La lingua catalana è associata principalmente alla regione spagnola della Catalogna, ma non è corretto affermare che sia una lingua parlata esclusivamente in Spagna né che sia un dialetto. Il catalano in alcuni casi è più simile al francese che allo spagnolo e, oltre a ciò, è una lingua regionale distinta con una storia antecedente all’ordine geopolitico attuale.
Le lingue più vicine alla lingua catalana sono lo spagnolo e l’occitano, parlato nel sud della Francia, ma differisce da entrambe in molti modi, soprattutto per quanto riguarda i dittonghi, determinati suoni vocalici e consonantici e alcune convenzioni grammaticali.
La lingua è stata inoltre unita intimamente al movimento che propugna l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna, con vaste implicazioni sul ruolo che può continuare a svolgere per l’identità nazionale catalana.
Una breve storia del catalano
Repressione e resistenza
Il catalano è una lingua romanza derivata dal latino volgare parlato nella regione dei Pirenei compresa tra Francia e Spagna, utilizzato soprattutto dai Romani che colonizzarono la regione catalana di Tarragona. Durante il regno d’Aragona, fondato nel 1035, la Catalogna era una provincia autonoma. Il testo più antico esistente scritto in catalano risale al dodicesimo secolo.
Con il matrimonio di Ferdinando e Isabella e l’unificazione dei regni di Aragona e Castiglia nel quindicesimo secolo, lo spagnolo castigliano divenne de facto la lingua ufficiale, anche se il catalano continuò a essere una lingua vernacolare parlata comunemente.
Infine, quando la Catalogna perse la propria autonomia nel 1714 con la conquista di Barcellona da parte della Spagna, l’uso del catalano venne ufficialmente proibito. Contemporaneamente, anche nella Francia di Luigi XIV si iniziò a sopprimere la lingua quando nel 1659 quest’ultimo ne proibì l’utilizzo nella Catalogna del Nord. Inoltre, la Prima Repubblica francese, nata a seguito della Rivoluzione francese, ne vietò l’uso nell’istruzione.
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La lingua catalana nella letteratura
Ciò ha portato finalmente alla nascita del movimento nazionalista della “Renaixença”, sorto nel diciannovesimo secolo, quando artisti e scrittori utilizzarono la lingua catalana come lingua letteraria, dandole brevemente nuova vita. Il movimento riprese persino un’antica tradizione medievale chiamata Jocs Florals (“giochi floreali”), una competizione poetica allo scopo di riconoscere la migliore poesia d’amore o il miglior poema patriottico in questa lingua. Tuttavia, al termine della guerra civile e con l’avvento del regime fascista di Franco nel 1936, la lingua catalana fu praticamente abolita in tutta la Spagna con il fine di promuovere l’unificazione di un nazionalismo spagnolo.
Fu solo dopo la morte di Franco e il ripristino della democrazia nel 1978 che si iniziò a promuovere nuovamente il catalano e a insegnarlo nelle scuole spagnole come lingua principale per l’insegnamento. Nel 1983, la lingua catalana è stata dichiarata lingua ufficiale della regione dal Parlamento della Catalogna.
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Il futuro della lingua catalana
Una lingua dura a morire
Tuttavia, sebbene negli ultimi decenni la lingua catalana abbia vissuto un processo di rinascita, lo spagnolo continua a essere parlato in Catalogna come lingua franca, in parte dovuto al suo lungo passato nella regione, oltre alla più recente immigrazione di molti latinoamericani che lo parlano come lingua madre. Nonostante ciò, grazie ai programmi di immersione linguistica implementati nelle scuole fin dai primi anni ’80, praticamente chiunque abbia meno di 40 anni nella regione spagnola della Catalogna parla correntemente sia lo spagnolo che il catalano.
Anche se per il movimento che rivendica l’identità nazionale catalana sono stati determinanti molti fattori, la lingua ha comunque avuto un ruolo fondamentale. Secondo alcuni nazionalisti spagnoli l’istruzione in lingua catalana è colpevole di promuovere il separatismo. Nel 2015, la Corte Suprema spagnola ha stabilito che almeno il 25% delle lezioni nelle scuole catalane deve essere svolto in spagnolo.
La stretta relazione tra identità e lingua catalana
Per questo motivo, l’identità catalana è maggiormente legata alla lingua rispetto, ad esempio, all’identità basca o a quella degli altri gruppi etnici presenti in Spagna. Il nazionalismo basco è legato soprattutto all’etnicità, mentre per il nazionalismo catalano la lingua è la pietra angolare del movimento.
Il referendum sull’indipendenza svoltosi nel 2017, dichiarato illegale dal governo centrale, ha portato la Spagna sull’orlo della più grande crisi politica dalla fine del regime di Franco. Le manifestazioni per l’indipendenza catalana si susseguono tuttora e le ultime si sono svolte solamente a settembre 2021. In Catalogna, il giorno 11 settembre è noto come La Diada, o l’anniversario della caduta di Barcellona nel 1714, e negli ultimi anni è stato commemorato dalle manifestazioni separatiste.
Dove si parla il catalano?
Non solo Spagna
Attualmente, il catalano è parlato nelle comunità autonome spagnole di Aragona, Isole Baleari, Catalogna, Murcia e Valencia, in Andorra, nella regione francese di Roussillon e nella città di Alghero, in Sardegna.
In Andorra, un piccolo principato indipendente nella regione dei Pirenei compresa tra Spagna e Francia, il catalano è l’unica lingua ufficiale. In Catalogna, nella Comunità Valenciana e nelle Isole Baleari, la lingua condivide il suo stato ufficiale con lo spagnolo.
Si ritiene che esistano sei dialetti del catalano: il catalano nord-occidentale (parlato a Lleida, Tarragona e La Franja), il valenciano (parlato nella Comunità Valenciana), il catalano centrale (parlato a Barcellona e Girona), il baleare (parlato nelle Isole Baleari), l’occitano (parlato in Francia) e l’algherese (il dialetto parlato ad Alghero).
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Quante persone parlano il catalano?
Il catalano è parlato in diverse aree linguistiche. Nelle regioni spagnole, francesi e italiane in cui si parla la lingua catalana, in tutto annovera più di 9 milioni di parlanti, e di questi ben 8,8 milioni vivono in Spagna.
Inoltre, di quei 9 milioni sono più le persone che lo parlano come seconda lingua che come lingua madre: i parlanti madrelingua sono 4 milioni, mentre 5 milioni di persone lo parlano come seconda lingua.
Al di fuori della Spagna, circa 125.000 parlanti vivono in Francia, 30.000 in Andorra e 40.000 ad Alghero.
Questo articolo è apparso originariamente nell’edizione inglese di Babbel Magazine.
📸 by Massimo Frasson | Flickr | CC BY-SA 2.0