Dal cliffhanger alla quarta parete: glossario per appassionati di cinema

Una guida sui termini cinematografici da sapere, in occasione del Festival del Cinema di Venezia.
Interno di un cinema | Glossario cinematrografico

Fine agosto, in Italia, non coincide soltanto con la fine delle vacanze e il ritorno alla routine quotidiana: è anche sinonimo di Festival del Cinema di Venezia – o meglio, “Mostra internazionale d’arte cinematografica”. In occasione della 79ma edizione, abbiamo deciso di scrivere un glossario cinematografico per gli appassionati di cinema. Ciak, azione!

Glossario cinematografico per principianti

Blockbuster

I blockbuster sono film che riscuotono un particolare successo di pubblico. Per contro, vengono chiamati mockbuster, con un termine macedonia che coniuga le parole inglesi “to mock” (“imitare”, “scimmiottare”) e “blockbuster”, i film che, scopiazzando maldestramente il nome o la trama di un film in voga, cercano di affermarsi sul mercato.

Il termine colossal, invece, si utilizza per descrivere un film ad alto budget la cui produzione coinvolge un gran numero di mezzi e di persone e il cui cast è composto da attori di rilievo (o star).

Cammeo

“Cammeo” (o “cameo”) viene impiegato comunemente per designare i caratteristici gioielli realizzati incidendo sulla superficie di una conchiglia o di una pietra un’immagine – di norma un profilo femminile. Ma nel gergo cinematografico “cammeo” indica l’apparizione, di durata generalmente molto ridotta, di un attore rinomato o di un personaggio famoso, spesso nel ruolo di se stesso, la cui presenza aumenta la visibilità del film.

Talvolta è il regista stesso a fare un’apparizione: è il caso di Alfred Hitchcock, comparso in talmente tanti dei suoi film (39, per la precisione) da dare il via ad una sorta di “Dov’è Wally?” del cinema.

Cinema d’autore e cinema d’essai

Fanno parte del cinema d’autore i film in cui traspaiono con particolare chiarezza il gusto, lo stile e la personalità del regista, che spesso svolge anche il ruolo di sceneggiatore.

Questa tipologia di cinema non sempre riesce a collocarsi nel novero dei blockbuster, ma incontra invece più di frequente il gusto di un pubblico di nicchia, lo stesso che frequenta i cosiddetti cinema d’essai (dal francese cinéma d’art et d’essai, letteralmente “cinema d’arte e di prova”), sale cinematografiche la cui programmazione include film indipendenti e all’avanguardia.

Cliffhanger

Il cliffhanger non poteva certo mancare dal nostro glossario cinematografico: si tratta di un espediente narrativo particolarmente amato dai registi dei film d’azione e delle serie TV, ma che si osserva nel cinema di ogni genere, utilizzato per creare suspense.

Letteralmente “cliffhanger” significa “chi rimane appeso ad un precipizio”, ma nel gergo cinematografico il termine viene usato per descrivere una brusca interruzione della narrazione che lascia lo spettatore a fiato sospeso: come se si trovasse, appunto, sull’orlo di un precipizio.

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Fuori campo

Il “fuori campo”, nel gergo cinematografico, rappresenta tutto ciò che avviene al di fuori dell’inquadratura, pur facendo parte dell’universo narrativo. Normalmente gli spettatori riescono ad immaginarsi ciò che accade, pur non vedendolo.

Molto celebri sono le “voci fuori campo” in “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders (1987), che narrano i pensieri dei berlinesi – tra cui la voce, indimenticabile, dell’anziano poeta, interpretato da Curt Bois, i cui monologhi interiori, che raccontano una Berlino ormai scomparsa, sono scaturiti dalla penna del Premio Nobel Peter Handke.

Lungometraggio, mediometraggio e cortometraggio

A seconda della durata del film, si può parlare di cortometraggio (se non supera la mezz’ora), di mediometraggio (se si colloca tra i 30 minuti e l’ora) e di lungometraggio (se supera i 60 minuti). Negli Stati Uniti è poi comune la distinzione tra “feature film – l’equivalente del nostro lungometraggio – e “featurette” – il nostro mediometraggio.

Nessuno di questi termini può però descrivere compiutamente quello che è considerato il film più lungo mai prodotto, “The Cure for Insomnia” di John Henry Timmis IV: questo film, presentato per la prima volta presso la School of the Art Institute di Chicago, ha una durata di 85 ore.

