I modi di dire italiani più curiosi e divertenti sono tantissimi: alcuni hanno radici bibliche, altri vengono dalla letteratura, gran parte di essi hanno invece un origine popolare che racconta un pezzetto della nostra storia. È questo il principale motivo per cui ci piacciono così tanto. Ma che cosa sono i modi di dire? E qual è la loro storia?
Che cosa sono i modi di dire?
I modi di dire, o espressioni idiomatiche, sono un insieme di parole il cui significato non è interpretabile letteralmente, ma deve essere invece considerato in senso figurato. Quando, per esempio, diciamo a qualcuno di “togliersi dai piedi”, non stiamo chiedendo a una persona di spostarsi dai nostri piedi, ma piuttosto di andarsene e lasciarci in pace. Insomma: “togliersi dai piedi” è un modo di dire.
Il nome più corretto sarebbe espressioni idiomatiche, o idiomatismo. Come detto, un modo di dire non ha senso di per sé, o meglio, il suo senso deve essere traslato: a volte può essere una metafora, altre volte il suo significato viene da un aneddoto particolare o da una leggenda e così via.
Una definizione condivisa dei modi di dire, ad ogni modo non esiste. Per esempio: generalmente parlando, i non si possono tradurre letteralmente nelle altre lingue, ma non è vero. Quel che è certo è che ogni lingua ha i suoi modi di dire, e l’italiano non fa certo eccezione.
Ma perché sono così importanti? Beh, all’interno di una conversazione le espressioni idiomatiche sono come le spezie: aggiungono valore a quello che state dicendo, visto che ogni modo di dire aggiunge una particolare sfumatura alla conversazione. E proprio come le spezie, se ne sconsiglia l’abuso!
Ma bando alle ciance! È il momento di scoprire la lista d’oro delle espressioni italiane che tutto il mondo ci invidia.
12 modi di dire italiani che tutti ci invidiano
Stare con le mani in mano
Non è un luogo comune: gli gesticolano come pazzi e spesso riusciamo a riassumere un intero discorso con un leggero sventolio di mani e dita. Proprio come fanno i tedeschi con le loro interminabili parole che esprimono concetti astrusi e complicati..
Bene, ora che abbiamo appurato il nostro amore per il linguaggio del corpo… ripensiamo un attimo a questa espressione: certo, ora è più facile comprenderne la connotazione negativa. Dopotutto, dire a un italiano che se ne sta “con le mani in mano” è come spogliarlo di uno dei suoi tratti distintivi.
L’espressione si usa nei confronti di una persona che non sta lavorando mentre tutti quelli attorno a lui si danno da fare (“Non stare lì con le mani in mano, aiutami con questa valigia!”).
Non ci piove
Questo modo di dire di origine popolare – come la maggior parte delle espressioni che coinvolgono fenomeni atmosferici e calamità – descrive perfettamente l’idea di sicurezza e ineluttabilità di ciò che viene espresso.
Se “non ci piove”, vuol dire che ci si trova in un posto protetto e irraggiungibile da qualsiasi dubbio, no?
Mandare a quel paese
Gli insulti, quando fatti in modo scherzoso, possono essere davvero divertenti, inoltre hanno spesso delle origini misteriose che li rendono ancora più affascinanti. In italiano, per esempio, quando qualcuno ci ha fatto esasperare, o ci ha fatto un torto, lo mandiamo a quel paese: ma quale paese? Nessuno lo sa, ma sapeste quanta gente che c’è andata…
Piove sul bagnato
Assieme a “chi ha denti non ha pane e chi ha pane non ha denti”, questo modo di dire esprime in modo perfetto tutta la mia indignazione quando succede qualcosa di veramente ingiusto a chi non se lo merita per niente. Se, ad esempio, un miliardario vince la lotteria oppure uno che è appena stato mollato dalla fidanzata perde anche il portafoglio… ecco, in quei casi “piove proprio sul bagnato” e a me non va giù!
Acqua in bocca!
Narra la leggenda che una donna molto devota ma allo stesso tempo particolarmente pettegola avesse chiesto aiuto al suo confessore. “Che cosa devo fare” chiedeva “per non sparlare più della gente e smetterla di commettere questo peccato?” Il prete, decisamente saggio, le suggerì un liquido miracoloso che, a suo dire, avrebbe frenato il desiderio di sparlare e rivelare i segreti altrui. “Ne prenda alcune gocce e le tenga in bocca” le disse “vedrà che è miracoloso!”
Come? State pensando che per trattenere un liquido sia necessario tenere la bocca chiusa ed evitare assolutamente di parlare? Beh, l’importante è che l’espediente del parroco sia stato efficace!
Pietro torna indietro
Questa frase, che per via della rima assomiglia più che altro a una filastrocca, di per sé non ha assolutamente senso. Chi è questo Pietro? E dove è andato? Nessuno lo sa. Quel che è certo, pare, è che tornerà. Ci vogliamo fidare? Fidiamoci.
