Una breve storia del Premio Oscar al miglior film internazionale

Sapete qual è il paese che l’ha vinto più volte? Vi diamo un indizio: non cercate troppo.
Ki-jung Kim (So-dam Park) and Ki-woo Park (Woo-sik Choi) in Parasite, che nel 2020 ha vinto l'Oscar al miglior film internazionale, anche noto come Oscar al miglior film straniero

La cerimonia annuale degli Academy Awards, comunemente nota come “La notte degli Oscar”, è senza dubbio la serata più importante di Hollywood. Se chiedete a uno statunitense, vi dirà che si tratta del più grande evento cinematografico al mondo. Ecco perché negli USA c’è chi è rimasto scioccato quando Bong Joon-ho, il regista del film Parasite (2019), dichiarò a Vulture: “Gli Oscar non sono un festival cinematografico internazionale. Sono molto locali.” E in effetti, come dargli torto? I premi si concentrano quasi unicamente sui film statunitensi, mentre la maggior parte degli altri Paesi sono circoscritti a una categoria completamente diversa, ossia quella che assegna l’oscar al miglior film internazionale (in inglese: “Best International Feature Film”). Se il nome di questa categoria non vi suona familiare è perché fino al 2020 la statuetta era intitolata al “Miglior film in lingua straniera” (in inglese: “Best Foreign-Language Film”) anche se in Italia si usava più spesso “Oscar al miglior film straniero”. La Commissione degli Oscar ha deciso di cambiarne il nome perché il termine “straniero” suonava meno inclusivo di “internazionale” (“straniero per chi?”). La categoria è rimasta la stessa di prima.

Uno sguardo alla storia dell’Oscar al miglior film internazionale può fare luce sul riscontro che hanno i film internazionali, in generale, negli Stati Uniti. Scavando poi nei requisiti di ammissibilità e nella lista dei vincitori di questo premio, è facile rendersi conto che la Academy of Motion Picture Arts and Sciences non è propriamente il giudice imparziale del cinema globale che gli statunitensi credono che sia.

Oscar al miglior film internazionale: tutto quello che c’è da sapere

I primi Academy Awards

Quando, nel 1929, si celebrarono gli Oscar per la prima volta, i film internazionali non facevano nemmeno parte delle 12 categorie presenti. L’evento era anche certamente più sobrio rispetto allo show a cui siamo abituati oggi: 270 partecipanti, nessuna trasmissione televisiva e una cerimonia che durò appena 15 minuti (e c’è chi ritiene che su quest’ultimo aspetto si potrebbe tornare alle origini). A vincere il premio al miglior film fu Wings (in italiano “Ali”). Allora la Academy decise che sarebbe stato ingiusto far competere i film sonori (in inglese, “talkies”) con quelli muti, quindi i primi furono direttamente esclusi dall’evento.

Ad ogni modo, le categorie degli Oscar vennero ritoccate fin da subito. Dopo la cerimonia del 1929, per l’anno successivo le categorie vennero infatti ridotte a 7. Ma fu solo nella ventesima edizione degli Oscar, tenutasi nel 1948, che per la prima volta venne dato un riconoscimento a un film internazionale. La statuetta fu vinta da Sciuscià di Vittorio de Sica: fu quindi un film italiano ad aggiudicarsi quello che allora veniva chiamato Oscar al miglior film straniero. E anche allora, non esisteva alcuna categoria ufficiale — non c’erano “nomination” — si trattava di un premio speciale conferito dalla Academy. Ecco quali sono i Paesi che hanno ricevuto più nomination totali per il premio Oscar al miglior film internazionale (o Oscar al miglior film straniero).

L’Oscar al miglior film internazionale venne infatti assegnato per la prima volta nel 1956 (quando La Strada di Federico Fellini batté gli altri quattro concorrenti in lizza). Da allora, con qualche piccola modifica, questa statuetta è diventata un punto fermo della cerimonia. Proprio come avviene per qualsiasi altra categoria, i vincitori vengono scelti dai membri della Academy, che visionano i film e votano poi i loro preferiti.

Come vengono scelte le candidature?

Negli ultimi anni, i requisiti di ammissibilità per gli Oscar sono stati sottoposti a un intenso riesame. Per la maggior parte delle categorie, i film devono essere stati distribuiti negli Stati Uniti (e l’unica eccezione a questa regola è proprio quella al miglior film internazionale). La Academy richiede inoltre che un film sia stato proiettato in sale commerciali per almeno sette giorni prima di essere rilasciato in qualsiasi altra forma, requisito che viene considerato uno “smacco” a Netflix e ad altri servizi di streaming. 

Il fatto curioso del cambio di nome da “lingua straniera” a “internazionale” è che la lingua rimane ancora il criterio più importante per l’idoneità dei film. Se un film ha troppi dialoghi in inglese — come il lungometraggio nigeriano Lionheart (2019) — questo può essere escluso. E poco importa se l’inglese sia o meno una lingua ufficiale di quel Paese (come è il caso dell’inglese in Nigeria).

