«Parlare le lingue mi ha dato accesso a tantissime opportunità, mi ha resa una persona più matura.»

L’inglese ha trasformato la carriera di Flavia, garantendole un futuro professionale e personale dal respiro internazionale. Fumettista, illustratrice e sceneggiatrice con la passione per le lingue, ci racconta la sua esperienza in questa intervista.
Flavia, fumettista italiana intervistata da Babbel, lavora a Berlino testimonial Q3 campaign

Racconta! Come ti chiami e cosa fai nella vita?

Ciao! Mi chiamo Flavia Scuderi e sono un’artista che lavora per video giochi, cartoni animati, illustrazioni e fumetti. 

Quale lingua volevi imparare crescendo? Cosa ti ha motivato?

Sicuramente la prima lingua che ho sentito il desiderio di imparare è stata l’inglese. Come tanti ragazzi volevo capire i testi delle mie canzoni preferite e guardare i film in lingua originale per assaporarne ogni sfumatura. E poi sì, certo, avendo avuto la fortuna di viaggiare molto sin da piccola ho capito rapidamente quanto sia pratico conoscere l’inglese.

Quante lingue parli ora? Qual è stata la più difficile da imparare? 

Compresa la mia, l’italiano, cinque. Parlo inglese e tedesco quotidianamente, ma mastico anche un po’ di francese e spagnolo.

Devo dire che il tedesco è stata, e ancora è, la lingua più difficile che io abbia mai imparato. Una grammatica complessa e poco in comune con le lingue latine, fatto che la rende meno intuitiva.

Stai imparando una nuova lingua in questo momento? 

Sto ancora migliorando il mio tedesco, visto che vivo a Berlino! Ci vivo dal 2005, ma come si è appena detto è una lingua difficile e piena di sfumature: non si finisce mai di imparare!
Per puro piacere, invece, devo dire che mi piacerebbe parlare fluentemente spagnolo

Parliamo un po’ del ​​rapporto tra la tua vita professionale e la tua vita personale. Le lingue giocano o hanno giocato un ruolo?

Assolutamente sì! La conoscenza delle lingue ha avuto un grosso impatto sulla mia vita lavorativa, con naturali conseguenze anche su quella privata.

Nel 2000 ho vinto un concorso per partecipare ad un corso d’illustrazione organizzato dalla Walt Disney Company e gli insegnanti venivano da ogni parte del mondo. Il mio inglese è migliorato molto in quel periodo e da lì in poi è diventato sempre più parte integrante della mia vita lavorativa.

Poi, quando nel 2005 mi sono trasferita a Berlino è diventato anche parte della mia vita sociale. Ormai posso davvero dire che il mio sogno di gioventù, capire i testi delle canzoni e seguire i film in lingua originale, si è super avverato!

Quando parli un’altra lingua al lavoro è più importante per te essere fluente ed evitare errori o riuscire a esprimere quello che sei?

Esprimersi in maniera sciolta è indubbiamente più importante che essere super precisi, specialmente in ambienti di lavoro internazionali come quello dell’intrattenimento. A volte si fanno degli errori, anche senza accorgersene, ma quello è inevitabile e in realtà non fa una grossa differenza. Quello che conta è che si è a contatto con le persone più disparate e ognuno ha un suo adorabile stile!

L’umorismo è uno strumento potente, anche in ambiente lavorativo. Imparare una nuova lingua ha avuto un impatto sul tuo senso dell’umorismo? Ti ha aiutato a rompere il ghiaccio? 

Sono sempre stata una persona a cui piace fare battute e giochi di parole, essere in grado di farlo anche in altre lingue è molto soddisfacente e mi aiuta tantissimo a instaurare rapporti colloquiali e rilassati con le persone intorno a me… E sì, anche a lavoro, una battuta può risolvere tante situazioni che potrebbero diventare tese!

Un consiglio però è quello di stare molto attenti alle differenze culturali: quello che può essere considerato divertente in Paese potrebbe risultare piuttosto offensivo in un altro. In passato mi è capitato di fare un paio di gaffe, ma fortunatamente la mia faccia tosta mi ha sempre aiutato e riprendermi di tacco!

