Accenti in spagnolo: tutte le regole da conoscere

Si scrive porque o porqué? Mí o mi? Tú o tu? Per risolvere definitivamente questi e altri dubbi, ecco una breve guida per una corretta accentazione in spagnolo.
Una pittoresca strada di un quartiere con case colorate, alberi e piante. Un tavolo e sedie all'aperto sono posizionati accanto a un albero, con fiori in vaso sul tavolo. Una bicicletta rossa è appoggiata a un albero, mentre le ombre degli alberi creano un'atmosfera accogliente e tranquilla.

Per chi sta imparando lo spagnolo e parla italiano come madrelingua, ci sono molti aspettivi positivi: la costruzione delle frasi, per esempio, è molto simile, e il vocabolario ha molti aspetti in comune. Ci sono anche però delle differenze sostanziali, e una delle principali è quella su come si accentano le parole. Vediamo come funzionano gli accenti in spagnolo e perché è così importante usarli correttamente.

L’accento in spagnolo si chiama “tilde” ed è un aspetto tanto importante quanto spesso trascurato da molte persone che si cimentano nell’apprendimento di questa lingua. Ma a cosa servono gli accenti? Così come in italiano, gli accenti in spagnolo servono a indicare la corretta pronuncia delle parole. Ogni parola è divisa in sillabe e l’accento cade sulla sillaba tonica, che è la sillaba pronunciata con maggiore intensità rispetto alle altre.

Pensate alla parola italiana “felice”, che è divisa in tre sillabe: 1) fe 2) li 3) ce. Qual è la sillaba che viene pronunciata con più intensità? Esatto: li. In questo caso, si dice che l’accento cade sulla “i”. Perciò, nel dizionario, accanto alla parola potreste trovare questa ulteriore indicazione: /fe·lì·ce/ che indica qual è la suddivisione in sillabe della parola e qual è la sillaba tonica.

Quanti tipi di accento ci sono in spagnolo?

In spagnolo, l’accento è sempre acuto (quindi va sempre verso l’alto), a differenza dell’italiano, che presenta sia l’accento acuto (come in “perché” o in “sé”) che quello grave (come in “caffè” o “già”). A seconda di dove cade l’accento, poi, distinguiamo quattro tipi di parole: tronche, piane, sdrucciole e bisdrucciole.

Parole tronche

Le parole tronche, o “palabras agudas”, hanno l’accento sull’ultima sillaba. In spagnolo, l’accento è segnato solo se queste parole terminano in vocale, oppure in “n” o “s” preceduta da vocale. Esempi di parole tronche sono “mamá”, “salmón” e “café”.

Parole piane

Le parole piane, o “palabras llanas”, hanno l’accento sulla penultima sillaba. In spagnolo, tutte le parole piane portano l’accento, tranne quelle che terminano in vocale, oppure in “n” o “s” preceduta da vocale. Tuttavia, è importante notare che gli avverbi che finiscono in “-mente” mantengono l’accento dell’aggettivo da cui derivano, come in “fácilmente” (da “fácil”) e “difícilmente” (da “difícil”). Esempi di parole piane sono “fútbol”, “mármol” e “dólar”.

Parole sdrucciole

Le parole sdrucciole, o “palabras esdrújulas”, hanno l’accento sulla terzultima sillaba e portano sempre la tilde. Un esempio è la parola “esdrújulas” stessa, che è sdrucciola e richiede l’accento.

Parole bisdrucciole

Le parole bisdrucciole, o “palabras sobresdrújulas”, hanno l’accento sulla quartultima sillaba. Anche queste parole portano sempre la tilde, sebbene siano piuttosto rare, così come in italiano. Esempi includono “cuéntamelo” e “dígamelo”.

Quindi, per riepilogare:

  • Se l’accento cade sull’ultima sillaba, l’accento si segna se e solo se la parola termina in N, S o in una vocale (es. in “feliz” non va messo l’accento perché l’accento cade sull’ultima sillaba ma non termina per N, S o vocale, mentre “camión” va accentato perché finisce per N).
  • Se l’accento cade sulla penultima sillaba l’accento si segna se e solo se la parola NON termina in N, S, o in una vocale. (es. “lápiz” va accentato perché l’accento cade sulla penultima sillaba e non termina per N, S, o vocale, mentre su “cama” non va l’accento perché finisce per vocale).
  • Se l’accento cade sulla terzultima o quartultima sillaba, l’accento va sempre messo.

Infine, circa l’80% delle parole spagnole è piana, cioè ha l’accento sulla penultima sillaba.

