrome di Stendhal (o di Firenze)

Se siete persone particolarmente sensibili alla bellezza e inclini a svenire di fronte a opere d’arte, potreste soffrire della Sindrome di Stendhal. Il disturbo prende il nome dallo scrittore francese che soffrì di palpitazioni e quasi svenne visitando la Basilica di Santa Croce a Firenze. Questo malessere psicosomatico, che provoca vertigini, allucinazioni, tachicardia e disorientamento, colpisce quando viaggiatori sensibili sono sopraffatti dalla sublime bellezza delle opere d’arte o persino dalla natura stessa. Il fenomeno non è nuovo, ma è stato dichiarato una sindrome nel 1979 dalla psichiatra Graziella Magherini. L’ospedale di Firenze Santa Maria Nuova gestisce regolarmente i casi che richiedono un intervento medico.

Sindrome di Gerusalemme

La Sindrome di Gerusalemme è un comportamento tipico dei visitatori della Città Santa che manifestano la loro esaltazione religiosa spingendosi fino al delirio e all’isteria. Sebbene per secoli ci sia stata una pletora di prove aneddotiche, la sindrome non è stata propriamente definita fino agli anni ’30, quando Heinz Herman, psichiatra israeliano, descrisse lo strano comportamento mostrato a Gerusalemme da alcuni visitatori.
Sorprendentemente, diversi psichiatri riportano che la maggior parte di coloro che vengono colpiti da questa sindrome non sono ebrei, musulmani o cattolici, ma piuttosto protestanti, molti dagli Stati Uniti. Alcuni hanno una storia di instabilità mentale, ma molti turisti apparentemente sani di mente perdono la testa dopo l’arrivo nella Città Santa. Il recupero è solitamente rapido una volta che lasciano Gerusalemme e tornano a casa.

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Sindrome dell’India

Simile per certi aspetti alla Sindrome di Gerusalemme, la Sindrome dell’India contagia i viaggiatori occidentali quando si confrontano con la profonda spiritualità del Paese e soffrono di paranoia, schizofrenia, allucinazioni o delirio acuto. Da turisti preda di turbe psichiche in luoghi pubblici, al corpo del viaggiatore francese trovato in una caverna dopo essersi lasciato morire di fame (credendo di essere il dio Shiva), molti occidentali vengono sopraffatti dalle esperienze mistiche derivanti dallo shock culturale.
I rituali religiosi carichi di significato e valore per gli indiani possono essere invece percepiti come inquietanti, destabilizzanti e alienanti per i viaggiatori, innescando occasionalmente reazioni estreme fino a rendere necessario il rimpatrio. Una volta tornati sani e salvi in patria, riprendono fortunatamente un comportamento normale.

La maggior parte di queste sindromi ha qualcosa in comune: lo shock culturale provocato dalla mancanza di adeguata preparazione al viaggio. Una delle migliori strategie per essere culturalmente più consapevoli è imparare la lingua del posto.
Molti dei turisti giapponesi che soffrono della sindrome di Parigi hanno notato che la difficoltà di comunicare in francese ha innescato un senso di alienazione e una maggiore ansia. Queste sensazioni possono essere facilmente evitate! Che stiate solo cercando di ridurre il numero di incontri imbarazzanti all’estero, o che vogliate evitare una di queste gravi sindromi del viaggiatore, imparare una nuova lingua può senz’altro aiutare.

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