Documentari sull’Italia: per conoscere la cultura del Bel Paese, lontano dagli stereotipi

Se state studiando l’italiano guardare un documentario a sfondo socio-culturale può essere un buon modo per capire meglio le sfumature della lingua: 10 titoli da non perdere
Dieci documentari sull'Italia per approfondire la conoscenza dell'italiano addentrandosi nella cultura e nei costumi dello Stivale

Documentari sull’Italia per approfondire la conoscenza dell’italiano. Studiare le lingue non significa solo memorizzare vocaboli e regole grammaticali e imparare a conversare, leggere e scrivere: per arrivare a pensare in un idioma che non è il proprio, tutto questo è indubbiamente necessario, ma lo è anche immergersi nella storia, nella cultura e nello spirito del Paese in cui quell’idioma è parlato.

Posto che trascorrere un periodo più o meno lungo su un territorio è il modo migliore per conseguire questo obiettivo, non mancano altre strade percorribili a distanza o in remoto, per usare due espressioni diffusesi in quest’epoca di pandemia. Una consiste nel guardare documentari sull’Italia non di tipo naturalistico, ma volti, semmai, a raccontare usi e costumi di una nazione o un pezzo della sua storia socio-economica. O ancora, a sviscerare lo spirito dei suoi abitanti focalizzando lo sguardo su vicende specifiche, ma in qualche modo esemplari.

Per chi studia l’italiano, la scelta è ampia e copre più tematiche: ecco dieci titoli usciti in epoche diverse, ma tutti ugualmente interessanti e potenzialmente utili per farsi un’idea di come la cultura e la mentalità italiane si sono via via formate, senza cadere in facili stereotipi. Da guardare, a seconda, su YouTube o su altre piattaforme di streaming; nei link i trailer.

Dieci documentari sull’Italia per approfondire la conoscenza dell’italiano

#1: ITALY: LOVE IT OR LEAVE IT

Luca e Gustav sono due ragazzi italiani che hanno visto molti loro coetanei trasferirsi a Berlino, Londra, Barcellona. Loro sono una coppia e un giorno, dopo aver ricevuto una notifica di sfratto, cominciano a discutere: Gustav vorrebbe mollare tutto e scappare a Berlino, Luca crede che in Italia si possa ancora vivere meglio che altrove. Si prendono sei mesi di tempo per riflettere, ma non astrattamente: a bordo di una vecchia Fiat 500, partono per un viaggio lungo lo Stivale, alla ricerca di storie, personaggi, indizi su un Paese ricco di cultura, ma dal destino incerto.

Che cosa scopriranno? Con “Italy: Love It or Leave It”, del 2011, i registi Gustav Hofer e Luca Ragazzi hanno dato vita a un docu-trip con tappe in Piemonte, Sicilia, Calabria, Milano, Puglia, Como, Rimini, ricco di incontri con operai, immigrati, imprenditori, scrittori, politici, attori, persone comuni. Da vedere, per sviscerare alcune delle principali contraddizioni del cosiddetto Bel Paese.

#2: SANPA – LUCI E TENEBRE DI SAN PATRIGNANO


La chiacchierata docuserie targata Netflix, scritta da Carlo Gabardini, Gianluca Neri e Paolo Bernardelli per la regia di Cosima Spender, ripercorre in cinque episodi una storia controversa che dice molto del tessuto sociale italiano degli anni 70 e 80. Il fulcro è la comunità di recupero di San Patrignano, fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 in provincia di Rimini.

Comunità dove molti ragazzi persi nel tunnel dell’eroina trovarono sostegno e protezione, ma dove a un certo punto cominciarono a venire a galla episodi di violenza e casi di suicidio e omicidio che gettarono un’ombra sul metodo Muccioli, portando quest’ultimo in tribunale. L’opinione pubblica italiana si divise allora come si è divisa oggi che “Sanpa” ha riportato quella vicenda alla ribalta. Quel che è certo è che l’opera offre uno spaccato di un’Italia che non c’è più, ma di cui, per molti versi, restano i segni.

#3: SACRO GRA


Leone d’Oro per il miglior film alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013, questo documentario di Gianfranco Rosi è un’autentica chicca:  niente narratore, nessuna intervista a personaggi noti, sullo schermo scorrono scene di vita reale in prossimità del Grande Raccordo Anulare (il GRA del titolo), ossia l’anello autostradale che circonda Roma.

Perché la capitale d’Italia non è solo la città del Colosseo, dei Fori Imperiali, della Fontana di Trevi e di tutte le meraviglie che spingono i turisti a visitarla, per coglierne l’anima bisogna assimilare anche il suo lato più popolare e in generale allontanarsi dai luoghi comuni.  Con “Sacro Gra” Rosi riesce nell’operazione ispirandosi, tra le altre cose, a “Le città invisibilidi Italo Calvino

#4: COMIZI D’AMORE


Film-inchiesta del 1965 diretto da Pier Paolo Pasolini, “Comizi d’amore” è un viaggio esplorativo che lo stesso Pasolini, uno dei più importanti intellettuali italiani, ha compiuto in giro per l’Italia, microfono alla mano, con un fine ben preciso: conoscere le opinioni degli italiani su sessualità, amore, matrimonio, divorzio, etica, buon costume.

L’idea è di illustrare la morale di un Paese diviso tra aperture progressiste e chiusure ataviche, abitato da una lacerazione che ancora oggi condiziona il dibattito pubblico. Per questo la visione di “Comizi d’amore” è consigliata, oltre che perché parliamo di quello che si può tranquillamente definire un capolavoro.

