Come evitare di commettere errori con gli intercalari inglesi

Guida alle “filler words”, parole che non aggiungono molto al discorso ma che vi aiutano a guadagnare un po’ di tempo.
Foto di tre ragazzi e due ragazze vestiti in maniera casual che passeggiano su un marciapiedi.

Tra i buoni propositi di inizio anno, c’è sempre l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo (magari una lingua). Purtroppo però, molto spesso l’eccitazione iniziale scompare quando ci si ricorda che, per acquisire una nuova competenza, prima è necessario commettere degli errori. Questo aspetto può risultare particolarmente intimidatorio se si sta imparando una lingua, per esempio l’inglese, perché nessuno vuole fare una brutta figura davanti a un parlante madrelingua. Fortunatamente, ci sono delle parole, come gli intercalari inglesi, che possono aiutarvi.

Il termine “intercalare”, o “riempitivo”, può dare l’impressione che si tratti di parole utilizzate esclusivamente per riempire le pause in una conversazione. Anche se è vero in certa misura, non significa che queste espressioni non abbiano uno scopo. Gli intercalari in inglese hanno la funzione di farvi prendere tempo per pensare, e le persone preferiscono usarli anziché rimanere in silenzio per evitare che chi sta ascoltando pensi che si è terminato di parlare.

Probabilmente avete imparato i riempitivi della vostra lingua materna senza doverli studiare, perché di norma non si insegnano a scuola. In questo articolo, abbiamo creato una guida con gli intercalari inglesi (o “filler words”) più utilizzati, che vi aiuteranno a sembrare dei parlanti esperti, anche quando avete semplicemente bisogno di prendere tempo.

Gli intercalari inglesi più comuni

Possono essere usate come riempitivo le parole più svariate. Quando hanno questa funzione, non aggiungono necessariamente nessuna informazione alla frase: è possibile rimuoverle senza alterarne il significato complessivo. Tuttavia, possono influire sul tono o sull’enfasi di un enunciato, a seconda del modo in cui vengono pronunciate. Ecco un elenco degli intercalari più utilizzati!

Like (“Tipo”)

“Like” è una delle parole più comuni dell’inglese, e ha molte funzioni: è un verbo, un suffisso, una congiunzione e forse è anche l’intercalare inglese più utilizzato di questa lingua. Può apparire praticamente in qualsiasi punto della frase ad eccezione della fine, un aspetto che senza dubbio contribuisce al suo uso e abuso.

Esempio: “I know you, like, don’t want to go to the park. Like, the park is not important.” (Lo so che, tipo, non vuoi andare al parco. Della serie, non te ne frega niente del parco.)

So (“Quindi”)

Quando è usato come riempitivo, “so” può apparire solamente all’inizio della frase. Se avete bisogno di tempo per pensare, potete allungare ulteriormente il suono della vocale “o”.

Esempio: “So, where do you want to eat?” (Quindi, dove vuoi mangiare?)

Well (“Beh”)

“Well” è un altro riempitivo molto duttile. Di norma viene posto all’inizio, ma può anche apparire tra frasi diverse, per dare al parlante la possibilità di raccogliere i pensieri prima di passare a un nuovo argomento.

Esempio: “Well, what’s our next move?” (Beh, che si fa ora?)

You know (“sai”)

Rispetto ai primi tre riempitivi dell’elenco, “you know” sembra essere un po’ più specifico. Sebbene “you know” letteralmente significhi “sai”, se si usa all’inizio di una frase non significa necessariamente che l’altra persona sia davvero al corrente di ciò che si sta dicendo. Per esempio, potreste dire “You know, I saw Sam the other day” (letteralmente: “Sai, ho visto Sam l’altro giorno”), anche se la persona con cui state parlando in realtà non ne sa nulla e sta apprendendo questa informazione da voi. È possibile utilizzare questo riempitivo in mezzo a una frase, ma quando appare alla fine equivale quasi sempre a una domanda, e serve ad assicurarsi che la persona o le persone con cui si parla capiscano ciò che si sta dicendo.

Esempio: “You know, it’s not every day you see something like that.” (Beh, non è che si veda una cosa del genere tutti i giorni.)

I mean (“Voglio dire”, “Beh”)

L’espressione “I mean”, che in un certo senso ha il significato opposto di “you know”, può anche apparire all’inizio o a metà della frase, sebbene solo molto raramente alla fine.

Esempio: “I mean, there’s nothing like hot coffee on a cold day.” (Voglio dire, non c’è niente di meglio di un buon caffè in una giornata fredda.=

Just (“Solo”, “Beh”, “Come dire”)

Quando è usato come riempitivo, “just” appare spesso all’inizio della frase, per indicare che si intende scomporre e analizzare un argomento complesso in più parti. Per esempio, potreste usarlo per concludere un lungo discorso sulla guida con la frase “Just… make sure to be safe.” (Letteralmente: “Solo… assicuratevi di fare attenzione.”) “Just” ha la funzione di aggiungere enfasi alla frase, ma offre anche la possibilità di considerare ciò che si sta per dire.