Un’altra stranezza di questa categoria è che i film vengono presentati dai Paesi stessi e che di conseguenza a vincere sia poi il Paese in sé. Quindi, nel caso della vittoria di Roma, a vincere è stato il Messico, tecnicamente, non il film. Un Paese può presentare un solo film ogni anno, il che può causare non poche diatribe interne su quale sia quello più meritevole a concorrere. Inoltre, decidere cosa conti o meno come “paese” è spesso controverso. Divine Intervention, film palestinese del 2002, venne ad esempio rifiutato perché la Academy Awards non riconobbe la Palestina come Paese.

Un tempo vigeva poi la regola che un film dovesse essere girato in una delle lingue ufficiali dello Stato che lo presentava, ma questo requisito è stato poi eliminato nel 2006. Inoltre, non sono ammissibili i film che sono stati prodotti negli Stati Uniti, inclusi i territori a questi connessi (dal 2011 Puerto Rico non può dunque presentare alcun film per questa categoria). L’intero procedimento pecca insomma di eccessiva burocrazia e apre il fianco al disaccordo, lasciando ai registi di tutto il mondo un senso di frustrazione.

Un film internazionale può vincere l’Oscar al miglior film? 

In tutta la storia degli Oscar, sono 11 i film non in lingua inglese a essere stati nominati per la categoria “Miglior film”. Eccoli in ordine cronologico:

  1. La grande illusione (orig. “La Grande Illusion”, 1937, Francia)
  2. Z – L’orgia del potere (orig. “Z”, 1969, Francia)
  3. Karl e Kristina (orig. “Utvandrarna”, 1971, Svezia)
  4. Sussurri e grida (orig. “Viskningar och rop”, 1972, Svezia)
  5. Il Postino (1994, Italia)
  6. La vita è bella (1997, Italia)
  7. Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny (2000, Cina)
  8. Lettere da Iwo Jima (orig. “Letters from Iwo Jima”, 2006, Giappone)*
  9. Amour (2012, Austria, Francia, Germania)
  10. Roma (2018, Messico)
  11. Parasite (orig. “Gisaengchung”, 2019, Corea del Sud)

*Anche Babel è stato nominato nel 2006 pur includendo lingue diverse dall’inglese, ma è fondamentalmente un film statunitense se paragonato al resto della lista, specialmente considerando che ha come protagonisti Cate Blanchett e Brad Pitt.

Come si è appena visto, anche i film internazionali possono essere candidati alla statuetta per il miglior film. E nel 2020, Bong Joon-ho ha fatto la storia quando con il suo Parasite è stato il primo film non in lingua inglese a vincere il Premio Oscar al miglior film. Quindi sì, i film internazionali possono addirittura arrivare a vincere in questa categoria, ma finora questo è stato un evento più unico che raro.

Chi sono stati i vincitori dell’Oscar al miglior film internazionale?

Sebbene ogni Paese possa presentare un proprio film agli Oscar, bisogna riconoscere alcune chiare tendenze al riguardo. Dei 68 film che hanno vinto il premio di miglior film internazionale, 57 erano europei, 7 asiatici, 5 americani (non statunitensi) e solamente 3 erano africani. Parlare di un qualche “inconscio pregiudizio” non sembra esagerato, no?

E anche all’interno della stessa Europa, alcuni Paesi vanno molto più per la maggiore che altri. L’Italia, per esempio, si è portata a casa ben 14 statuette (12 + 2 speciali, ossia quelli assegnati senza che ci fossero altri nominati) mentre la Francia 12 (di cui uno speciale): uno stacco non indifferente rispetto ai terzi classificati in questa classifica, Spagna, Russia e Danimarca, che hanno ricevuto 4 premi ciascuno. In parte tutto ciò deriva dal fatto che certi Paesi sono soliti presentarsi molto più di altri, ci sono però casi (ad es. il Portogallo) che, pur essendosi candidati decine di volte, non sono mai arrivati alle nomination. Qui sotto trovate una lista dei paesi che hanno vinto più di una volta il premio Oscar al miglior film internazionale (o Oscar al miglior film straniero).

L’arte è soggettiva ed è quindi difficile stabilire perché alcuni Paesi abbiano più probabilità di vincere. Tuttavia, qualcuno, come Steve Rose su The Guardian, ha sostenuto che l’esistenza stessa di una categoria per il miglior film internazionale ponga i film non in lingua inglese su un terreno di gioco diverso rispetto agli altri. Pertanto, seppur sia vero che i film non in inglese possano essere nominati per la più generale categoria di “miglior film”, raramente poi riescono a vincerla.

Ad oggi, Parasite è l’unico film non in inglese che abbia ricevuto il premio Oscar al miglior film. Resta ancora da vedere se tale evento sia da leggersi come una nuova tendenza di apertura verso il cinema internazionale o come un caso isolato. Ad ogni modo, quante sono le possibilità che, da un secolo a questa parte, i film in lingua inglese siano stati i migliori tra quelli prodotti globalmente? Piuttosto scarse, no? Quindi, quando Bong Joon-ho si riferisce agli Oscar come a un qualcosa di “molto locale”, è proprio questo che intende: è una logica che premia costantemente i film in inglese a scapito di tutti gli altri. 

📸 Ki-jung Kim (So-dam Park) e Ki-woo Park (Woo-sik Choi) in Parasite. Per gentile concessione di NEON + CJ Entertainment


 

Questo articolo è apparso originariamente nell’edizione inglese di Babbel Magazine.

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