Decisamente importante! Per caso ti ricordi  la tua prima battuta in un’altra lingua? 

Facendo spesso battute, non ricordo la prima che ho fatto in inglese, ma ricordo la prima in tedesco! Ero in palestra e l’istruttore era piuttosto severo e burbero, cosa stava mettendo l’intero gruppo in difficoltà. Dopo qualche insicurezza iniziale trovai il coraggio e me ne uscii con una battuta autoironica sulle mie capacità atletiche. Così, per smorzare i toni e “rimetterlo a posto”. Tutti risero, lui no, ma la smise di darmi il tormento. Soddisfazioni!

Ti è mai capitato di fingere di capire una conversazione in un’altra lingua? 

Il famoso sguardo perso nel nulla mentre si annuisce e si sorride di circostanza? Oh sì, fatto più e più volte! In genere se si sta partecipando ad una conversazione informale alla fine non importa… quante volte ci è capitato di fare la stessa cosa anche nella nostra lingua?! Se però il contesto è diverso, magari professionale, è sempre meglio chiedere, chiedere, chiedere e scusarsi con un sorriso, anche a costo di sembrare un po’ persistenti. Le persone alla fine sono molto più accomodanti di quel che si possa credere quando si tratta di venirsi incontro.
I tedeschi in particolare, sono gentilissimi e molto pazienti, probabilmente sono anche coscienti di quanto il loro idioma sia a ostico!

Pensi che imparare una nuova lingua abbia in qualche modo cambiato il modo in cui ti vedi nel mondo?

Sicuramente. Avere accesso a tantissime altre opportunità e informazioni mi ha reso una persona più conscia e matura, la cultura non è mai abbastanza!

C’è un errore che continui a fare in un’altra lingua? Una parola o una frase che ami particolarmente usare?

L’uso della lettera H per noi italiani è misterioso, continuo a confondere hair e air, da qualche parte nel mio cervello l’aria dovrebbe avere la H aspirata e non i capelli!
Non credo di avere una frase o una parola preferite, vado a periodi, mi faccio influenzare molto da quel che guardo in tv, recentemente ho seguito una serie ambientata in Scozia e ora è tutto un fiorire di Lad (ragazzo) e Lass (ragazza) !

Hai mai sognato in un’altra lingua?

A volte mi capita e in genere ho la sensazione di essere molto più sciolta nei sogni! 

Se potessi svegliarti un mattino e parlare magicamente un’altra lingua senza doverla imparare, quale sarebbe?

Oh, ne avrei tante! Il giapponese, il cinese e l’arabo mi attirano moltissimo, ma essendo molto difficili non credo di avere davvero il tempo d’impararle. Mi limito a qualche frasetta e parolina qui e là che mi piace tirare fuori a sorpresa se mi trovo in presenza di madrelingua.

Se potessi viaggiare indietro nel tempo e dare un consiglio a te stessa (e ai nostri lettori) sul come imparare le lingue… quale sarebbe?

Facile! Fregatene degli errori e buttati, buttati sempre!

Flavia, fumettista italiana intervistata da Babbel
Flavia Scuderi, cittadina del mondo, lavora come illustratrice, fumettista e sceneggiatrice. Vive a Berlino dal 2005. Per 11 anni ha lavorato per la Disney, mentre in Germania ha creato il design per i personaggi di alcune serie televisive di rilievo, come “Mia & Me” (Hahn Film/Rainbow). La sua graphic novel sulla vita di Richard Wagner ha ottenuto molto successo: una delle sue tavole è infatti rimasta in esposizione per ben 3 anni al Wagner Museum di Lucerna. Da cinque anni collabora con Wooga, una ditta di game app, dove si occupa del design dei personaggi e delle illustrazioni di vari giochi tra cui: “Futurama, game of drones”, “Tropicats” e “June’s Journey”. Nel 2017 è stata invitata dalla Humboldt Universität di Berlino a tenere un TedTalk sul mondo dei fumetti.

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