Alcune eccezioni sugli accenti in spagnolo

Le regole che abbiamo elencato valgono il 99% delle volte, ma quale regola sarebbe tale senza qualche eccezione? Anche per gli accenti in spagnolo, dobbiamo tenere conto di alcune irregolarità:

  • Alcuni vocaboli che terminano per -ion, hanno l’accento sulla O, quindi sull’ultima sillaba

Gli accenti spagnoli nelle frasi esclamative e nelle interrogative

I pronomi e gli avverbi interrogativi ed esclamativi hanno l’accento in spagnolo solo nelle domande e nelle esclamazioni (dirette o indirette), altrimenti si scrivono senza accento. Alcuni esempi sono cual (“quale”), quien (“chi”), como (“come”), cuanto (“quanto”), cuando (“quando”), donde (“dove”).

  • ¿Cuándo sales con tus amigas? (“quando esci con le tue amiche?”): l’avverbio cuándo è scritto con la tilde perché la frase è interrogativa.
  • Mañana. Me divierto mucho cuando salgo con ellas. (“Domani, mi diverto molto quando esco con loro”): cuando è scritto senza tilde perché la frase non è né interrogativa, né esclamativa.

Porqué o por qué?

La differenza tra porqué e por qué è uno dei temi ricorrenti su cui si interrogano gli studenti alla prese con gli accenti in spagnolo. In verità non ci sono solo questi due modi di scrivere quello che in italiano, grosso modo, si può tradurre con “perché”. Ecco una panoramica completa dei diversi modi per scrivere “perché” in spagnolo:

  • Porque: quando si spiega una causa (siempre saca buenas notas porque estudia mucho, “prende sempre bei voti perché studia molto”).
  • Por que: quando si vuole tradurre “per il quale” (te explico el motivo por que lo hice, “ti spiego il motivo per cui l’ho fatto, per il quale l’ho fatto”).
  • Porqué/porqués: quando “perché” diventa un sostantivo (quiero saber el porqué/los porqués de este ruido, “voglio sapere il perché/i perché/i motivi di questo rumore”).
  • Por qué: quando la frase è esclamativa o interrogativa (¿Por qué no me has dicho nada?, “perché non mi hai detto niente?”).

Cos’è l’accento diacritico?

Per accento diacritico si intende un accento che distingue due parole diverse che, senza l’accento, sarebbero uguali dal punto di vista grafico. In italiano, un esempio classico di accento diacritico è (pronome riflessivo) vs se (congiunzione). Ecco i monosillabi più ricorrenti che si differenziano nell’ortografia grazie all’accento:

  • Mí: pronome personale (a mí no me gusta el baloncesto, “a me non piace la pallacanestro”).
  • Mi: aggettivo possessivo (mi perro se llama Jack, “il mio cane si chiama Jack”).
  • Tú: pronome personale (tú eres mi mejor amigo, “tu sei il mio migliore amico”).
  • Tu: aggettivo possessivo (tu falda me gusta mucho, “la tua gonna mi piace molto”).
  • Él: pronome personale (él se llama Pablo, “lui si chiama Pablo”).
  • El: articolo determinativo (el móvil está sobre la mesa, “il cellulare è sul tavolo”).
  • Más: avverbio “più” (mi prima Pilar es más joven que mi primo Juan, “mia cugina Pilar è più giovane di mio cugino Juan”).
  • Mas: congiunzione avversativa “ma” (vivo en Madrid, mas no soy española, “vivo a Madrid, ma non sono spagnola”).
  • Dé: imperativo del verbo dare (déme tu numero, “dammi il tuo numero”)
  • De: preposizione (viene de Madrid, “viene da Madrid”)

Gli accenti in spagnolo nei forestierismi

Infine, analizziamo il comportamento degli accenti in spagnolo quando si tratta di parole prese in prestito da altre lingue, cioè i forestierismi. A seconda del tipo di forestierismo, infatti, lo spagnolo usa l’accento in modo diverso. I forestierismi in spagnolo si dividono in due categorie:

  • Forestierismi non adattati: entrando nel vocabolario spagnolo, non hanno subìto alcuna modifica e quindi mantengono l’accentazione della loro lingua d’origine (alcuni esempi sono camping, carpaccio, maître)
  • Forestierismi adattati: entrando nel vocabolario spagnolo, hanno subìto alcune modifiche e quindi seguono le regole dell’accento in spagnolo. Ad esempio, París, Turín e cruasán (croissant) hanno la tilde, mentre capuchino, espagueti e yogur non ce l’hanno.
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