#5: ITALY IN A DAY – UN GIORNO DA ITALIANI


Famoso su scala internazionale per l’Oscar vinto con “Mediterraneo”, Gabriele Salvatores nel 2014 ha diretto questo documentario prodotto da Ridley Scott e frutto del montaggio di video girati da cittadini comuni.

Tramite una campagna online, la casa di produzione Indiana Production e lo stesso regista avevano, infatti, invitato chiunque volesse partecipare al progetto a riprendere alcuni momenti della propria giornata – per tutti la stessa, il 26 ottobre 2013 – e a inviare il filmato così ottenuto. Risultato, si raccolsero oltre 44 mila video, di cui 633 finirono in questo “Italy in a day”: guardandolo si può comprendere qualcosa dello spirito degli italiani e del modo in cui molti di essi  – non tutti, è evidente – si approcciano alla quotidianità e vivono la famiglia e la comunità.

#6: BIUTIFUL CAUNTRI


Bel documentario diretto da Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppino Ruggiero, “Biutiful Cauntri” tratta questioni ancora calde, destinate tutt’oggi a influire sul futuro dell’Italia: il traffico e lo smaltimento illegale di rifiuti gestito da organizzazioni criminali, l’inquinamento e le discariche abusive, le ecomafie.

Il tutto con il contributo di Raffaele Del Giudice, all’epoca (il film è  del 2007) Presidente di Legambiente Campania, poi diventato Assessore all’Ambiente nella stessa regione e finito pure lui sotto inchiesta. Paradossi italiani, di sicuro il documentario prodotto da Lionello Cerri affronta questioni tutt’altro che superate.

#7: IN UN ALTRO PAESE


Il regista Marco Turco narra la storia di “cosa nostra” e dei suoi intrecci con la politica dagli anni 70 ai giorni nostri. In particolare, il documentario “In un altro Paese” è incentrato sul maxiprocesso di Palermo e dei due magistrati che lo resero possibile tra la fine degli anni 80 e i primi 90: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quella che si dipana sullo schermo è, quindi, la storia di una vittoria in quel processo di lotta contro la mafia così essenziale per l’Italia, ma anche di una sconfitta, visto l’isolamento subìto dagli stessi Falcone e Borsellino, infine assassinati nel 1992, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro.

Il narratore è Alexander Stille, giornalista e scrittore statunitense, affiancato da Letizia Battaglia, pluripremiata fotografa palermitana celebre per aver immortalato numerosi delitti di mafia. Mafia di cui – che piaccia o no – è fondamentale capire le dinamiche per comprendere non gli italiani, naturalmente, ma il sistema di potere così come si è negli anni strutturato in Italia.

#8: VOGLIAMO ANCHE LE ROSE 


La milanese Alina Marazzi è una bravissima autrice di documentari sull’Italia. Con questo “Vogliamo anche le rose” rivolge l’attenzione al movimento femminista nell’Italia degli anni 70 e al modo in cui ha influito sulla mentalità e sulla vita degli italiani. Attraverso gli occhi di tre donne di età diverse e appartenenti a classi e ambienti differenti, e per mezzo di interviste, spot e immagini d’archivio, si discute di famiglia, contraccezione, religione, matrimonio, patriarcato.

Temi che in Italia sono ancora caldissimi, al centro di una battaglia per la parità di genere che nel 2021 non è certo terminata.

#9: ISOLA DELLE ROSE


Forse qualcuno di voi avrà visto su Netflix il film “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, datato 2020. Ebbene, cuore di questo documentario di Stefano Bisulli e Roberto Naccari intitolato “Isola delle Rose” è la storia vera da cui quel lungometraggio diretto da Sydney Sibilia è tratto. Scendendo nel dettaglio, narra una vicenda davvero curiosa, particolare, persino bizzarra, ma che in fondo, nella sua peculiarità, rivela parecchio dell’Italia e della sua umanità così variegata.

È l’1 maggio 1968 e al largo delle coste riminesi, appena fuori dalle acque territoriali, l’ingegnere bolognese Giorgio Rosa proclama uno Stato indipendente su una piattaforma in ferro da lui stesso progettata e costruita: nasce così la Repubblica dell’Isola delle Rose, o meglio, l’Insulo de la Rozoj, come si dice in esperanto, lingua ufficiale della neonata repubblica. Un esperimento destinato a durare poco, ma che stimola una riflessione sul rapporto degli italiani, e non solo, con la libertà. Altro tema più che mai attuale.

#10: FUOCOAMMARE


Altro documentario del già citato Gianfranco Rosi, da lui diretto nel 2016 e vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino , “Fuocoammare”, candidato anche all’Oscar, punta l’obiettivo sugli sbarchi dei migranti sull’isola di Lampedusa.  Da un lato, la disperazione di uomini e donne provenienti dall’Africa, che fuggono dalla guerra e dalla fame, in cerca di una speranza e di un futuro migliore. Dall’altro, le difficoltà, ma anche lo spirito di solidarietà degli isolani.

È lo specchio di una questione, quella dell’accoglienza e dei flussi migratori, che non riguarda solo l’Italia, ma che in Italia, data la posizione geografica della penisola, è al centro dello scontro politico. Anzi, di più, è forse il punto che maggiormente divide gli abitanti del Bel Paese: da quando Rosi ha girato il documentario sono trascorsi alcuni anni, ma la situazione è pressoché la stessa.

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