Non dimenticherò mai lo shock provato nel sentire la mie coinquiline inglesi e cinesi praticamente imbastire una gara di rutti a tavola, molto compiaciute di sè. Ricordo di aver chiesto spiegazioni alla mia vicina, una ragazza cinese, che sprezzante a malapena mi degnò di uno sguardo. Turbatissima, feci le adeguate ricerche e scoprii che ruttare a tavola in Cina è buona educazione, per dimostrare apprezzamento verso le pietanze consumate.
Amante dei viaggi e delle lingue, iniziai allora a incuriosirmi sulle regole da rispettare a tavola negli altri paesi, scoprendo che sono talvolta molto diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati.
Anche se molti considerano il galateo a tratti demodè, antiquato e anche sessista, alcune regole di base sono sempre necessarie (come non masticare a bocca aperta…), utili a evitarsi figuracce e a scoprire un lato molto interessante di altre culture!
Scopriamo insieme le buone maniere a tavola nei vari paesi del mondo!
Abbigliamento
Ancor prima di riempirvi le guance delle pietanze di ogni sorta che vi sono state servite, è opportuno essere quanto meno presentabili. Anche l’abbigliamento, infatti, è parte delle buone maniere da rispettare negli altri paesi.
In Italia e in Occidente, il dress code a tavola è abbastanza rilassato: potete mettervi più o meno quello che volete, rispettando il livello di formalità del pasto e generalmente evitando di dare troppo nell’occhio.
La musica cambia notevolmente nei paesi islamici e arabi, dove le donne devono avere gambe e spalle coperte, e anche per gli uomini canottiere e pantaloni corti non sono visti di buon occhio. I jeans, inoltre, proveniendo dagli Stati Uniti, sono percepiti come un capo d’abbigliamento del diavolo, e sono da evitare assolutamente, proprio come la cravatta. Dall’altro capo del globo, in Australia, i jeans sono invece considerati parte della divisa da lavoro bucolico, forse non il modo migliore per presentarsi a tavola.
Se pensate di sfangarla evitando del tutto i vestiti, attenzione: in Estremo Oriente la nudità, simbolo delle caste più basse, è rigorosamente bandita e l’eleganza è d’obbligo.
Per quanto riguarda le scarpe, le infradito sono a parer mio sempre sconsigliate. In Corea, sono addirittura un segno di riconoscimento delle prostitute, mentre il piede nudo in Cina è un vero e proprio oggetto sessuale. Sempre in Cina, scegliete abiti a tinta unita se non volete, voi e la vostra camicia a fiori, essere accolti con ilarità.
Infine, in Zimbawe, Zambia e Botswana camicie e pantaloni stile militare sono assolutamente vietati alla popolazione civile.
Sedersi a tavola
Una volta buttata via la camicia a fiori e trovati dei vestiti di fortuna per coprire vostro fratello e le sue voglie nudiste, potete sedervi a tavola.
E qui inizia il divertimento: in molti paesi asiatici e arabi è comune mangiare per terra, e spesso togliersi le scarpe. Assicuratevi di non mettere calzini bucati!
In Italia, invece, ritroviamo il nostro vecchio tavolo e le regole che tutti conosciamo (vero?): schiena decentemente dritta, braccia strette per non tirare gomitate nei fianchi di chi ci è accanto, mani sulla tavola e invece banditi i gomiti, almeno fino a quando l’ultima portata non sia stata rimossa. Le stesse regole valgono anche in Francia, dove le mani devono essere sempre in vista, e Gran Bretagna. Cercate anche di non accavallare le gambe, potrebbe dare fastidio agli altri commensali. Certo, se volete far loro piedino è un’altra storia.
Iniziare a mangiare
La pazienza è la virtù dei forti. Dopo esservi impegnati a tenere quelle dannate braccia strette, le buone maniere di pressoché tutti i paesi prevedono di aspettare che tutti i commensali siano seduti prima di iniziare a mangiare. Se siete ospiti, assicuratevi che i padroni di casa abbiano cominciato, e in Corea non iniziate mai prima di qualcuno più anziano di voi.
Se siete a cena con degli arabi durante il ramadan, iniziare prima del tramonto e del canto del muezzin è un sacrilegio.
