Guida a tutti i nomi dei colori in inglese

Tutti, ma proprio tutti i colori in inglese che dovete conoscere.
L'interno di una mongolfiera colorata

Quando si comincia a imparare l’inglese, una delle prime cose che si studia sono i colori. Abbiamo quindi preparato una guida esaustiva su come si scrivono e pronunciano i principali colori in inglese. Ma non è una guida solo per principianti, attenzione: infatti troverete colori inglesi molto meno conosciuti oltre ai modi di dire inglesi con i colori. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Quali sono i colori primari in inglese?

Come si dice, first things first (cioè: prima le cose più importanti) e quindi ecco quali sono i colori in inglese e come si pronunciano.

ItalianoInglese
blublue
verdegreen
rossored
gialloyellow
marronebrown
neroblack
biancowhite
violapurple
arancioneorange
rosapink
grigiogrey
azzurrolight blue

Attenzione! In inglese britannico si scrive “grey”, mentre in inglese americano si scrive “gray”.

Infografica sui colori in inglese

Altri colori in inglese utili da conoscere

ItalianoInglese
fucsiafuchsia
magentamagenta
cremisicrimson
turcheseturquoise
cianocyan
verde olivaolive
orogold
argentosilver
cachikhaki

Aggettivi inglesi per descrivere i colori

Per descrivere i colori in inglese, si usano questi aggettivi:

ItalianoInglese
scurodark
chiarolight
opacomatte
intensodeep (lett.: profondo)
tenuesoft, pale
sbiaditofaded
accesobright
spentodull

Modi di dire sui colori in inglese

🔵 Blue

  • out of the blue = dal nulla, all’improvviso
  • feeling blue = sentirsi tristi
  • once in a blue moon = a ogni morte di papa

🔴 Red

  • in the red = essere senza soldi, al verde
  • to see red = essere furiose/i
  • to catch someone red-handed = prendere qualcuno con le mani nel sacco

🟢 Green

  • to get the green light = ottenere l’approvazione per qualcosa
  • green thumb = pollice verde
  • go green = adottare azioni a favore dell’ambiente

⚫️ Black

  • black sheep = pecora nera
  • black market = mercato nero
  • black out = perdere conoscenza

⚪️ White

  • black-and-white = semplice da capire
  • white flag = bandiera bianca
  • white lie = bugia innocente

Quali sono i nomi dei colori in inglese meno conosciuti?

Ora che conoscete i colori di base in inglese è ora di passare a quelli meno noti. Anche in italiano, del resto, tutti sanno che cos’è il rosa, ma che dire del “petrolio”?

Colori in inglese molto antichi

Cominciamo da uno dei più antichi colori in lingua inglese: il bole, che risale al tredicesimo secolo e deriva da un particolare tipo di argilla armena (la quale, prima di diffondersi in varie parti del mondo, ha portato questo rosso scuro ad essere anche noto come Armenian bole).

Molto lontani nel tempo sono anche, per ovvie ragioni, l’Egyptian blue e il Tyran purple: il noto porpora dei fenici estratto da alcuni molluschi, il cui nome deriva dalla città di Tiro (Tyre, in inglese), situata nell’odierno territorio libanese e patrimonio dell’umanità per l’Unesco.

Molto simili all’Egyptian blue sono anche l’Han blue e l’Han purple, con ogni probabilità nati sotto la dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) grazie agli alchimisti taoisti, grandi conoscitori della lavorazione vetraria che poi diffusero i loro pigmenti lungo la Via della Seta.

Ha origini molto antiche anche il Lincoln green, che non ha nulla a che fare con il presidente statunitense e che ha invece preso il suo nome dalla città inglese di Lincoln, la quale, nel Medioevo, produceva grandi quantità di vestiti di lana tinti di questo verde molto simile al nostro verde bottiglia.

Colori più moderni

Ma tornando ai giorni nostri, nel 2019 Google ha definito il colore del robottino Android come Android green, mentre già qualche anno prima si è iniziato a parlare di Samsung blue, Twitter blue e Nintendo red, anche se la multinazionale che in tal senso ha potuto sbizzarrirsi di più è stata Microsoft, il cui logo è composto da ben quattro riquadri: uno Microsoft red, uno Microsoft green, uno Microsoft yellow e uno Microsoft blue, quest’ultimo da non confondere con il più scuro Microsoft Edge blue.

Non ha invece a che fare con i colossi mondiali del nuovo millennio il colore amazon, un verdone simile al jungle green, al forest green e all’hunter green (comunque, Jeff Bezos: un azzurrino Amazon Prime potresti anche proporlo).

Tra l’altro, l’hunter green (lett. “verde cacciatore”) è il colore mimetico per eccellenza, ma non è l’unico: nella Seconda guerra mondiale l’ammiraglio Lord Mountbatten decise che il Mountbatten pink (simile al nostro rosa antico nonché all’inglese antique pink) sarebbe diventato il colore camouflage della marina militare britannica.

Una questione non poco dibattuta è invece quella del Baker-Miller pink o Schauss pink. Alla fine degli anni Settanta, il dott. Alexander G. Schauss ha infatti fatto dipingere di questo rosa tenue le celle di un carcere di Seattle e ha rilevato una diminuzione dei comportamenti aggressivi nei detenuti, per poi decidere di dare a questa tonalità i nomi dei direttori dell’istituto penitenziario: Baker e Miller.

