Quel tipo è proprio un dongiovanni.
Ho un dubbio amletico.
Non fare il donchisciotte.
Pensate a quante volte, nella vita di tutti i giorni, vi è capitato di pronunciare queste parole: si tratta di parole di uso corrente, ormai entrate a pieno titolo nel linguaggio comune e nei dizionari, ma che devono la loro origine alla mente e alla penna di grandissimi scrittori.
Dongiovanni, amletico, donchisciotte… Che cosa hanno infatti in comune questi termini?
Tutti derivano da personaggi letterari di storie immortali: personaggi così forti da riuscire ad abbattere l’invisibile barriera che separa realtà e fantasia, così complessi e verosimili da essere in grado di evadere dalle pagine dei libri per prendersi un posto accanto a noi, nella vita reale.
Amletico
L’aggettivo “amletico” deriva da uno dei più famosi personaggi di Shakespeare, Amleto, che dà il titolo all’omonima tragedia, tra le più rappresentate di sempre.
“Essere o non essere, questo è il problema”: eccolo qua, il dubbio amletico per eccellenza.
Per tutta l’opera il principe di Danimarca è infatti tormentato dall’incertezza e dall’indecisione: spinto dal desiderio di vendicare la morte del padre, ucciso da suo zio Claudio, che ha poi sposato la madre Gertrude, Amleto rimanda continuamente la tanto agognata vendetta a causa dei dubbi che lo divorano e che finiranno per imprigionarlo in una drammatica spirale senza vie d’uscita.
Da qui, il termine “amletico”, perfetto per indicare un dilemma insolubile che ci attanaglia.
Bovarismo
Alla voce “bovarismo” il dizionario recita:
Insoddisfazione spirituale; desiderio smanioso di evasione dalla realtà; inquietudine esistenziale provocata dal divario tra le condizioni di vita reali e le proprie aspirazioni; atteggiamento di chi si ritiene diverso da quello che è, costruendosi un mondo immaginario nel quale proietta desideri e frustrazioni che nascono dall’insoddisfazione per la propria condizione reale.
Ecco spiegato in estrema sintesi il dramma di Emma Bovary, protagonista del celebre romanzo di Gustave Flaubert.
Annoiata dalla mediocre vita di provincia e dal suo matrimonio, Emma va alla disperata ricerca di avventure romantiche che siano all’altezza dei grandi sogni alimentati dalle sue letture giovanili e che la condurranno, invece, all’autodistruzione.
Quando sentite che la realtà vi va stretta, fate attenzione: potreste soffrire di bovarismo.
Donchisciotte/donchisciottesco
Siete idealisti?
Amate le cause perse?
Siete disposti a combattere per ciò in cui credete, costi quel che costi?
Allora siete proprio dei donchisciotte (scritto tutto attaccato)!
Il sostantivo e l’aggettivo corrispondente (“donchisciottesco”) derivano dal magnifico personaggio di Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia.
Alonso Quijano è un hidalgo spagnolo a tal punto appassionato di romanzi cavallereschi da confondere la vita reale con il mondo fantastico descritto nei suoi amati libri: Alonso si convince così di essere Don Chisciotte, un cavaliere errante chiamato a difendere i deboli da soprusi e ingiustizie.
Nel suo viaggio in compagnia del fido Sancho Panza, Don Chisciotte combatterà contro immaginari nemici, scambiando mulini a vento per temibili giganti, burattini per demoni, un gregge di pecore per un esercito di invasori…
Dongiovanni
Don Giovanni Tenorio è il famoso protagonista di diverse opere teatrali e letterarie.
Comparso per la prima volta nella commedia di Tirso da Molina L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra, viene ripreso da Molière nella tragicommedia Don Giovanni o il convitato di pietra e reso immortale da Mozart nell’opera lirica Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni.
Don Giovanni è un impenitente libertino che passa il tempo a sedurre le donne, in barba a qualsiasi legge umana e divina, fino al giorno in cui viene trascinato all’inferno per pagare il prezzo delle sue malefatte.
Audace e affascinante, è un personaggio così popolare che, in italiano e in spagnolo, il termine “dongiovanni” è divenuto sinonimo di donnaiolo e seduttore.
Lolita
Lolita, il meraviglioso romanzo di Vladimir Nabokov, è la storia dell’ossessione di un uomo maturo, il professor Humbert Humbert, per la dodicenne Dolores, detta Lolita, con la quale inizia una relazione dopo esserne diventato il patrigno.
All’epoca della sua pubblicazione (il romanzo uscì nel 1955), Lolita suscitò un immediato scandalo per gli scabrosi temi trattati.
La trasposizione cinematografica firmata da Kubrick nel 1962 contribuì a fare di Lolita un personaggio indimenticabile, entrato nell’immaginario collettivo come prototipo di adolescente precoce, in grado, con i suoi atteggiamenti maliziosi, di suscitare il desiderio di uomini maturi.
Il termine “lolita”, che fa ormai parte del vocabolario, viene utilizzato anche per indicare una donna adulta che si comporta o si veste come una ragazzina.