Ecco perché lo chiamiamo in causa così tante volte quando prestiamo qualcosa: Pietro torna sempre indietro, su questo non ci piove (a proposito). L’uso di questa locuzione è talmente radicato che, molte volte, non serve neanche pronunciare l’intera frase ma basta sottintenderla.
“Mi presti questo libro?”
“Certo, sai come si chiama, vero?”
“Ok, messaggio ricevuto.”
Non sei capace di tenerti un cece in bocca
Questo è quello che succede quando le signore chiacchierone non ascoltano i consigli del parroco e non riescono a tenersi in bocca né acqua né tantomeno ceci!
Chiodo scaccia chiodo
Alcuni pensano che per superare qualche “dramma del passato” (una relazione finita male o un licenziamento, tanto per fare qualche esempio) sia necessario trovare dentro di sé la forza per dimenticare e andare avanti. Certo, belle parole, ma nella realtà non è forse meglio risolvere il problema sostituendolo con qualcosa di bello ed emozionante?
Chiodo scaccia chiodo! Quel chiodo vecchio e arrugginito che tanto vi fa stare male deve lasciare il posto a un chiodo nuovo e scintillante. La soluzione è a portata di mano… e martello!
Non avere peli sulla lingua
Ce l’avete anche voi quell’amico che vi dice le cose come stanno, senza filtri tra cervello e bocca e senza alcun riguardo per la vostra sensibilità? Certo, siamo tutti d’accordo sul fatto che forse potrebbe dimostrare più delicatezza nel comunicarvi le cose, questo è sicuro… Tuttavia, che cosa preferite? Uno che vi mente con il sorriso oppure uno che vi ferisce in nome della verità? Io non ho dubbi ed ecco perché, quando mi dicono che “non ho peli sulla lingua”, lo prendo sempre come un complimento!
Avere un diavolo per capello
C’è forse un’espressione più adatta a descrivere una persona furiosa? Non si tratta semplicemente di essere così arrabbiati da temere di essere posseduti dal demonio (e chiamare un esorcista di conseguenza), non si tratta nemmeno di avere pensieri negativi e maligni – come suggeriti da un diavoletto seduto sulla vostra spalla – per le persone che vi disturbano. No. La situazione è decisamente più problematica. Qui, di satanassi che vi turbano la mente ce ne sono a migliaia e sono lì a saltellarvi sulla testa e a tirarvi i capelli come pazzi. C’è quasi da aver paura.
Da che pulpito viene la predica!
Mia nonna me lo raccontava sempre: una volta, quando nelle chiese venivano usati i pulpiti (in molte chiese moderne non vengono neanche più costruiti), il prete si divertiva a lanciare anatemi dal pulpito, facendo morire di vergogna i parrocchiani. Naturalmente il segreto della confessione era al sicuro ma, come si suol dire, chi aveva la coda di paglia si sentiva sempre preso in causa.
Ai giorni nostri, “predicare dal pulpito” è diventato un modo di dire riferito a chi si prodiga in consigli e raccomandazioni nei confronti di qualcuno che, presumibilmente, è in difetto. Se però la persona che parla non è esattamente senza peccato… la sua predica diventa ipocrita e la posizione di superiorità – il pulpito – risulta decisamente poco credibile.
È il mio cavallo di battaglia
Niente a che vedere con cruenti duelli medievali e terribili galoppate verso il nemico. Il povero cavallo che viene preso in causa è solo una metafora per indicare il meglio del meglio, la punta di diamante oppure il non plus ultra del nostro repertorio.
I modi di dire dialettali
Come detto, l’italiano non è certo in difetto di modi di dire divertenti. Un piano che aggiunge ulteriore fascino è che l’Italia è ricchissima di dialetti e, com’è ovvio che sia, ogni dialetto porta con sé delle espressioni particolari. Alcuni di questi vengono utilizzati anche nel resto del paese, ma la maggioranza rimane limitata al contesto. Vediamo quali sono i più noti modi di dire dialettali!
Modi di dire milanesi
Il dialetto milanese (o meneghino) ha una miriade di proverbi e modi di dire davvero particolari, tra cui:
- Fa ballaa l’oeucc, me racomandi! (lett. fai ballare l’occhio, mi raccomando!), che sostanzialmente è un invito al nostro interlocutore a tenere gli occhi aperti.
- Te set andaa a scoeula de giovedì (lett. sei andato a scuola di giovedì), per dare dell’ignorante a qualcuno
- Avè l’oeucc pussee grand del boeucc (lett. avere l’occhio più grande del buco), un modo di dire che si usa quando al ristorante si ordina più di quanto si riesca a mangiare.
Modi di dire torinesi
Rimaniamo a nord: i modi di dire torinesi comprendono espressioni davvero peculiari, che sentirete solo a Torino o i Piemonte, tra cui:
- Va bin, l’espressione torinese per eccellenza, quella che si usa in ogni momento di una conversazione.
- Chiclets, il nome che i torinesi danno alla gomma da masticare
- Boja Fàuss, un’espressione che può essere di sorpresa, sgomento o rabbia.