Brindisi
É giunto il momento del brindisi: agitate quel bicchiere di dolcetto, assicuratevi che tutti ne abbiano un po’, guardate gli altri commensali negli occhi. In Italia e in Europa direi che le regole da rispettare variano di persona in persona, ma finché si beve tutto va bene. Se prendete la bottiglia di vino, è carino offrirsi di servirlo anche agli altri, compito che una volta spettava al capofamiglia.
In Giappone invece è bene farsi sempre servire da bere, mentre versarsi vino da soli è considerato un segno di alcolismo, quindi se avete sete versate da bere al vostro vicino e pregate che ricambi il favore.
In Georgia non si va via da un luogo senza aver fatto almeno un brindisi, ma solo con vino o Brandy: guai a brindare con la birra poiché questo si fa solo con i nemici.
Le posate
Ma come fare ora a iniziare? Cosa utilizzare per portare quel dannato cibo che fissate da mezz’ora finalmente nelle vostre bocche? Eccoci arrivati al clou delle buone maniere.
In Italia e in Europa vige generalmente la regola di impugnare il coltello con la destra e la forchetta con la sinistra, e se non li tenete e agitate come due zappe dovreste generalmente essere a posto.
Ogni paese ha poi abitudini bizzarre: in Francia non si possono tagliare le foglie di lattuga, in Germania bisogna schiacciare le patate con la forchetta. Per alcune pietanze, come pizza, alette di pollo, tacos in Messico o talvolta frutta, le mani sono consentite, ma non in Cile, dove sono bandite, o in Gran Bretagna, dove la regina mangia le banane con forchetta e coltello.
Anche in Thailandia si usano le posate, anche se in modo abbastanza atipico: la forchetta viene utilizzata solo per accompagnare il cibo verso il cucchiaio.
Se tutti questi modi di usare le posate vi sembrano ostili, andate in Cina e Giappone, dove le bacchette regnano indiscusse. Anche qui, attenzione: appoggiatele sempre al reggi bacchette, in Cina non usatele per girare il pesce, presagio di sfortuna, e in Giappone non infilzatele dentro la ciotola di riso, infatti questo è il modo in cui il vibo viene offerto ai defunti nelle cerimonie giapponesi buddhiste.
Se invece vi piaceva la tecnica delle mani, andate in India, dove l’unico attrezzo che vi servirà per mangiare è la mano destra (quella sinistra è considerata impura), avendo cura di lavare accuratamente dita e unghie subito prima del pasto.
Il pane
Un’altra faccenda complicata è quella del pane. Generalmente, Italia compresa, è bene strapparne un pezzo alla volta con le pani (volevo scrivere mani giuro). In Francia si usa come un utensile per raccogliere cibo, al pari delle posate, ma dato che i francesi non sanno godersi la vita è rigorosamente bandito fare la scarpetta, cosa invece consentita in Gran Bretagna, a patto di non tenere il pane con le dita ma su una forchetta.
In Polonia, Ucraina, Afganistan, ma anche in alcuni paesi mediorientali e di fede induista, esiste un rituale particolare per quando si fa cadere un pezzo di pane. Dopo averlo raccolto lo si deve baciare (cosa che farei sempre) e sollevare innanzi alla fronte prima di rimetterlo nel piatto, come segno di rispetto per il cibo e per il lavoro speso a prepararlo.
Quantità e bis
Generalmente in Italia vige la regola di non strafogarsi, ma i bis sono consentiti, come in Georgia, dove si devono sempre accettare i bis offerti, al contrario della Spagna, dove chiedere il bis è segno di grande maleducazione.
Nelle Filippine, in Cambogia in Corea, in Cina e in Egitto, non mangiate invece tutto il cibo nel piatto, perchè significa che i padroni di casa non hanno offerto abbastanza cibo all’ospite. Anche in India finire tutto il cibo nel piatto è considerato scortese, ma sprecarne è irrispettoso. Buona fortuna a trovare la giusta via di mezzo.
Condivisione e fetta della vergogna
Per porzioni condivise, c’è poi la spinosa faccenda di quella che io chiamo la fetta della vergogna: l’ultima fetta che rimane in un vassoio, a guardarvi, e nessuno generalmente la prende nell’imbarazzo generale. In Italia dovete pregare che qualcuno la prenda, in Thailandia è considerato scortese prenderla senza aver consultato gli altri, mentre in Francia mangiare ‘l’ultima fetta di carne’ o ‘l’ultima porzione di torta’ è visto com un gesto di ingordigia e sembra che si rubi il cibo a qualcun altro. Dunque resta lì.
