Chiunque ami la lettura conosce bene la meravigliosa possibilità di viaggiare senza muoversi dalla propria stanza, la magica sensazione di essere trasportati altrove, in un mondo che spesso sembra più reale della poltrona in cui si è seduti.
E chiunque viva con un appassionato lettore riconosce al volo l’espressione assorta e rapita di chi è perso in luoghi immaginari, luoghi che non possiamo rintracciare su nessuna carta geografica ma solo nella mente di chi li ha creati e di coloro che li abitano leggendo.
Spesso sono luoghi talmente vividi e realistici che crediamo esistano davvero, al punto da rimanere stupiti quando invece scopriamo che no, neppure Google Maps registra la loro presenza.
Vediamone alcuni…
Derry
Derry è un’immaginaria cittadina americana del Maine, in cui sono ambientati diversi romanzi di Stephen King, tra cui l’indimenticabile “IT”.
Nelle viscere della città dorme una malvagia creatura, che si risveglia ogni 27 anni assumendo la forma di ciò che più terrorizza le sue vittime (ricordate il terrificante pagliaccio Pennywise?).
Assieme ai Perdenti (i ragazzini protagonisti della vicenda), percorriamo i selvaggi Barren sulle rive del fiume Kenduskeag, entriamo nella casa spettrale di Neibolt Street 29, fuggiamo dai resti della vecchia acciaieria e dalla Cisterna, esploriamo i cunicoli delle fogne a caccia del mostro… fino a conoscere la cittadina come le nostre tasche e ad avere la nitida impressione di esserci stati.
Castle Rock
Restiamo nell’universo di Stephen King per scoprire un’altra fittizia cittadina del Maine, Castle Rock, dove si svolgono molti dei suoi libri, tra cui “La zona morta”, “Cujo”, “Cose preziose” e il bellissimo racconto “Il corpo” (da cui è stato tratto il celebre film “Stand by me”).
Castle Rock deve il suo nome alla montagna pietrosa de “Il signore delle mosche” di William Golding, romanzo molto amato da King.
Teatro di misteri e indicibili orrori, abitata da presenze maligne, Castle Rock, vero e proprio simbolo dell’opera del Re, è diventata recentemente anche una serie tv basata sulle vicende e i personaggi che si intrecciano nelle varie storie ambientate nell’immaginaria cittadina.
Arkham
Appartiene al territorio del terrore anche un altro celebre luogo letterario: Arkham, in Massachusetts, frutto della fantasia del grande H.P. Lovecraft.
Avvolta da oscure leggende, Arkham è sede della Miskatonic University e della sua biblioteca, dove è custodita una copia del “Necronomicon”, il libro maledetto dei morti.
Ispirata a Salem, la città delle streghe, Arkham è il cuore pulsante dell’universo lovecraftiano e non solo: Arkham è entrata nell’immaginario collettivo, diventando un bacino inesauribile di storie a cui scrittori, registi, musicisti e artisti continuano ad attingere.
Ha influenzato perfino il mondo dei fumetti e dei videogiochi: l’Arkham Asylum, il manicomio criminale di Gotham City, deve infatti il suo nome proprio alla cittadina creata da Lovecraft.
Macondo
Macondo è il favoloso villaggio fondato da José Arcadio Buendía in “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Marquez.
Situato nel continente sudamericano, nei pressi delle foreste colombiane, Macondo sembra in parte ispirato ad Aracataca, luogo natio dell’autore, un villaggio del distretto di Magdalena situato sotto la Sierra Nevada de Santa Marta.
La forza evocativa del romanzo di Marquez, le sue atmosfere sospese, il realismo magico che lo pervade hanno fatto di Macondo uno dei luoghi non-luoghi più celebri di tutta la letteratura. Un luogo mitico, in cui tutto – come ci insegna la saga della famiglia Buendía – può accadere.
Holt
È nella cittadina fittizia di Holt, nelle pianure del Colorado orientale, che si svolgono le vicende narrate da Kent Haruf nei suoi romanzi (“Trilogia della pianura”, “Le nostre anime di notte”).
Probabilmente Holt è ispirata ad alcune città in cui Haruf ha vissuto, fra cui Yuma, dove ha abitato nei primi anni Ottanta.
Più ancora delle sue case, delle sue strade e dei suoi incroci, sono i suoi abitanti, con i loro drammi e le piccole gioie quotidiane, a darci l’illusione che Holt sia un luogo reale, che ci piacerebbe poter visitare per ritrovare le atmosfere delicate e profondamente umane in cui ci siamo immersi durante la lettura.
Vigata
Vigata è la città siciliana creata da Andrea Camilleri, in cui sono ambientate le indagini del commissario Salvo Montalbano.
Per la scelta del nome Camilleri si è ispirato alla vicina Licata, per la geografia del luogo a Porto Empedocle, dove è nato.
Quello di Vigata è uno di quei casi in cui la finzione si rivela così potente da riuscire ad agire sulla realtà: pensate che nel 2003 l’amministrazione comunale di Porto Empedocle decise di modificare i suoi cartelli turistici, aggiungendo al proprio nome anche quello di Vigata (decisione poi revocata nel 2009).
Fantasia che diventa realtà: del resto, a chi non piacerebbe poter gustare davvero un succulento pranzetto alla Trattoria San Calogero in compagnia dell’acuto commissario?