5 osservazioni di una principiante dopo 10 giorni di tedesco con Babbel

Dalla ß al lessico, alcune osservazioni di una principiante italofona alle prese con il tedesco.
Imparare il tedesco con Babbel se siete principianti

Durante l’apprendimento di una nuova lingua, i primi tempi e soprattutto i primi giorni, ogni aspetto può potenzialmente sembrare una difficoltà. Al tempo stesso però, ogni piccolo passo può sembrare un grande traguardo ed effettivamente, lo è.
Tra una lezione di Babbel e l’altra, ho notato alcuni aspetti che sicuramente, agli inizi, ogni studente di tedesco avrà notato. Certamente passeranno da questi step anche tutti coloro che decideranno di mettersi alla prova con questa lingua in un futuro più o meno vicino.

Dalla ß al lessico, ecco 5 osservazioni di una principiante assoluta alle prese con il tedesco.

1) Eszett

Quando decidiamo di imparare una nuova lingua, diciamo di dover partire “dall’ABC”. L’alfabeto è infatti uno dei primissimi aspetti a cui ci si approccia e con i primi dialoghi ed esercizi interattivi proposti dall’app di Babbel, mentre si imparano i vari modi per salutare e presentarsi, si nota subito una nuova lettera, presente esclusivamente nell’alfabeto tedesco: la Eszett (ß), che si pronuncia come una “s” sorda e si trova, ad esempio, in heißen (“chiamarsi”), die Straße (“la strada”) e ich weiß (“lo so”). Nel sud della Germania, le “s” si pronunciano tutte in questo modo, mentre nel resto del Paese, quando la “s” si trova all’inizio di una parola o tra due vocali, si pronuncia come una “s” sonora.

2) Maiuscole

Un altro aspetto che si nota a colpo d’occhio di fronte a qualsiasi testo in tedesco è l’elevato numero di maiuscole. Questo perché l’ortografia tedesca prevede che tutti i sostantivi siano scritti con la lettera maiuscola.
Abituata a dovermi ricordare delle maiuscole solo per i nomi propri o, tutt’al più, per pochi casi in inglese, ammetto di averci messo un po’ a familiarizzare con questa regola ortografica, ma una volta assimilata, mi sono presto resa conto che sono altre le vere difficoltà per un italofono alle prese con il tedesco.

3) Genere

In altre lingue, il genere dei nomi non è un aspetto particolarmente complesso, esistono nomi maschili e nomi femminili e qualche eccezione che non corrisponde all’italiano. In francese, ad esempio, una volta imparato che alcuni nomi come “il colore” e “il mare” sono femminili (la couleur e la mer), basta ricordarsi di aggiungere una “e” agli aggettivi che vogliamo abbinare a questi nomi ed il gioco è fatto. Per l’inglese la questione è addirittura quasi irrilevante, infatti, gli articoli e gli aggettivi non cambiano in base al genere e solo alcuni nomi hanno una forma maschile e una femminile, come boy/girl, husband/wife o actor/actress.
Per il tedesco invece, il discorso è un pochino più complicato. Infatti, il genere di un nome può essere maschile, femminile o neutro e le possibilità che si azzecchi pensando all’italiano o andando “a intuito” sono davvero poche. Ovviamente, una volta memorizzato il genere del nome, bisogna usare l’articolo giusto, scegliendo tra gli indeterminativi ein (per i nomi maschili e neutri) e eine (per i nomi femminili) e i determinativi der (maschile), die (femminile) e das (neutro).
La buona notizia è che esistono alcuni indizi: infatti, i nomi che terminano in -er o -ing sono generalmente maschili, come der Fehler (“l’errore”) o der Schmetterling (“la farfalla”), mentre i nomi che finiscono in -t, -e, -ung, -heit, -keit, -schaft e -ei sono generalmente femminili, come in die Fahrt (“il viaggio”), die Pause (“la pausa”), die Zeitung (“il giornale”), die Freiheit (“la libertà”), die Fröhlichkeit (“l’allegria”), die Mannschaft (“la squadra”) e die Bäckerei (“la panetteria”). Inoltre, per cercare di superare questo piccolo ostacolo, Babbel suggerisce di memorizzare ogni nuova parola direttamente con il suo articolo.

4) Sie

Anche in tedesco, come nella maggior parte delle lingue, esiste una forma di cortesia. Per dare del Lei si utilizza il pronome personale Sie, scritto con la maiuscola e da non confondere con sie, che traduce invece “essa” ed “essi”. L’unico aspetto a cui fare attenzione è il verbo da abbinare al pronome di cortesia, che va sempre coniugato alla terza persona plurale; dobbiamo quindi ricordarci che in tedesco si dà “del loro”.

5) Parole, parole, parole

Quando impariamo una nuova lingua, il nostro cervello cerca istintivamente qualcosa che già conosce e memorizza prima tutte le somiglianze che nota  con la nostra lingua madre o con qualsiasi altra lingua già studiata.
Anche una principiante alle prese con il lessico tedesco di base è infatti in grado di trovare molte parole simili a quelle di un’altra lingua germanica: l’inglese. Alcuni esempi sono: die Milch (“il latte”), der hunger (“la fame”), der Mann (“l’uomo”) e der Baby (“il bambino”). Simile all’inglese è anche il verbo trinken (“bere”), da cui peraltro deriva l’italiano “trincare” (solo in italiano però questo verbo si utilizza per parlare di chi beve con particolare avidità e gusto).
Inoltre, come in inglese, anche in tedesco per formulare le domande si invertono soggetto e verbo e si utilizzano quelle che gli inglesi chiamano Five Ws, che in tedesco sono: wer (“chi”), was (“cosa”), wann (“quando”), wo (“dove”) e warum (“perché”).
Ci sono anche alcuni termini che somigliano molto all’italiano, come das Hotel, der bus, das Auto, der Zucker e die Torte (nello specifico, il termine Torte indica una torta a più strati, mentre una parola più generica che traduce semplicemente “torta” è Kuchen), ma il mio premio “parola preferita dopo 10 giorni di tedesco” va a… Krümel (ovvero “briciola”)! Dopo aver letto per la prima volta questo termine in un dialogo dell’app di Babbel in cui era usato come nome proprio di animale, ho improvvisamente pensato di adottare un nuovo amico a quattro zampe anche solo per poterlo chiamare “briciola” in tedesco.

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Valeria Visciglia

Valeria Visciglia è una studentessa ed ex ballerina nata a Torino. Dopo essersi diplomata con una tesina sul cervello poliglotta, si è iscritta alla facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica. I suoi interessi includono scrivere, frequentare concerti, coccolare gatti, prendere aerei e cercare di capire qual è la sua lingua preferita.

Valeria Visciglia è una studentessa ed ex ballerina nata a Torino. Dopo essersi diplomata con una tesina sul cervello poliglotta, si è iscritta alla facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica. I suoi interessi includono scrivere, frequentare concerti, coccolare gatti, prendere aerei e cercare di capire qual è la sua lingua preferita.