Ma anche “Novecento” (1976) di Bernardo Bertolucci non scherza: con le sue cinque ore e venti minuti si colloca tra i film commerciali più lunghi di sempre.

Adattamento, remake e shot-for-shot

Si dice “adattamento” o “trasposizione” un film creato basandosi su un’opera già esistente, spesso un romanzo o un fumetto; di norma la trama rimane pressoché invariata, ma viene veicolata tramite un mezzo di comunicazione diverso da quello originale, raggiungendo un pubblico più vasto, come, ad esempio, nel caso di “Trainspotting” (1996), basato sull’omonimo romanzo di Irvine Welsh.

Un “remake” è, invece, il rifacimento di un’opera anch’essa cinematografica, di cui generalmente si mantiene la storia, cambiando però il cast e l’ambientazione e, talvolta, attualizzandola: è questo il caso di “The Magnificent Seven” con Denzel Washington e Ethan Hawke del 2016, addirittura un “remake di un remake”, in quanto anche il rinomato western di John Sturges del 1960 rappresenta a sua volta il rifacimento dei “Sette samurai” di Akira Kurosawa (1954).

Si dice infine “shot-for-shot” un’opera cinematografica che riproduca fedelmente il film originale (talvolta anche un fumetto o una graphic novel) scena per scena, ma con interpreti differenti: è questo il caso del thriller psicologico “Funny Games”, del 2007, diretto da Michael Haneke, che ricalca in toto l’omonimo film austriaco del 1997 dello stesso regista.

MacGuffin

Il MacGuffin è un oggetto o un evento utile a fornire una motivazione alle azioni dei personaggi e a mettere in moto la trama, il cui significato di per sé risulta però irrilevante, rimanendo spesso e volentieri ignoto allo spettatore.

Il termine pare sia stato utilizzato per la prima volta da Alfred Hitchcock, che nella sua filmografia ha fatto ampio uso di questo espediente narrativo per creare suspense. A tal proposito, non può non venire in mente la famosa busta, contenente 40.000 dollari, con cui si apre Psycho (1960) – busta che poi, nel corso del film, si rivelerà essere del tutto inutile per lo sviluppo della narrazione.

Giraffa

Nel gergo cinematografico il termine “giraffa” è usato per indicare il dispositivo costituito da un microfono attaccato tramite un’asta ad un carrello, usato dai tecnici del suono durante le riprese per registrare con precisione e in presa diretta le voci degli attori e delle attrici. I modelli più semplici vengono chiamati, invece, con un simpatico diminutivo, “giraffini”. 

Fourth wall

Chiudiamo questo glossario cinematografico con un termine davvero affascinante. Si chiama “fourth wall”, o “quarta parete”, il muro immaginario che separa l’interprete dal pubblico e che, permettendo agli attori di muoversi all’interno di uno spazio distinto dal “mondo reale” – di fatto una sorta di stanza ipotetica, delimitata, appunto, da quattro pareti – restituisce alla finzione un senso di realismo

Talvolta, però, l’illusione viene infranta intenzionalmente con una connessione diretta tra il personaggio e lo spettatore, creando così un effetto di straniamento.

Questo espediente viene descritto, appunto, come “breaking the fourth wall” (“rompere la quarta parete”): chi può dimenticare i momenti in cui la protagonista de “Il favoloso mondo di Amélie” (2001) si rivolge alla telecamera come se stesse interloquendo con un’amica, confidandole sottovoce i suoi segreti?

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Glossario cinematografico del Festival di Venezia

Dopo aver passato in rassegna tutti i più comuni termini cinematografici, ecco un glossario cinematografico per orientarsi al Festival di Venezia. Per esempio: sapete qual è la differenza tra Leone d’oro e d’argento?

Leone d’oro

Viene così chiamato il premio al miglior film (ma anche quello alla carriera), assegnato dalla Giuria internazionale. Oggi questo prestigioso premio prende il nome dal leone di San Marco, simbolo di Venezia, ma non è sempre stato così: durante gli anni del regime fascista (fino all’edizione del 1942), infatti, la pellicola vincente si vedeva assegnare la “Coppa Mussolini”.  

Leone d’argento

Anche chiamato “Gran premio della giuria”, uno dei due riconoscimenti che prendono il nome di “leone d’argento” è destinato ad un film che, pur non vincendo la rassegna, si sia in qualche modo distinto, guadagnandosi il plauso dei giurati.

