Quali sono le lingue morte e cosa le rende tali?

Le lingue morte sono più in salute di quanto pensiamo.
Una scritta in latino su un palazzo di Roma

Nel mondo si parlano circa 7.000 lingue. Il 40% di queste è sulla lista rossa delle lingue in pericolo e sono quindi “a rischio di estinzione”. Questo significa che, a breve, quasi la metà delle lingue parlate oggi potrebbe non essere più tramandata alle generazioni future. Un motivo sufficiente per indagare sul perché alcune lingue si estinguono, mentre altre sopravvivono e su cosa distingue le lingue “morte” da quelle “vive”.

Come spesso accade, vale la pena innanzitutto dare uno sguardo alle definizioni: le lingue vive sono lingue che vengono parlate e che si evolvono attivamente all’interno di una comunità. Le lingue in via di estinzione invece vengono di solito parlate come prima lingua da piccole comunità e spesso in via di invecchiamento; per questi motivi, nel tempo, non vengono più trasmesse alle nuove generazioni.

Le lingue morte, invece, semplicemente non vengono più parlate nella vita quotidiana perché chi le parlava non c’è più. Questo però non significa che siano completamente sparite. In molte occasioni, alle lingue morte viene concesso un po’ di tempo nell'”aldilà”: continuano infatti ad essere lette, studiate ed esaminate in contesti accademici, religiosi o giuridici.

L’espressione “lingue morte” è dunque piuttosto discutibile, perché queste lingue sono per certi versi ancora in vita – nei nostri libri, nell’arte, nella scienza e persino nelle lingue vive, che portano con sé le tracce etimologiche delle loro antenate “morte”: pensate a quante parole ed espressioni latine usiamo tutt’ora in italiano.

I motivi per cui una lingua scompare

Prima di vedere nello specifico quali lingue fanno parte della lista delle lingue morte, diamo un’occhiata alle cause che possono portare alla morte di una lingua: 

  • Predominio di altre lingue: può succedere che una comunità sia costretta a rinunciare alla propria lingua e ad adottarne un’altra. Con l’alternarsi delle generazioni, questo tipo di pressione può portare all’estinzione di una lingua. Nel corso della storia troviamo numerosi esempi di governi che hanno tentato di soppiantare determinate lingue per motivi ideologici o politici (si pensi, per esempio, all’italianizzazione attuata dal regime fascista). Quello delle lingue proibite è un fenomeno che si può osservare in tutto il mondo.
  • Urbanizzazione: il movimento dalle campagne alle città può portare a una perdita della varietà in ambito linguistico, perché le persone che occupano gli spazi urbani tendono ad adottare la lingua predominante al loro interno.
  • Estinzione della comunità parlante: può anche essere che tutti coloro che parlano una lingua muoiano a causa di eventi tragici, come guerre o catastrofi naturali, e che dunque nessuno possa tramandare la lingua.

7 esempi di lingue morte

  • Greco antico: come si intuisce dal nome, era la lingua parlata nell’antica Grecia. Anche se non esistono più parlanti madrelingua, il greco antico si mantiene in vita grazie al suo ruolo importante in ambito filosofico, scientifico e come lingua d’insegnamento.
  • Sumero: il sumero era parlato nell’antica Sumeria, che si trovava nella Mesopotamia meridionale, e non è imparentato con nessuna lingua conosciuta. Duemila anni prima di Cristo fu sostituito dall’accadico come lingua veicolare, ma rimase in uso nel campo dell’istruzione e della religione e si è conservato tramite la scrittura cuneiforme su tavolette di argilla.
  • Accadico: la lingua dell’impero accadico ha gettato le basi per molte lingue semitiche moderne. Era parlata in Mesopotamia attorno al 3000 a.C. Nonostante la sua rilevanza come lingua d’uso quotidiano sia diminuita dopo oltre due millenni, l’accadico sopravvive ancora oggi grazie alla sua tradizione scritta e continua ad essere oggetto di studio nell’ambito della ricerca contemporanea.
  • Fenicio: la lingua fenicia, che fa parte della famiglia delle lingue semitiche, era largamente diffusa tra il 1500 a.C. e il 300 d.C. circa. La lingua e la cultura dei Fenici, noti per le loro estese reti commerciali e colonie, si diffusero in gran parte dell’area mediterranea. Il fenicio iniziò a perdere d’importanza quando a poco a poco i parlanti passarono a lingue predominanti come l’aramaico e, più tardi, il greco. Nonostante il venir meno dei suoi parlanti attivi, il fenicio ha lasciato tracce durature nella storia della scrittura: il suo alfabeto, che è stata la base per la creazione di molti alfabeti moderni, ha ancora oggi un ruolo significativo nel campo della linguistica.
  • Gotico: si tratta di una lingua estinta che veniva parlata dai Goti. È una delle poche lingue germaniche orientali di cui esistono testimonianze scritte. Uno dei più noti documenti in questa lingua giunti fino a noi è il Codex Argenteus, che contiene una traduzione in gotico di parti della Bibbia.
  • Gallico: era parlato in diverse parti dell’Europa centrale, compresi territori che oggi si trovano in Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Italia. Il suo ruolo dominante è venuto meno a seguito della romanizzazione delle regioni galliche.
  • Latino: in qualità di lingua dell’impero romano, fu la prima lingua europea a diffondersi a livello internazionale. Dal latino derivano molte lingue romanze moderne, come il francese, l’italiano, lo spagnolo e il portoghese. Alle volte si sostiene che il latino non sia davvero una lingua morta, dato che viene ancora studiato e utilizzato in ambito giuridico, medico o letterario. 

Quali sono le conseguenze della scomparsa di una lingua?

La morte di una lingua si può equiparare alla perdita di un punto di vista unico sul mondo. Ogni lingua ha espressioni, racconti, canzoni, tradizioni e conoscenze che vengono tramandati di generazione in generazione. Quando non ci sono più parlanti attivi, che possono parlare e tramandare una lingua, anche tutte queste cose rischiano di andare perdute.

Per questo oggi esistono diversi modi per impedire che una lingua si estingua. Queste iniziative documentano le lingue raccogliendo immagini, testimonianze scritte e interviste rivolte agli ultimi parlanti rimasti. Alcune offrono anche laboratori e corsi di lingua. Ci sono stati anche casi in cui una lingua è stata riportata in vita: un esempio noto in questo senso è quello della lingua ebraica.

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