Modi di dire veneti
Anche il dialetto veneto, ovviamente, ha una lunga lista di espressioni idiomatiche uniche. Tra i modi di dire veneti più divertenti ci sono:
- Indrio fa a coa del porsel (lett. indietro come la coda del porcello), che si usa per descrivere qualcuno dalla mente non particolarmente brillante
- Bronsa querta (lett. tizzone coperto), un’espressione che si usa per quelle persone apparentemente tranquille ma che possono rivelarsi sorprendentemente pericolose o scalmanate
- No’l ga tute e fassine al querto (lett. Non ha tutte le fascine al coperto), cioè “è mezza/o matta/o”
Modi di dire toscani
Il dialetto toscano è molto noto al di fuori dei suoi confini, per una miriade di motivi storici e culturali. Tra le espressioni toscane che bisogna per forza conoscere ci sono:
- Bischero, una parola che sta per “ingenuo” e che ha dato origine a tantissime parole e modi di dire toscani come per esempio “bischerata”.
- Fare le cose alla sanfasò, cioè fare le cose approssimativamente
- ‘Un si frigge mi’a coll’aqua! (lett. non si frigge mica con l’acqua), da usare quando non si vuole badare a spese.
Modi di dire romani
Un po’ come il toscano, anche il dialetto romano è molto noto al di fuori del Lazio, per via dell’importanza culturale che Roma riveste (basti pensare alla miriade di attori e registi che vengono da Roma o che hanno lavorato nella Capitale). Tra i modi di dire romani più noti, ricordiamo:
- Accollasse, il verbo che si usa per le persone che sono di peso, che sono sempre in mezzo ai piedi
- Ndo cojo cojo (lett. “Dove colgo, colgo”), per dire che ci si accontenta di quel che viene
- E naturalmente Daje, l’espressione romana per eccellenza che viene usata per incitare qualcuno (per esempio a sbrigarsi) ma anche per esprimere gioia.
Modi di dire napoletani
Non c’è dubbio che il dialetto napoletano sia uno di quei dialetti con la storia più affascinante, e questo fascino è certamente ben rappresentato dai tantissimi modi di dire napoletani, come ad esempio:
- Statte buono: la formula di congedo per eccellenza, che significa “stammi bene”
- ‘O guappo ‘e cartone, cioè “pallone gonfiato”
- Jamme bell’, jà!, che come “Daje”, è un’espressione che viene utilizzata per incitare qualcuno
Modi di dire siciliani
Non potevano certo mancare i modi di dire siciliani da questa lista, no? Ecco quelli che adoriamo di più:
- Camurrìa, una parola siciliana che si usa per descrivere una scocciatura
- Sciatiri e matri!, un’esclamazione perfetta per esprimere tutto il proprio sgomento
- Gira vòta e furrìa, cioè girare in continuazione, senza meta”
I modi di dire nelle altre lingue
Ci sono tantissimi esempi di modi di dire in italiano, certo, ma le altre lingue non scherzano affatto. In inglese, per esempio, ci sono tantissime espressioni idiomatiche curiose e alcuni di questi modi di dire inglesi non hanno proprio senso: per esempio, quando piove a dirotto gli inglesi dicono che “stanno piovendo cani e gatti”.
Un altro aspetto molto curioso delle espressioni idiomatiche è che lo stesso concetto può essere espresso in maniera molto diversa da lingua a lingua: in italiano, per esempio, diciamo “volere la botte piena e la moglie ubriaca”, quando intendiamo che qualcuno sta esagerando con le pretese o che vuole avere due cose allo stesso momento che non si possono avere assieme.
Gli inglesi dicono “have your cake and eat it too” (avere la torta e mangiarsela), i tedeschi dicono “du kannst nicht auf zwei Hochzeiten gleichzeitig tanzen” (non si può ballare contemporaneamente a due matrimoni”), gli spagnoli “no se puede estar en misa y repicando” (non si può assistere alla messa e suonare le campane) mentre i francesi dicono “vouloir le beurre et l’argent du beurre” (volere il burro e i soldi del burro).
E poi ci sono espressioni idiomatiche per ogni aspetto della vita quotidiana: per esempio, ci sono tantissimi modi di dire francesi sugli animali e alcuni sono particolarmente divertenti: per esempio, in Francia, si dice “non svegliare il gatto che dorme”, non “il cane”.
A volte alcuni modi di dire sono più elaborati e in questo caso li chiamiamo proverbi: non è facile distinguere tra un modo di dire e un proverbio, ma in generale possiamo dire che dietro un proverbio c’è sempre un insegnamento morale, una lezione; in alcuni casi, descrivono delle situazioni, appunto, proverbiali, ossia ricorrenti.
Prendete uno a caso di questi proverbi spagnoli: “En casa del herrero, cuchillo de palo” (cioè: “in casa del fabbro, coltello di legno”): questo proverbio viene utilizzato quando si vuole parlare delle insospettabili pecche di qualcuno.