In alcuni paesi, come la Thailandia o la Turchia, la condivisione è alla base del pasto, e vengono servite tante pietanze in mezzo alla tavola di cui prendere piccole porzioni. In Francia, invece, dividere una pietanza è poco tollerat, e forse per quello fanno quelle porzioni striminzite. In Cina, è assolutamente maleducato prendere qualcosa dal piatto degli altri.
Personalmente a me piace la condivisione, permette di provare più pietanze, ma porta con se lo spinoso problema della fetta della vergogna: l’ultima fetta di carne o di torta, che vi guarda, e nessuno osa prendere nell’imbarazzo generale. In Italia dovete generalmente pregare che qualcuno sia abbastanza sfacciato da prenderla, in Thailandia è consono consultarsi con gli altri, mentre in Francia semplicemente si deve lasciare lì, perchè prenderla è un gesto d’ingordigia e sembra di togliere cibo agli altri.
Il gusto del proibito
é opportuno sapere che per alcuni paesi o culturi esistono cibi proibiti.
In Italia, tranne il cappuccino per pranzo come fanno gli inglesi è tutto consentito.
Nei paesi arabi, invece, le persone di fede musulmana non consumano carne di maiale o alcolici, mentre in Israele è bene considerare che il padrone di casa potrebbe seguire i dettami della cucina kosher.
In Jamaica, è sconsigliato dare il pollo ai bambini che ancora non hanno cominciato a parlare. Potrebbero non parlare mai. Anche le uova, così come in Chad e in Nigeria, sono vietatissime ai bambini, infatti potrebbero trasformarli in ladri una volta cresciuti.
Rumori
Paese che vai, rumori che trovi. Se in Italia ruminare e qualsiasi manifestazione umana come ruttare sono accolti con l’assoluto disgusto, in Giappone il modo più appropriato per gustare una zuppa di miso o i tipici spaghetti in brodo è berli molto rumorosamente dalla ciotola, segno di apprezzamento. Nel Regno Unito, questa pratica, detta slurping, è considerata veramente offensiva.
In Cina, il migliore dei complimenti nei confronti del cuoco è ruttare, contro ogni forma di educazione occidentale.
Se il rutto a tavola dai Cinesi vi ha sconvolti, non fatevi mai invitare a cena dagli eschimesi Inuit del Canada, dove l’apprezzamento per il pasto offerto si dimostra esibendosi in flatulenze.
Il conto
Ahimè, tutto questo mangiare era bello, ma se siete al ristorante bisogna poi considerare un’ultima, salata, pietanza: il conto.
In Italia capita di dividere il conto, cosa che invece le buone maniere di paesi come Francia e Gran Bretagna probiscono severamente. Oltremanica, chi propone un invito paga, ed è vietato sindacare ma piuttosto occorre ricambiare in un momento successivo con un altro invito. Se, invece, si intende prendere una birra al pub con gli amici è importante sapere che a turno ognuno offre da bere a tutto il gruppo.
In Armenia l’ultimo paga! Questo vuol dire che se berrete l’ultimo bicchiere di una bottiglia dovrete pagare la successiva!
Se volete poi lasciare una mancia, abitudine poco comune in Italia, ricordatevi che in Portogallo, Sud America e Stati Uniti deve ammontare intorno al 10% del pasto, in Francia è inclusa nel conto e in Cina è invece tassativamente proibita!
La regola più importante
Avendo esplorato le buone maniere a tavola nei vari paesi del mondo, è giunto ora il momento di svelarvi l’arcano, il segreto più importante da rispettare a tavola: osservate gli altri! La regola più importante è infatti di non far sentire mai nessuno a disagio o offeso, dunque evitate di formalizzarvi eccessivamente se la situazione non lo richiede, o fate uno sforzo se gli altri lo fanno. Se siete in paesi o in compagnia di persone con culture molto diverse dalla vostra, copiateli, e non potrete mai sbagliare!
Naturalmente, per viaggiare e avere amici di altre nazionalità è fondamentale padroneggiare lingue straniere!