Esempio: “The problem is, just, you have no idea what you’re doing. Just, no idea at all.” (Il problema è che… come dire, non hai idea di quello che fai. Per niente.”)

Alright (“Ok”, “Va bene”)

Sebbene la parola “alright” abbia molte funzioni, quando viene usata come riempitivo appare all’inizio della frase. In una conversazione, “alright” ha la funzione di assicurare alla persona con cui parlate che la capite, oltre a fornirvi il tempo di pensare a ciò che volete dire dopo.

Esempio: “Alright, I’m glad we have our next moves planned out.” (Bene, sono felice che abbiamo preparato le nostre mosse)

Yeah (“Sì”)

“Yeah” funziona praticamente allo stesso modo di “alright”, e indica che la persona che parla e quella che ascolta sono sulla stessa pagina. A questo riempitivo è possibile aggiungere altre parole, ad esempio “no yeah”, “yeah no”, o “yeah yeah yeah”, tra le varie combinazioni possibili.

Esempio: “Yeah, I see what you mean.” (Sì, capisco quello che stai dicendo.)

“Actually”, “Basically” e altre avverbi che terminano in -ly

Sebbene gli avverbi possano modificare il significato di una frase, alcuni possono semplicemente avere funzione di riempitivo, soprattutto se vengono utilizzati all’inizio. “Basically” (“in sostanza”), “literally” (“letteralmente) e “actually” (“veramente”) sono tutti degli ottimi esempi, perché in realtà non aggiungono nulla alla frase. Di norma, non si dice qualcosa che non si intende “actually”, cioè che non si intende “veramente”, quindi iniziare una frase con questo avverbio non è necessario, ma serve solo a fare una pausa prima di arrivare al dunque.

Esempio: “Basically, there are two main possibilities here. Actually, there might be three. Technically, even four options if you think about it.” (In sostanza, ci sono due opzioni. In verità, potrebbero essere tre. Tecnicamente, se ci pensate, potrebbe perfino essere quattro.)

Riempitivi che tecnicamente non sono delle parole

L’elenco riportato sopra include tutte parole inglesi di senso compiuto che possono anche avere la funzione di riempitivo. Come accade anche per l’italiano però, alcuni dei riempitivi più usati in inglese in realtà non sono affatto delle parole, ma dei suoni monosillabici che i parlanti possono allungare per riempire le pause necessarie del discorso.

um

Esempio: “So, um, what do you, um, think about that?” (Quindi, mmmm, cosa ne pensi?)

uh

Esempio: “Uhhhhhhhh, what are you talking about?” (Eeeeeh, di cosa parli?)

ehh

Esempio: “I want pizza and ehhhhh, maybe a side salad.” (Voglio della pizza e…. mmmm, un’insalata di contorno,)

oh

Esempio: “Ohhhhh, I see what you mean.” (Ooooh, ora capisco.)

Magari può sembrare inutile fare un elenco di tutte questi intercalari che non sono altro che “non-parole”, ma è importante perché cambiano a seconda della lingua. I riempitivi che non sono delle vere e proprie parole più utilizzati in spagnolo o in italiano, ad esempio, hanno un suono diverso di quelli inglesi. Il modo migliore per apprenderli è ascoltare un parlante madrelingua e prestare attenzione a come riempiono le pause del discorso.

Quando usare gli intercalari inglesi (e quando no)

Gli intercalari inglesi sono utilizzati praticamente solo nella lingua parlata e le uniche volte in cui li troverete per iscritto è in testi che hanno l’obiettivo di riprodurre la lingua parlata. Il motivo è semplice: nella lingua scritta non c’è bisogno dei riempitivi perché non ci sono pause da “riempire”. Nel parlato, tuttavia, queste parole sono utilizzate praticamente ovunque. Se vi registraste mentre parlate e provaste a farne una trascrizione, probabilmente vi sorprenderebbe scoprire quanto spesso utilizzate i riempitivi.

Sebbene abbiano dei chiari vantaggi, le cosiddette “filler words” non godono della migliore reputazione tra i linguisti, e in molti criticano l’uso eccessivo di “like” o “um”, perché fanno sembrare le persone esitanti e poco sicure di sé. Soprattutto in contesti professionali, si sconsiglia l’uso dei riempitivi. In qualsiasi corso per parlare in pubblico, uno dei concetti principali insegnati è proprio evitare di usare i riempitivi quando si parla.

Tuttavia, ciò non significa che gli intercalari inglesi siano fondamentalmente sbagliati, e sebbene il loro uso sia mal visto in situazioni formali, sono una parte importante di qualsiasi conversazione informale. Non lasciate che le persone vi dicano che usarli è “sbagliato”, perché in realtà sono uno degli strumenti più utili per evitare di commettere errori quando parlate con qualcuno. Quando in una conversazione non sapete bene cosa dire, dovreste usare espressioni come “um, so, you know” quanto volete.

Questo articolo è apparso originariamente nell’edizione inglese di Babbel Magazine.

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