Alcuni titoli premiati sono “Rocco e i suoi fratelli”, di Luchino Visconti (1960) e, più recentemente, “È stata la mano di Dio”, di Paolo Sorrentino (2021). Viene poi analogamente denominato “Leone d’argento” il premio speciale per la regia, assegnato, negli anni, a nomi importanti come Martin Scorsese (1990), Zhang Yimou (1991), Brian De Palma (2007) e Shirin Neshat (2009).

Coppa Volpi

Il premio conferito alla migliore interpretazione (sia femminile che maschile), prende il nome dal conte Giuseppe Volpi di Misurata, presidente della Biennale di Venezia dal 1932 al 1943 – nonché governatore della Tripolitania nel periodo dell’efferata “pacificazione”, dal 1992 al 1925, e ministro delle finanze nel governo Mussolini tra il 1925 e il 1928.

Diversamente dalla Berlinale, che nel 2020 ha sospeso – e poi nel 2021 abolito definitivamente – il premio intitolato ad Alfred Bauer, direttore del festival berlinese dal 1951 al 1976 e funzionario del ministero della propaganda sotto Joseph Goebbels (durante il regime nazista), l’amministrazione della Mostra di Venezia purtroppo non sembra aver ancora pianificato di cambiarne il nome, nonostante le numerose critiche e le petizioni portate alla sua attenzione negli ultimi anni (alcune delle quali propongono, come alternativa, il nome di Franca Valeri).

Premio Osella

Questo premio, che ha l’aspetto di un’osella d’oro, la medaglia-moneta che veniva donata dal doge di Venezia alle personalità di spicco della Repubblica, in passato veniva assegnato a cadenza irregolare e in varie categorie. Oggi l’osella spetta, ogni anno, alla migliore sceneggiatura.

Premio Marcello Mastroianni

Intitolato ad uno dei più celebri interpreti italiani di tutti i tempi, questo riconoscimento spetta ad attori e attrici emergenti: negli anni, il premio è stato assegnato, tra gli altri, a Jennifer Lawrence (2008), Jasmine Trinca (2009) e Mila Kunis (2010).

Sezione Orizzonti

Oltre alla “selezione ufficiale” (i cui film concorrono per i premi succitati), ai visitatori della Mostra viene offerta, anche, una rassegna alternativa – un concorso dedicato a pellicole rappresentative delle nuove tendenze del cinema internazionale, mettendo in evidenza produzioni minori e interpreti esordienti. Nel 2021 è stata inaugurata, inoltre, la sezione “Orizzonti Extra”, che aggiunge fino ad un massimo di dieci titoli alla selezione.

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Fuori concorso

Come suggerisce il nome, i film in questa sezione non competono tra loro. Si tratta di opere di autori già affermati, scelte in virtù della loro originalità espressiva e narrativa.

Lido

Dal glossario cinematografico del Festival di Venezia non poteva certo mancare la sua elegante cornice. Ogni anno, per alcune settimane di fine estate, il Lido di Venezia, l’isola che separa la laguna veneziana dall’Adriatico diventa sinonimo della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Palazzo del Cinema

Il Palazzo del Cinema fa da sfondo alla maggior parte delle foto che ritraggono le star, ed è uno dei luoghi simbolo del festival. Davanti alla sua facciata si srotola il red carpet, il tappeto rosso sul quale sfilano i vip e che li accompagna all’interno della sede principale della Mostra, che con le sue quattro sale – Sala Grande, Sala Darsena, Sala Zorzi e Sala Pasinetti – può ospitare più di duemila spettatori.

Palazzo del Casinò

Il Palazzo del Casinò ospita, oltre alle quattro sale cinematografiche minori – Perla, Volpi, Casinò e Perla 2 – anche la “sala conferenze stampa”, al terzo piano, dove un tempo si trovava la sala da giochi (da cui il nome del palazzo): qui si incontrano i giornalisti per assistere, appunto, alle conferenze stampa che si tengono durante il festival.

PalaBiennale

Si tratta di una struttura temporanea, che viene montata ogni anno, ospitante una sola sala. Tra tutte, però, di gran lunga la più capiente, con i suoi 1760 posti a sedere: qui i visitatori del festival si ritrovano la sera per la celebre doppia proiezione, un evento molto amato dal pubblico.

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