Tutte le sfumature del blu in inglese

A decidere quale sia il “vero” colore blu della lingua inglese è stata la University of California di Los Angeles, che ha infatti coniato l’espressione true blue per riferirsi alle divise dei suoi atleti. Ma anche diverse altre tonalità di blu derivano da ambienti universitari, come lo scurissimo Oxford blue e il chiarissimo Cambridge blue (che è quasi un verdino), o come il Columbia blue (della Columbia University) e il Carolina blue (della University of North Carolina). Dal North Carolina proviene anche il Duke blue, che non ha a che fare con nessun duca e indica infatti i colori della Duke University, così chiamata in onore dell’imprenditore James Buchanan Duke.

Nell’ampia palette di colori in inglese distinguiamo anche il baby blue e il baby blue eyes (che non sono la stessa cosa!), oltre che il baby pink e il baby powder (un bel bianco “borotalco”).

Colori in inglese che vengono dai fiori

Sono molti anche i colori in inglese che prendono il loro nome dal magico mondo dei fiori, come del resto avviene anche nella lingua italiana. Eccone alcuni esempi: tulip (un rosa “tulipano” molto simile al nostro rosa salmone, il quale peraltro esiste anche in inglese e si dice semplicemente salmon pink), orchid (orchidea), wisteria (glicine) e golden poppy (che però si riferisce ai papaveri della California e quindi indica un bel giallo dorato e non un rosso). Un altro colore trabocchetto è il Saint Patrick’s blue, che no, non è un tipo di verde e deriva dal settecentesco Ordine cavalleresco (irlandese) di San Patrizio.

Esiste poi un verde chiaro che ricorda i boccioli della stagione primaverile e che può pertanto essere chiamato spring green, bud green, May green o June bud (oltre che mint green, ovvero verde menta): a voi la scelta!

Ma non è finita, perché abbiamo anche il cherry blossom pink (rosa fior di ciliegio), il carnation pink (rosa garofano), il cornflower blue (blu fiordaliso) e – sempre per rimanere in ambito botanico – il moss green (verde muschio) e il color eucalyptus.

I colori inglesi per buone forchette

Molti anche i colori in inglese che possiamo facilmente trovare sulle nostre tavole, come il tomato sauce (salsa di pomodoro), il sage (salvia), il roast coffee (caffè tostato), il chestnut (castagna), l’asparagus (asparago) il watermelon (anguria), il ripe mango (mango maturo) e il cotton candy (zucchero filato). Per non parlare del “rosso Coca Cola” (red cola), spopolato in Italia nel 2021 grazie al trio Orietta Berti – Fedez – Achille Lauro, ma presente nella lingua inglese già da molto prima.

Colori inglesi che hanno a che fare con gli animali

Anche il mondo animale ha dato origine a diverse sfumature di colori in inglese. Ne sono alcuni esempi il turtle green (un “verde tartaruga” molto simile al nostro verde pisello), due marroncini indicati come lion (leone) e fawn (cerbiatto) e il robin egg blue, un azzurro che è stato chiamato così da alcuni naturalisti di fine Ottocento proprio perché molto simile al colore delle uova del pettirosso americano (googlatele perché sono bellissime 😍). La tonalità, tra l’altro, è molto simile al Tiffany blue.

Inoltre, a parte il semplice canary yellow, in inglese esiste anche la tonalità icterine, che dal greco ikteros è passata dall’indicare esclusivamente la condizione medica dell’itterizia al riferirsi prevalentemente al piumaggio giallastro di alcuni uccelli.

I colori in inglese dalla natura alla città

Tra i colori in inglese, molto poetici sono anche il bianco seashell (conchiglia), i beige desert e desert sand (deserto e sabbia del deserto), l’arancione sunset (tramonto) e il sea foam green (verde schiuma di mare). Li avete immediatamente visualizzati tutti alla perfezione, vero? Allora, anche se passiamo da un tramonto in riva al mare al traffico cittadino, non farete fatica a capire anche che colore sia lo school bus yellow, battezzato così nella prima metà del Novecento negli Stati Uniti e in Canada. Il selective yellow si è invece diffuso contemporaneamente nel Nordamerica e in Europa per indicare il colore delle luci dei nostri autoveicoli e dell’illuminazione stradale.

Verdigris (dal Middle English vertegrez) è invece un pigmento noto in italiano come “verderame”. Si tratta della patina che si forma su superfici di rame esposte ad aria e acqua e se pensate di non aver mai visto questo colore prima d’ora, vi sbagliate: è quello della celeberrima Statua della Libertà!

Per la loro singolarità o la loro particolare efficacia segnaliamo anche il color shampoo (un rosellino), il lilla “sapone” (soap), il color pergamena (parchment), il color “gelone” (frostbite), il “rosso camion dei pompieri” (fire engine red), il “giallo minion” (minion yellow) e il “blu mezzanotte” (midnight blue).

Colori in inglese che vengono dall’italiano

Eh sì, la nostra lingua ha avuto un impatto su quella inglese anche per quanto riguarda i colori! Tra gli esempi più noti ci sono il sienna, cioè il “terra di Siena”, il magenta, che è chiamato così per via della battaglia di Magenta e il savoy blue, cioè il blu Savoia.

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Valeria Visciglia

Valeria Visciglia è una studentessa ed ex ballerina nata a Torino. Dopo essersi diplomata con una tesina sul cervello poliglotta, si è iscritta alla facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica. I suoi interessi includono scrivere, frequentare concerti, coccolare gatti, prendere aerei e cercare di capire qual è la sua lingua preferita.

Valeria Visciglia è una studentessa ed ex ballerina nata a Torino. Dopo essersi diplomata con una tesina sul cervello poliglotta, si è iscritta alla facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica. I suoi interessi includono scrivere, frequentare concerti, coccolare gatti, prendere aerei e cercare di capire qual è la sua lingua preferita.